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Il Corrosivo. Labor, Lux, Libertas: tre valori su un sigillo

di Elso Simone Serpentini
10 minuti

Il “colpo di teatro” ideato per la presentazione del mio libro sulla massoneria teramana a Bellante, due giorni dopo quella di Teramo, è riuscito alla perfezione.
In quella di Teramo qualcuno era arrivato a dire che, in fondo, della appartenenza di Melchiorre Delfico alla massoneria non si sono mai trovate prove certe e che quindi è da ritenere non certa. E’ difficile far capire a chi non vuol capire che in una materia così fluida ed incerta, tenuta riservata o segreta o perfino occultata, è difficile, se non impossibile,  procedere con i metodi della ricerca storica convenzionale. E’ difficile far capire che si deve ricorrere ad un metodo di indagine diversa, basata su criteri differenti da quelli che possono portare alla “certezza storica”, che si deve puntare a quella che Cartesio chiamava “evidenza”. Per il filosofo francese il metodo a cui far ricorso era quello che attribuiva il carattere dell’evidenza a tutto ciò che appariva “chiaro e distinto”.

La certezza filosofica si distingue da quella storica proprio perché si basa sull’evidenza e per quanto riguarda la massoneria ricorrere solo all’investigazione storica risulta un limite. Non si tratta di attribuire certezza e validità probatoria a ciò che è solo indiziario. Questo sarebbe grave colpa in una investigazione penale, ma la ricerca riguardo alla massoneria e ai suoi affiliati non è né una ricerca criminale né una ricerca storica. Non è nemmeno una ricerca filosofica, ma una investigazione che deve avvalersi di una molteplicità di metodi e di criteri. A chi continua a dire che non c’è la prova che Mazzini sia stato affiliato alla massoneria si può mostrare la lettera autografa in cui il genovese, il 3 giugno 1868, scriveva ai "fratelli" della R. Loggia Lincoln all'Oriente di Lodi per accettare la presidenza onoraria della Loggia. (Archivio Storico Grande Oriente d'Italia, Collezione Lattanzi).

A chi continua a dire che non è certa l’appartenenza di Melchiorre Delfico alla massoneria, in mancanza di una prova documentaria altrettanto certa (ma ci sono testimonianze di quanti parlano di una sua affiliazione alla Loggia Philantropia di Napoli, favorita dal Filangieri) si può far notare che, se non lo fosse stato, difficilmente il suo pronipote, Filippo De Filippis Delfico (di cui si conserva nella Biblioteca Provinciale “Delfico” il diploma di affiliazione massonica) avrebbe intestato proprio a lui la loggia massonica teramana da lui fondata il 30 marzo 1870, la prima costituita in Abruzzo dopo l’Unità d’Italia. Ma chi persiste nel negare anche l’evidenza non si smuove nemmeno davanti alla considerazione che, se Melchiorre Delfico non fosse stato massone, difficilmente ben due logge teramane, di due diverse obbedienze, porterebbero ancora oggi il suo nome.

Sulla base di queste considerazioni, il colpo di teatro ideato per Bellante è stato perfetto. L’antiquario (e artista) teramano Corrado Anelli mi aveva parlato al telefono di un antico sigillo massonico della loggia teramana intitolata a Melchiorre Delfico e lo avevo pregato di venire a Bellante e mostrarlo all’uditorio sul finire della presentazione. Tutto è andato come avevamo programmato. Quando Anelli ha mostrato il sigillo, l’uditorio è entrato in agitazione. In fretta si è cercato un tampone inchiostrato e ognuno ha voluto stamparsi il timbro, su permesso di Anelli, su un foglio di carta o sulla copia del libro appena acquistata. Non lo avevo mai visto prima quel timbro, l’ho osservato poi con attenzione, guardato e riguardato, analizzandolo, nella fotografia che ne è stata fatta. Alla fine qualche idea me la sono fatta e qualche ipotesi l’ho formulata.

