Sono trascorsi oramai 400 giorni da quando il compagno Davide Rosci è stato posto in stato di detenzione; è difficile credere che si stia applicando con serenità la “giustizia”, è più logico immaginare che si è innescato un meccanismo repressivo e di accanimento nei confronti del nostro compagno, reo di trovarsi a Roma in Piazza San Giovanni e guardare il blindato dei Carabinieri bruciare durante la manifestazione degli Indignati del 15 ottobre 2011.
L’aver emesso una condanna a sei anni di reclusione è un fatto grave, ma mantenere agli arresti Davide quando mancano ancora due gradi di giudizio è inaccettabile.
Gli avvenimenti di questi ultimi giorni ci fanno capire che non siamo tutti uguali di fronte alla legge. Chi costringe Davide a stare in cella sta solo mettendo in atto una triste repressione, comportamento non accettabile in una società democratica e evoluta alla quale noi tutti pensiamo di appartenere.
Sandro Santacroce
Gruppo consiliare al Comune di Teramo
del Partito della Rifondazione Comunista
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