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La malattia del secolo. “Rischio campi elettromagnetici”...

di Anonimo
9 minuti

Dicono arriveremo alla percentuale del 50% di malattie tumorali nel corso degli anni. Una persona su due contrarrà un tumore. L’uomo è l’essere più idiota apparso sulla faccia della terra ma non è detto si debba rimanere a guardare ed aspettare passivamente la catastrofe. L’inquinamento dilaga e interessa anche fondamentali elementi di vita come cibo e acqua ma la maggior parte di noi aspetta e spera che il divin destino colpisca la persona del giardino accanto e non la propria famiglia. Siamo il Paese dell’intervento postumo al danno pur essendo tutte le leggi a prevenzione e siamo stracolmi di fannulloni che incassano stipendio per una prevenzione che non esiste. Noi aspettiamo sperando non tocchi a noi.

Argomento nuovo e poco tangibile nel discorso inquinamento ambientale è quella che è stata definita la “malattia del secolo” che rappresenta lo scotto da pagare per il progresso. Miete vittime nel silenzio più assoluto con la complicità di stolti della politica e non e si chiama “rischio campi elettromagnetici” (ECM), assassino infallibile se non regolamentato e gestito, per il quale esistono divieti e leggi a prevenzione da una vita mai applicate.

Nella Regione Abruzzo e quindi anche a Teramo (Italia), vige la L.R. 45/2004 che detta norme a tutela della salute della popolazione dagli effetti dell’esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici e a salvaguardia dell’ambiente. Tali Norme vanno coordinate naturalmente con le scelte della pianificazione territoriale ed urbanistica. Significa che non possiamo opporci al progresso ma, tenute in debito conto le esigenze di copertura dei vari servizi sul territorio, possiamo e dobbiamo controllarlo rendendolo compatibile con la vita attraverso l’applicazione di tutte le misure di sicurezza previste dalla Legge.  La 45/2004 dà seguito alla 36/2001 che prevede,  in modo chiaro e inequivocabile, l’attuazione di tutte le misure di cautela da adottare  per contenere il rischio per l’uomo e per l’ambiente ad un livello accettabile. Nel 2011, sette anni dopo l’entrata in vigore della L.45/2004, con la necessaria celerità che si abbisogna quando si affronta un problema di salute pubblica, il Comune di Teramo (Italia), si è adeguato a quanto previsto dalle Leggi sopra esposte determinando misurazioni in corrispondenza delle varie tipologie di antenne dislocate sul territorio. Sette anni di ritardo, contravvenendo ampiamente a una Legge che detta norme in tema di prevenzione e tutela della salute pubblica.

Nessuno fa ma nessuno di noi pretende e questa è una nostra colpa.

L’art.12 della L.R. 45/2004 (Divieto di localizzazione degli impianti fissi per la telefonia mobile), al fine di limitare le esposizioni residenziali prevede:

  1. …..le localizzazioni di nuovi impianti per la telefonia mobile sono vietate in aree destinate ad attrezzature sanitarie, assistenziali, scolastiche, nelle zone parco e nelle riserve naturali;
  2. …omissis….

3. è vietata l’installazione in ambiti classificati, dagli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, come territorio di pianificazione territoriale e urbanistica, a prevalente funzione residenziale, servizi collettivi, attività produttive o turistico ricettive – (zona di rispetto 1000mt) -

Se ne deduce dovrebbe essere assolutamente vietato prevedere la collocazione di impianti di emissione all’interno di una fascia di rispetto non inferiore ai 1000 mt. in zona altamente residenziale anche se, le stropicciature dei vari punti della Normativa prevedono, l’uno il contrario dell’altro. Le case adiacenti alla fonte di emissione, infatti, riportandoci al comma 1 dell’art. 12 citato, hanno esposizione 24 ore su 24 e presentano tutto ciò che si vuole preservare con i vincoli stabiliti da tale comma e cioè, infanti, bambini, anziani e chiaramente adulti nel pieno delle forze e non.

Vi è, sostanzialmente, una eccessiva liberalizzazione del mercato in questo settore ed essendo molto concorrenziale e con elevati investimenti,  non è fornito di sufficienti regole.

Risultato? Le antenne compaiono dovunque, senza che siano ancora stabiliti concreti criteri e vincoli di Pianificazione, senza che vengano rigorosamente controllati i nuovi progetti sottoposti all’approvazione  e senza che siano state  poste in essere serie campagne di monitoraggio  del livello delle radiazioni esistenti sul territorio. Siamo totalmente ignari delle potenziali tragiche conseguenze. Argomento complesso perché non tangibile ed immediato nei suoi potenziali effetti nefasti che rimane da anni circondato da un alone di “incertezza”.

“L’incertezza scientifica” volutamente ovatta l’argomento, evidenziando una possibile pericolosa associazione con varie gravi patologie ma soprattutto tra leucemia infantile, tumori ed esposizioni residenziali. In un paese che ha raggiunto la “top ten” di corruzione, l’evidenza scientifica è naturalmente giudicata “limitata” perché  la certezza va a cozzare contro poteri economici cui noi Italiani siamo particolarmente sensibili.