Usato con il tampone inchiostrato, quello per timbri di gomma o di ferro, l’impressione è risultata carente e la visibilità della scritta e dei simboli scarsa.
Infatti non si tratta di un timbro, ma di un sigillo, in ottone, da usare con la ceralacca, dove dà il meglio di sé. I margini sono sbocconcellati e questo ne dimostra l’inteso uso e l’antichità. Insieme con l’impugnatura di legno, questi dettagli dimostrano che il sigillo risale quanto meno all’Ottocento. Ma a quando, di preciso?
Questo è impossibile dirlo, ma certo è, o quanto meno evidente, che si tratta del sigillo della R.L. Massonica Delfico 196 di Teramo. Il motto che compare nel sigillo non è quello fatto proprio dalla Loggia attuale e appartenente alla famiglia Delfico (“Eat in posteros delphica laurus”), ma “Labor, Lux, Libertas” che conferma l’antichità e indica tre valori tipici della massoneria di fine Ottocento. Una caratteristica peculiare è che il sigillo riporta la scritta tradizionale: “O. di Teramo” (con i tre puntini a triangolo che, come usa la massoneria, punteggia e sostituisce la parola intera), ma invece di riportare la scritta “R.L.” (sempre con i tre puntini al posto di un puntino solo della usuale punteggiatura profana), riporta una R. seguita da un quadrato con un punto al centro. Perché? Che cosa vuol dire quel quadrato? E’ evidente che si tratta di un simbolo e nella massoneria il simbolo è essenza.

La mia ipotesi è che esso indichi ciò che indica nella tradizione massonica, simboleggiando la Quintessenza insita nel numero 4, per mezzo di un Quadrato con un punto al Centro. Il concetto e il simbolo della quintessenza sono tipici della massoneria di tradizione alchemica, che, guarda caso, è quella alla quale era assai vicino Melchiorre Delfico sia nel suo periodo napoletano che in quello successivo, quando diede vita alla cosiddetta “rinascenza” teramana. Ipotizzo che quel R. seguito da un quadrato con un punto al centro voglia dire R(egio) T(empio), variante significativa rispetto alla dicitura R(egia) L(oggia)
Ma qual è la provenienza del sigillo? A guardarlo bene, esso mostra altre due caratteristiche: a sinistra e a destra della squadra e del compasso e del circoscritto occhio onniveggente, si notano due macchie che appaiono il risultato dell’abrasione di due altri simboli, di cui rimane visibile solo una tenue traccia.

La macchia di sinistra è più riconoscibile e sembra quella (abrasa) di un cavallo con cavaliere, assai simile a quello che compare sul sigillo della carboneria teramana che ho messo sulla copertina del mio libro sulla massoneria teramana. Ipotizzo che sul sigillo in questione la presenza di quel simbolo stesse a testimoniare la tradizione carbonara della loggia teramana e che fosse stato abraso per l’evidente contraddizione con la scritta “R(egia)”.
Nel sigillo ricordato della carboneria teramana la R seguita da tre punti non sta per “R(egia)”, ma per “R(egione)”, seguita dalla dicitura “Pretuziana” e la parola “Oriente” (sempre con la O seguita da tre punti) è seguita dalla dicitura “Centrale”, facendo chiaramente intuire l’ispirazione “unitaria” dei carbonari teramani, per i quali la Regione Pretuziana sarebbe stata centrale nello stato unitario a cui essa aspirava e non più quella più settentrionale del Regno di Napoli. La macchia di destra è meno riconoscibile, ma sembra rappresentare un cavallo senza cavaliere.

La curiosità dei più a Bellante (e anche dopo), era incentrata sulla domanda: ma qual è la storia successiva di questo sigillo?
Ho motivi (che ritengo validi) di fare questa ipotesi. Usato per lunghi anni quale sigillo per ceralacca della Loggia Delfico, esso doveva essere custodito dall’avv. Francesco Di Girolamo nella sede della Loggia, sita al secondo piano di uno stabile di sua proprietà, a Teramo in Via Muzi n. 5.
E’ assai probabile che esso sia stato sequestrato, insieme con tantissimi documenti e varia oggettistica massonica, nel corso della perquisizione disposta dal regime fascista nel novembre 1925 sia nella sede della loggia che nelle abitazioni, di Teramo e di Montorio, del Venerabile Di Girolamo.
Tutto il materiale sequestrato fu affidato dal Prefetto Albini, in deposito giudiziario, al gerarca fascista cav. Carlo Alberto Cimato. Ricordo che quest’ultimo trascorse gli ultimi anni della sua vita nella casa di riposo “De Benedictis” (dove ebbi molti colloqui con lui), dopo aver disperso per mille rivoli tutto ciò che aveva in casa. Molte delle sue carte sono finite nella Biblioteca “Delfico” (Fondo Cimato), ma i mobili e gli arredi sono andati dispersi, in parte venduti, in parte ceduti a rigattieri.

