Dunque, sintetizziamo il caos Italia.
Nel 2008, nel 2006, nel 2001 e via indietro fino a Berlinguer, il centrosinistra (coalizzato o meno) ha sempre preso più o meno 12 milioni di voti.
Di questi, nel 2013, ne ha persi oltre 3 milioni e mezzo, dimostrando per la prima volta nella propria storia che il blocco sociale che sostiene il PD si sta sgretolando.
Al ballottaggio delle primarie fra Renzi e Bersani, conclusosi con quasi il 40% per il primo e più del 60% per il secondo, ballottaggio nel quale si pretese di chiudere la porta in faccia ai cittadini facendo votare solo i militanti, si è reso manifesto che nel PD vi sono due anime: una rottamatrice, innovatrice, ruffiana e grillina; l’altra conservatrice, opportunista, vecchia e indigesta.
Se avesse prevalso la prima i bersaniani di ferro, ligi alla disciplina, avrebbero comunque votato PD; ma siccome ha avuto la meglio la seconda tutti i rottamatori sono fuggiti ad ingrossare il gregge degli 8,7 milioni di grillini.
Questo dato suggerisce l’unica soluzione affascinante fra le ipotesi di governo del Paese: che Bersani proponga l’incarico di governo a Renzi, il quale garantirebbe la Presidenza del Consiglio comunque al PD; dimostrerebbe l’intelligenza del Segretario che comprende cosa la piazza gli ha mandato a dire e fa un passo indietro (magari riservandosi un dicastero); tenderebbe una gigantesca mano al Movimento 5 Stelle, che in Renzi potrebbe riconoscersi abbastanza sia anagraficamente che nel merito delle proposte politiche.
Comprendo che tale scenario sia altamente improbabile a causa della miopia bersaniana e dell’attaccamento ai posti di comando di tutta la sua squadra veteroaffaristica, ma questa soluzione consentirebbe un governo PD-M5S abbastanza stabile.
Le alternative sono preoccupanti.
1) Grillo ha giustamente dato a Bersani del “morto che parla”, esplicitando come lo veda esponente del peggio che la politica ha fatto in questi 20 drammatici anni. La tentazione egoistica del M5S è quella di costringere all’unione il PD e il PDL, restando all’opposizione di un governissimo contro natura che avrebbe vita breve e tormentata, così da lucrare alle prossime elezioni una maggioranza bulgara.
2) Le truppe grilline potrebbero continuare con il refrain del “Tutti a casa”, facendo naufragare qualsiasi collaborazione parlamentare e costringendo la Legislatura ad una fine precocissima (se il PD e il PDL sfuggissero ad un abbraccio per loro mortifero), in modo tale da lucrare facili e rapidi consensi nelle urne.
3) Grillo appoggia un governo Bersani o similare sulla base di un programma stringato e condiviso di pochi provvedimenti, scenario che potrebbe produrre gli esiti più diversi a seconda dell’accoglienza che i cittadini dovessero riservare alle misure legislative da adottare, ma che plausibilmente normalizzerebbe la presenza istituzionale dei grillini, con il rischio di una emorragia di voti qualora la cura non consentisse la rivitalizzazione rapida dell’Italia.
Credo sia da escludere a priori l’ipotesi di un Governo a guida M5S con l’appoggio del PD, perché semplicemente il PD ha il triplo dei seggi di Grillo e non sarebbe dignitoso abbassarsi le mutande fino alle caviglie.
Insomma, l’Italia è in una situazione shakespeariana e, come nelle opere teatrali del grande drammaturgo inglese, si attende un qualche “fool” che avanzi sulla scena per sbrogliare la matassa di una trama altrimenti inestricabile, ma che un esito purchessia deve giocoforza produrlo.
Il “fool” della tragedia “Re Lear”, travestito da Beppe Grillo, frattanto ammonisce i partiti: “Attento a te, ché se non sei capace di sorridere alla parte da dove spira il vento, presto ti buscherai il raffreddore”.
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Caro Esperto, lei pensi, io sto ancora aspettando che un giornalista sveli il terzo segreto de I Due Punti. Chi li paga?...lo sa ancora non ci riesce. Sa Perchè? Perchè siamo lberi. Lei per noi è fondamentale, ma se dovesse lasciarci conserveremo un ottimo ricordo. Grazie lo stesso per aver condiviso un tratto di strada.