Il confine tra il lecito e l’illecito dovrebbe però essere stabilito dalla Legge citata, continuamente ed impunemente stuprata nel nostro ex Bel Paese che dovrebbe stabilire punti fermi senza ammettere interpretazioni, nel rispetto del principio di precauzione sancito dall’art. 174 del Trattato Istitutivo dell’Unione Europea. “ Il Principio di Precauzione stabilisce infatti che l’ assenza di una piena certezza scientifica NON deve essere usata come una ragione sufficiente per posporre decisioni, là dove ci sia il RISCHIO di effetti seri ed irreversibili “. 

Chi non affronta il problema, impalpabile nell’immediato ma serio nei suoi potenziali effetti, rischia di diventare un semplice dato di future indagini epidemiologiche postume al danno, come solito succedere in questo “grande” paese. In base ai risultati GIA’ OGGI DISPONIBILI,  è infatti certo che nessuno possa negare che effetti biologici negativi POSSANO esservi. Anche in questo caso è quindi necessario intervenire per eliminare i rischi, anche se ritenuti solo potenziali. 

Principio di precauzione = Prevenzione

Uno stimolo ambientale costante ha un effetto evolutivo di adattamento allo stimolo attraverso la selezione, nel tempo, di un fattore di resistenza. Il concetto tempo è direttamente proporzionale a potenziali innumerevoli dipartite verso l’altro mondo. La tipologia di trasmissione di una antenna è tale per cui, immediatamente sotto l’antenna, le radiazioni sono limitate. Rimane quindi che chi affitta, guadagnandoci attraverso un contratto di affitto, ha pessimo e indegno comportamento e porta  notevole danno a molti altri residenti vicini  (cui, a volte, non viene chiesto illegalmente alcun permesso) mentre, essi ne rimangono  indenni, a meno che non abitino direttamente un sottotetto. Si tratta di una situazione di abuso di fatto, che i Regolamenti  e le Leggi nazionali e locali non evitano ancora ma che ha, per adesso, implicazione morale profonda e responsabilità di coscienza. 

Quindi, chiunque abbia autorizzato l’installazione sul proprio edificio di antenne della Telefonia in zona ad alta densità residenziale è, o troppo stupido o di dubbia moralità. L’impatto delle Stazioni Radio Base è infatti elevato in un raggio orizzontale di 20-70 metri dalle antenne, sui luoghi abitati posti a quota prossima a quella delle antenne.

A questo dovete aggiungere che Il Gestore nel progetto dichiara che trasmetterà attraverso un certo  numero di canali, con una certa potenza per canale e tutti i calcoli previsionali sono fatti in base a questi dati. Ma la situazione potrebbe rivelarsi peggiore: analizzando i dati tecnici delle antenne, si vede sempre che tali antenne possono  trasmettere attraverso un numero di canali più elevato di quello dichiarato dal Gestore ed inoltre possono trasmettere con una potenza per canale  molto superiore a quella dichiarata. Una volta ottenuto l’affitto dello stabile, sono senza controllo e le Leggi ed i Regolamenti non prevedono  i controlli sulle trasmittenti, che sarebbero invece doverosi, visto che le antenne possono trasmettere a potenze più alte di quelle dichiarate.

In sostanza se un Gestore utilizza la Stazione ad un livello di potenza superiore a quello dichiarato (quando il traffico lo richiedesse, per esempio), fa cioè il proprio comodo,  difficilmente qualcuno se ne potrebbe accorgere, a meno che ARTA e ASL non facciano scrupolosamente il proprio dovere di controllo. Se questa è la soluzione siamo spacciati.

Nessuno fa ma nessuno di noi pretende e questa è sempre nostra colpa.

Che differenza c’è tra un dipendente della P.A. che timbra e torna a letto e un altro che rimane sul posto di lavoro totalmente ignaro del ruolo che riveste, non competente di un delicato problema di salute pubblica, inadempiente rispetto le funzioni proprie di legge e totalmente sprovvisto di strumentazione idonea per dare piena protezione a tutela della salute pubblica? Dovete difendervi da soli perché lo Stato è totalmente assente, oltre che assolutamente saturo di imbecilli del settore e non. La macchina dei controlli previsti per Legge si muoverà solo dopo le prime dipartite da questo mondo in barba alle vigenti Leggi scritte a “prevenzione”. La legge non parla di dimostrare il danno prima di giustificare legalmente un intervento ma parla di prevenire il danno, attraverso il rispetto della Legge, in primis, da parte delle autorità dello Stato deputate alla nostra tutela.

PRINCIPIO DI PRECAUZIONE=PREVENZIONE, ART. 174 DEL TRATTATO ISTITUTIVO DELL’UNIONE EUROPEA.