E’ assai probabile che il sigillo della Loggia Delfico sia finito a qualcuno di loro, arrivando poi in possesso a Pietro Marcattili, appassionato collezionista e antiquario, il quale lo ha poi ceduto a Corrado Anelli, che ne è l’attuale depositario e proprietario. A Bellante il sigillo è tornato visibile a tutti. Dà il peggio di sé se usato con l’inchiostro e il meglio di sé se impresso sulla ceralacca. Dopo tanti anni indica ancora tre valori ai quali dice di ispirarsi anche la massoneria di oggi: Labor, Lux, Libertas. Peccato che oggi di lavoro ce ne sia sempre meno, che la luce sia poca e l’ombra troppo. Quanto alla libertà, quella che dicono che abbiamo mi sembra sempre più simile a quella di un pollo sul girarrosto.

                        

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R.:. L.:. non vuol dire R(egia) L(oggia), come ha insinuato lo "studioso" della Massoneria locale. Sta per R(ispettabile) L(oggia). E questo da sempre, sia prima che dopo la nascita della Repubblica. Sarebbe bastato un minimo di studio e ricerca in più, su fonti facilmente reperibili, fra l'altro. Ma so di chiedere troppo al sedicente esperto di Massoneria locale. Ringrazio per l'ospitalità e saluto ricordando quell'antico motto teramano che diceva A LO PARLARE AGI MESURA. Cordialità.
Crise ammazza che galletta. Grande Prof, anche se a suo tempo mi bocciò. Giustamente non ero portato.
Si dovrebbe sapere che non sempre R... ha significato R...ispettabile. e anche per questo sarebbe stato necessario qualche studio in più.
E' UN BEL LIBRO quello del prof. serpentini, da leggere e rileggere. il tentativo, ben riuscito, di scoperchiare e intravedere ciò che bolle nelle pentole delle nostrane logge e del potere locale. naturalmente gli storici, nostrani, forse anche in perfetta buona fede, eccepiscono la carenza della prova rigorosa della esistenza della massoneria ... (di società segreta !). leggendo il libro ho intravisto, ma forse mi sbaglio, il credo politico dell'intellettuale serpentini. ho visto balenare, di tanto in tanto, una certa avversione nei confronti del mondialismo massonico e finanziario, nei confronti della disinformazione, contro gli inservienti politici del potere locale. l'intellettuale sembra affermare: non più destra, non più sinistra, non più etichette ma attività mirate a creare le premesse culturali ed anche politiche di una alternativa, reale e organica, agli schemi politici ed agli artifici ideologici. CHE DIRE, un bel libro da leggere e rileggere, una prateria senza steccati e non una riserva indiana, come le logge de noantri.....san souci!
Ho letto il libro e lo ritengo tutto sommato interessante, anche al netto di alcune gravi carenze. Per esempio è evidente la dicotomia interna a questo lavoro: a fronte di una prima parte, in cui la presenza e l'attività delle Logge sono comprovate da fonti documentali, ed infatti il testo è arricchito da diverse note, vi è una seconda parte francamente deludente, costruita con ritagli di giornale, opinioni personali, copia&incolla dal web e in generale carente di riscontri oggettivi. Ora l'autore se ne rende conto e, a sua difesa, invoca