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Il Corrosivo: Atri: quando la cultura c’è e si vede

di Elso Simone Serpentini
4 minuti

Sabato scorso, 29 luglio, sono tornato ad Atri, invitato ad essere relatore alla presentazione di un libro scritto da Alberto Rasetti sul Monastero di Santa Chiara.
Mi invitano sempre più spesso nella città dei duchi d’Acquaviva,  (foto Assunta Nespoli) dove tempo fa relazionai su un altro splendido libro, fotografico, del maestro Giuseppe Tracanna. In entrambe le occasioni ho apprezzato, oltre al calore dell’invito, la rarità del luogo in cui si svolgeva l’evento culturale (rispettivamente il Teatro Comunale, splendidamente conservati, e la Chiesa di Santa Chiara, splendidamente restaurata), la grande partecipazione di pubblico (gente anche in piedi, attenta generosa anche nell’acquisto del libro presentato), l’atmosfera generale di intensa emotività.
In entrambe le occasioni è stato presente, come in altre in precedenza, il sindaco, Gabriele Astolfi, accompagnato nella seconda dal suo assessore alla cultura, Domenico Felicione.foto assunta nespoli
Tutti e due sono rimasti dall’inizio alla fine, senza farsi sostituire da nessuno e senza dire che erano impegnati altrove e perciò costretti ad andare via dopo un breve saluto, come fanno altri sindaci e politici. Tutti e due sono rimasti sempre, dall’inizio alla fine a cena con me, con l’autore del libro Alberto Rasetti, con l’editore Gianluca Salzetta e con alcuni amici, con le rispettive consorti.

Quella del sindaco,Assunta Nespoli, è una fotografa di grande spessore e sapienza artistica. A cena la conversazione è stata piacevole, interessante, ad ampio spettro: dall’amministrazione della cosa pubblica, alla cultura, all’editoria locale, alla musica. Quasi cose d’altri tempi.
Poi, dopo cena, uscendo dal ristorante a sera inoltrata (quasi notte) mi si è presentato uno spettacolo incredibile. Nelle stradine e negli slarghi, in piazza del Duomo, davanti al Teatro Ottocentesco e davanti ai bar e ai caffè c’era una quantità incredibile di gente, giovani, anziani e intere famiglie che prendevano il fresco e nella più pacifica tranquillità si beavano della bellezza magica della notte di una cittadina che ha saputo conservare la sua preziosità architettonica e la magia dei suoi luoghi, con i balconi fioriti, le strade pulite... Scorci incantevoli. Uno spettacolo…( foto Assunta Nespoli)foto assunta nespoli

Come non provare invidia, e perfino gelosia, da teramano, nel confronto che non ho potuto evitare tra quello che vedevo qui, tra i cittadini che mi hanno quasi eletto a cittadino onorario, e la mia città, Teramo, che mi disdegna e disegna se stessa… Il sindaco di Teramo non l’ho mai visto presente in nessuna presentazione di libri o in altri eventi culturali, mai comunque dall’inizio alla fine quando è stato presente, e sempre rappresentato, non sempre degnamente, da altri quando presente, con qualche giustificazione altrui della sua assenza, causata da altri impegni. Di assessori alla cultura teramani, se ne sono succeduti alcuni e taluni mi hanno mandato, in varie forme, a quel paese. I luoghi della città sono quasi tutti perduti, sporchi, come le vie e le strade. In ampi squarci di tempo gli spazi sono vuoti, le strade e le piazze sono deserte e, quando non lo sono, non si odono che schiamazzi e non si percepiscono che fetori di birra e di urina. I nostri edifici storici non ci sono più e quelli che sono rimasti sono offesi da lorditori forniti di bombolette spray, i nostri balconi non sono più fioriti e le viuzze sono scure e sporche, il nostro magnifico Teatro è morto e sepolto e al suo posto, nello spazio che fu il suo, un cinema finge di essere un teatro e si vendono mutande e reggiseni.

Gli amministratori e i politici che vanno a cena invitandosi tra di loro per complottare non credo che parlino di cultura, di musica, di poesia o di letteratura, anzi credo che continuino a tradirsi a vicenda. Il degrado generale non trova chi ponga ad esso rimedio, perché i medici che potrebbero fare una diagnosi ed applicare una cura sono impegnati in altro e quelli che non sanno fare né l’una né l’altra cosa, si applicano ottenendo l’effetto contrario a quello sperato. La cultura, quando c’è, si vede e si vede anche quando non c’è. Ovviamente, si vede che non c’è. Ad Atri c’è, a Teramo no. Eppure a Teramo c’è chi si prefigge e si illude di far diventare la città capitale della cultura, dopo averla ridotta a capitale dell’ignoranza.

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Serpentini mi colpì alla presentazione del libro fotografico di Giuseppe Tracanna. Quando parla arriva, e, quando arriva con le sue parole arrivano sempre impressioni e argomentazioni frutto di molta conoscenza e di molta cultura. Mai nei suoi interventi parole inutili o non funzionali al discorso. Mai retorico. Piuttosto trovi nel suo fiume comunicativo partecipazione emotiva e passione autentica e chi ascolta "sente" la bellezza che egli sa riconoscere e analizzare. Insomma il Professore è bravo. Un po' severo con la sua Teramo? Non so ... sembra proprio che l'antico adagio "Nemo profeta in Patria" sia destinato all'eternità.