Giovanni Foschi

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Ma i fatti dove sono?

Non soltanto le antenne della telefonia! Ci sono evidenze recenti (sperimentali) che l'uso frequente degli stessi cellulari è nocivo per l'uomo. Ci sono evidenze sperimentali che l'esposizione a campi EM 'non ionizzanti' simili a quelli usati nella telefonia mobile (per non parlare del 5G!) è cancerogena per gli animali cavia. Si sviluppano negli uomini ad esempio, sia pure lentamente, dei tumori denominati "vestibular schwannomas" (la stessa cosa negli animali cavia esposti alìgli stessi campi EM).
Qui di seguito alcuni recenti links specifici e tecnici, per chi abbia interesse ad approfondire. Naturalmente esiste un 'self-restraint' ad affrontare queste questioni, trattandosi di cellulari e di sviluppo delle tecnologie della comunicazione.
https://www.tandfonline.com/doi/abs/10.108...rnalCode=iebm20
http://microwavenews.com/news-center/more-coincidence
https://www.scientificamerican.com/article/new-studies-link-cell-phone-…
https://ehtrust.org/worlds-largest-animal-study-on-cell-tower-radiation…
https://ntp.niehs.nih.gov/ntp/about_ntp/trpanel/2018/march/publiccomm/e…
http://www.newsobserver.com/news/business/health-care/article207112454…
http://www.digitaljournal.com/pr/3716594
http://www.sbwire.com/press-releases/clear-evidence-of-cancer-concludes…
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0013935118300367/pdf

Triste realtà diffusa in ogni dove
Molto tempo fa cercai di far comprendere il potenziale inquinamento in presenza di antenna installata in centro storico
Un medico consigliere comunale mi apotrofó che finalmente il cellulare prendeva in piazza Martiri
Tropo tardi buoi scappati dalla stalla

Ma questa è pseudoscienza o opinioni in libertà? Viva gli scienziati de noaltri... e dire che lavorano in un ente tra le eccellenze scientifiche di Italia e internazionali. Beata ignoranza! Che tristezza!

@Serafino, non so dove Lei abbia preso simili certezze, a parte che i suoi Link fanno riferimento ad un solo studio del Ramazzini, Le ricordo che lo IARC ha stabilito che: " al termine di una revisione di studi sul tema, definisce i campi elettromagnetici (radiofrequenze dei telefoni cellulari e di altri dispositivi wireless) «possibilmente carcinogeni» (gruppo 2B), per i quali vi è una limitata prova di cancerogenicità negli esseri umani e un’insufficiente prova di correlazione nei modelli animali. Sono in questa lista tutte le sostanze sulle quali sono state fatte sperimentazioni ad altissimi dosaggi in laboratorio, ma per le quali non c’è al momento alcuna prova di pericolosità per l’uomo alle concentrazioni comunemente presenti nell’ambiente.". Inoltre all'Ing Taraschi vorrei ricordare che la presenza di ripetitori (la cui potenza delle onde emesse scema in pochi metri) fa si che il nostro cellulare posto vicino all'orecchio, non debba aumentare la potenza della ricezione. Molto semplice e pagante aizzare paure nelle persone, conviene però utilizzare argomenti un po' più solidi di 4 chiacchere da bar.

Caro Diego. Se avesse avuto la pazienza di leggere i link che ho postato avrebbe compreso che lo studio dello IARC è superato dagli eventi e dalle più recenti ricerche.

Ricordo che lo studio dello IARC concludeva dicendo:
"6.1 Cancer in humans. There is limited evidence in humans for the carcinogenicity of radiofrequency radiation. Positive associations have been observed between exposure to radiofrequency radiation from wireless phones and glioma, and acoustic neuroma. 6.2 Cancer in experimental animals. There is limited evidence in experimental animals for the carcinogenicity of radiofrequency radiation. 6.3 Overall evaluation. Radiofrequency electromagnetic fields are possibly carcinogenic to humans (Group 2B)."
monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol102/mono102.pdf

Non mi sembra che lo IARC (è stato scritto che allo studio partecipassero ricercatori legati agli interessi industriali) fosse troppo tranquillizzante già allora. Inoltre le concentrazioni di campi EM (alle varie frequenze etc.) abitualmente presenti nell'ambiente sono in continuo ed evidente aumento (si pensi al 5G).

Consiglierei la lettura di questo studio di una istituzione americana
https://ntp.niehs.nih.gov/ntp/about_ntp/trpanel/2018/march/publiccomm/e… che commenta il lavoro sperimentale di un'altra istituzione americana (National Toxicology Program Bioassay on RF GSM-and CDMA-Modulated Cell Phone RFR, NTP TR 595, March 12, 2018) abbastanza simile a quello fatto dal Ramazzini (a parte la differenziazione di campo usata nei due lavori, 'far-field' e 'near-field').

Non sono "chiacchere da bar" e non sono, le mie, affermazioni di un ambientalista.