l'assenza di fonti documentali o l'impossibilità di accedervi. E quindi procede con il c.d. metodo indiziario. Nulla da eccepire ma anche gli indizi devono avere una valenza oggettiva per essere considerati tali. Ad esempio vi è un capitolo dedicato allo strapotere della massoneria teramana: il lettore si aspetta chissà quali rivelazioni ed invece si ritrova le opinioni personali dell'autore. Le quali sono senz'altro rispettabili, ma inadatte a supportare un lavoro storiografico, neanche sotto forma di mera cronaca; al più possono essere interessanti se utilizzate per stendere un romanzo. E infatti la seconda parte del testo mi pare più un romanzo che non il lavoro di uno studioso serio. Tuttavia riesce comunque a solleticare le corde del lettore più curioso (o pettegolo), inserendo un elenco di nominativi di concittadini appartenenti alla massoneria. A tal proposito osservo che non vi sono i nomi di coloro che hanno anestetizzato e stuprato la nostra città negli ultimi decenni: non mi pare, ad esempio, che il picconatore del teatro comunale fosse massone. Chi ha fatto il bello ed il cattivo tempo nella nostra città ha una appartenenza precisa e non è quella massonica, ma quella partitica. Anzi per essere precisi di un partito, la DC. Coloro che "comandano" oggi sono sempre gli stessi democristiani di ieri oppure i loro figli. In conclusione, all'autore faccio presente che, se trova un solo documento che attesta R:. L:. quale acronimo di Regia Loggia e non di Rispettabile Loggia, gli offro una cena in un qualsiasi ristorante di suo gradimento. Cordialità
Una cosa è sicura, molti nomi hanno posizioni di potere all'Università, negli enti pubblici, nessuno ha mai visto i concorsi, nessuno ha mai testato le loro capacità. Come mai si trovano tutti lì? Come mai? Caro appartenente è solo una questione casuale di Appartenenza politica? Gli accordi interpolitici sono solo tali?
DUE SOLI ESEMPI INDICABILI IN UNO STATO IN UNO STATO DI QUASI EMERGENZA (al mare con connessione precaria) 1) - "Di Rito scozzese antico accettato, la Regia Loggia Arnaldo nacque nell’ottobre del 1863 e tra i suoi fondatori annoverò il dottor Francesco Feliciangeli (Sovrano Principe del Real Segreto), emigrato romano residente a Torino, ex..." Da Silvano Danesi, Brevi note storiche sulla massoneria bresciana. - "La prima testimonianza certa della presenza nel bresciano della Massoneria in forma organizzata riguarda, agli inizi dell’Ottocento, la Regia Loggia Amalia Augusta (dedicata ad Amalia Augusta Beauharnais, moglie di Eugenio Beauharnais) all’Oriente di Brescia, nata a Milano per opera dei massoni della loggia Josephina e dipendente dall’Oriente di Milano." VEDI: http://www.silvanodanesi.info/?page_id=209 2) "Nel 1778, a Parigi, sarebbe diventato membro di una loggia francese ... Tempie a l'Ouest de Carcassonne DUE(Regia Loggia dei Comandanti del Tempio a Ovest di ..." [da Origini e storia della massoneria. Il tempio e la loggia, di Michael Baigent, Richard Leigh] SUL LIBRO accetto qualsiasi critica. La differenza di metodo tra la prina parte (storia) e la seconda (cronaca) sono stato io per primo ad evocarla, già nel libro.

Salve, vorrei sapere se in passato a castelli vi era qualche figura di spicco legata alla massoneria?
Randi?

Gianluca, difficile dirlo. Anche per Castelli ci sono solo indizi e non prove certe. Di sicuro Barnabei e Celli, che con Castelli hanno avuto a che fare. E qualcuno del loro entourage. Sono ancora in attesa di un invito a pranzo o a cena nel migliore ristorante di Teramo. Arriverà? Quando arriverà?
Per Celli intende il signore che ha la targa commemorativa sotto il comune?e di Potito Randi che dice?
Egregio Professore, l'invito arriverà se e quando riuscirà a dimostrare, con documenti, le sue affermazioni. A tal proposito Le segnalo: 1) http://silvanodanesi.info/wordpress/wp-content/uploads/2008/06/discipli… Tanto per restare alla sua fonte, il blog di un giornalista, che forse non ha letto con attenzione. Si evince comunque che R. L. sta per Rispettabile Loggia. 2) http://www.jstor.org/stable/20085334?seq=3 Da cui non risulta l'affiliazione massonica di B. Franklin al consesso da Lei indicato a supporto della sua tesi. Questo dimostra che il gruppo in questione, se mai è esistito, non fosse una Loggia Massonica ma un ordine di diversa natura. D'altra parte, anche in questo caso, la sua fonte bibliografica di riferimento è quantomeno labile: il libro al quale si riferisce è il romanzo di due scrittori. Non è un documento. E comunque non prova le sue affermazioni. Cordialità.
Egregio Crise (convinto ancora di difendere il suo anonimato?), attribuisco alla sua "riservatezza" e alla sua "tirchieria" il mancato invito a pranzo o a cena. Lei aveva parlato di un documento in cui risultasse "Reale", senza premettere che intendeva valutarne la validità. Tra noi due il saccente, è lei, e se, come penso, lei è massone al corrente di cose massoniche, la invito ad approfondire l'argomento delle logge reali, proliferate segretamente anche in Italia in un accordo tra massoneria e monarchia. Se poi lei pretende documenti in carta bollata, non ci siamo... perché nella storia della massoneria i documenti assolutamente certi sono rari e spesso vengono fuori dopo secoli. Non abbiamo il tempo di aspettare tanto. Comunque, facciamo così: l'invito a cena glielo faccio io. Ne potremo parlare a voce e approfondire l'argomento, che è molto più complesso di quanto possa apparire. La cena non le costerà niente... solo rilvelare la sua identità. E' disposto a pagare il prezzo?
Mi spiace deluderla ma non sono un massone. Non appartengo ad alcuna Loggia massonica, sia essa Rispettabile o Reale (come direbbe Lei). Sono un semplice studente. Libero di crederlo o meno, anche perché non so quanto possa essere importante. La nostra "querelle" è partita dal significato dell'acronimo R:. L:. in ambito massonico. Io sostengo che voglia significare Rispettabile Loggia; Lei ritiene che stia (anche) per Reale Loggia. Orbene, sto lavorando a una tesi in cui cerco di analizzare il ruolo che ebbero alcune Logge degli Stati preunitari nelle vicende che portarono all'Unità d'Italia. Sull'argomento ho letto, tra l'altro, A. A. Mola (Storia della Massoneria italiana dalle origini ai giorni nostri), N. M. Di Luca (La Massoneria. Storia, miti e riti; I documenti fondamentali della Massoneria), L. Pruneti (Annales Gran Loggia d'Italia degli A.L.A.M. 1908 - 2012), F. Venzi (Introduzione alla Massoneria). Libri che Le raccomando caldamente. A partire da A. A. Mola che è il più autorevole massonologo italiano. Anzi, se davvero è in confidenza col Prof. Mola, chieda a lui un barlume di "Vera Luce" sulla nostra piccola diatriba. In ognuno dei lavori che ho citato ci si riferisce a R:. L:. come a Rispettabile Loggia. Non ho trovato un solo testo, un solo documento, una sola fonte, un solo rigo, una sola nota che possa corroborare la sua tesi (Reale Loggia). Mi può illuminare Lei? Da quale fonte trae fondamento la sua tesi? Lei mi invita "ad approfondire l'argomento delle logge reali, proliferate segretamente anche in Italia in un accordo tra massoneria e monarchia." Bene, tenterò. Mi suggerisce un testo che non sia partorito dalla fantasia di un romanziere? Le ho chiesto di produrre un (qualsiasi) documento a sostegno della sua tesi perché i documenti sono idonei a esaminare la storia con oggettività e imparzialità, senza pregiudizi di sorta. Il resto sono chiacchiere e illazioni, miti e leggende. Quanto allo pseudonimo (che è altra cosa dall'anonimato) è una semplice forma di timidezza: non ho la vanità di voler vedere il mio nome pubblicato sul web. Se mi permette, La saluto con un invito che rivolgo anche a me stesso: lege, relege, quaere, lavora, denim invenies occultum lapidem. Ringrazio G. Falconi per l'ospitalità concessami.
Rispondo con un solo elemento. Io non ho mai sostenuto (rilegga il mio corrosivo) che R:. voglia dire SEMPRE Reale ed è ovvio che io SO che vuol dire Rispettabile. Ho solo cercato di interpretare QUEl SIGILLO particolare, con quel quadrato con il puntino al centro e nel tentativo di interpretazione ho ipotizzato che volesse dire non Reale Loggia, ma Reale Tempio. Tutto qui... Infatto io scrivevo: " Ipotizzo che quel R. seguito da un quadrato con un punto al centro voglia dire R(egio) T(empio), variante significativa rispetto alla dicitura R(egia) L(oggia)". Il riferimento, ripeto, è solo a quel timbro. E' lei che ha tratto conseguenze, come dire, pervasive e ha inteso che io parlassi di tutte le logge. Quanto alla dicitura Reale Loggia ne ho trovate e ci sto lavorando, così come sul quadrato con il punto, davvero interessante. A proposito, visto che lei è uno "studente" così bravo, e visto che ha lo pseudonimo che ricshiama un'apollinea sacerdotalità, mi fornisce lei umn'ipotesi attendibile sul suo significato? E' così avanti nei suoi studi per poter almeno abbozzare un'ipotesi?
Dizionario massonico GRAN LOGGIA D'ITALIA U.M.S.O.I.: Dizionario Massonico R - Z "R.L.: Sigla massonica, quasi sempre scritta con i tre puntini (v.) in luogo dei punti, da alcuni interpretata come Reale Loggia (v. Arte Reale), da altri, in maggioranza, come Rispettabile Loggia (v. Abbreviazioni)."
Egregio prof. Serpentini. I tuoi libri fanno onore alla nostra città, e sono molto apprezzati. Volevo chiederle, se le è possibile, non so se chiedo troppo, pubblicare un libro sul brigantaggio teramano dopo il 1860, fu una realtà teramana. Ci sono accenni vaghi su atti dei briganti nei nostri paesi collinari, intorno a Teramo, scontri con i piemontesi. Sarà più in la possibile , leggere questo libro. Cordiali saluti
- http://www.garibaldi315.com/fotogallery_pubblica/fotogallery.php Sulla home page della Loggia G. Garibaldi 315 all'oriente di Catania si legge: "In questa pagina potrai visionare le foto della Reale Loggia Garibaldi 315" - http://www.oicl.it/logge/index.htm su questo sito si legge: LE LOGGE dell'O.I.C.L Le Officine attualmente attive all'interno dell'Ordine Iniziatico dei Cavalieri della Luce sono sei, più una in formazione: - Real Loggia RENé GUéNON (costituita il 30.04.1993 - prima Loggia dell'Ordine). - Real Loggia ALESSANDRO FORTIS (costituita il 23.12.1980 - Loggia Madre). - Real Loggia GALAHAD (costituita il 20.11.2001). - Risp.le Loggia THULE (costituita il 19.06.2007). - Risp.le Loggia IPERBOREA (costituita il 16.10.2012). - Regio Laboratorio GIULIANO IMPERATORE (istituito il 21.12.2006). Real Loggia RENé GUéNON Ritualmente Costituita il 30.04.1993 N° 133 (G.O.I.) all'Or. di Genova Fondatore: Nicola Crea Composizione: maschile Colore: blu Riunione: 2° martedì del mese Real Loggia ALESSANDRO FORTIS Ritualmente Costituita il 23.12.1980 N° 59 (G.O.I.) all'Or. di Genova Fondatore: Angelo Robotti Composizione: mista Colore: verde Riunione: 2° lunedì del mese Real Loggia GALAHAD Ritualmente Costituita il 20.11.2001 N° 64 (S.G.L.N.I.) all'Or. di Genova Fondatore: Nicola Crea Composizione: maschile Colore: rosso Riunione: 2° mercoledì del mese
Dizionario massonico R-Z Fonte: Dizionario Esoterico di Esonet, curato da Riccardo Chissotti, adattato dal web-master. La versione integrale è scaricabile dal sito di Esonet: "R.L.: Sigla massonica, quasi sempre scritta con i tre puntini (v.) in luogo dei punti, da alcuni interpretata come Reale Loggia (v. Arte Reale), da altri, in maggioranza, come Rispettabile Loggia (v. Abbreviazioni)." Per Marco. sul brigantaggio post unitario ci sto lavorando da decenni. Ma lo sviluppo della collana si trova ancora a Marco Sciarra e Giulio Pezzola. Non so se farò in tempo, data la mia tarda età, a finire e a pubblicare un libro sul brigantaggio in questione. Spero di sì.
Trilateral, Bilderberg, massonerie, mafie... La democrazia è una conquista ancora lontana, ma non per questo bisogna rinunciare a lottare. Oggi questi foschi e loschi poteri appaiono invincibili, come la santa inquisizione e il nazismo, ma la storia insegna che così non è. Un grazie al Prof e ovviamente al Falco e a I due Punti. Una goccia, tante gocce apparentemente innocue riesciranno a sgretolare anche la roccia più dura.