Le stupidate pronunciate da Paolo Tancredi sono divenute ormai proverbiali, hanno una notorietà internazionale e dovrebbero essere studiate nelle scuole per comici.D’altronde quel genio di Albert Einstein ha definitivamente sancito che “Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi”.
Questa volta il nostro deputato (ex senatore), orgoglio della teramanità, si è nuovamente spinto nella difesa solitaria del misero stipendio da Onorevole (o meglio: Onorevole di diritto, Disonorevole di fatto).
Il primo luglio 2013 Paolino il poverello ha dichiarato a “Tempo Reale”: “Basta con questo qualunquismo, non siamo noi il problema. Al netto, noi parlamentari prendiamo meno di un qualsiasi dirigente del Comune di Teramo o della Provincia di Teramo. Non capisco perchè un dirigente pubblico debba farlo per tutta la vita? Per quale motivo? E soprattutto perchè devono fare carriera nel Pubblico, quando un dirigente che lavora per un privato giustamente deve essere sottoposto sempre a giudizio...”.
Ma lo scorso 26 marzo Paolo Tancredi aveva illuminato persino una puntata di Ballarò su RaiTre, dichiarando “finchè mi converrà fare il senatore lo farò” (http://www.iduepunti.it/abruzzo/28_marzo_2013/paolo-tancredila-politica-ho-una-famiglia-finch%C3%A8-conviene).
Non pago, il 9 aprile lo statista teramano ribadiva a Teleponte che lo stipendio “È importante, continuerò a fare politica fino a che avrò uno stipendio adeguato e perché questo mi serve perché ho famiglia”. Aggiungeva, come ormai noto a tutti, di essere favorevole alle raccomandazioni (http://www.iduepunti.it/il-caff%C3%A8/31_marzo_2012/le-raccomandazioni-nel-tancredi-pensiero). Puntualizzava che fare politica non è una missione (“Questa è una stupidaggine perché i politici vanno in Parlamento anche per lo stipendio”).
Ancora inquieto, il 10 aprile Paoletto rilasciava un’intervista memorabile al giornale online L’Occidentale (http://www.loccidentale.it/node/121053), intitolata: “Mi ribello al buonsensismo sulla Casta”, intervista che sintetizzo:
“D.: Onorevole, in Rete gira un video dove Lei difende gli stipendi dei parlamentari.
R.: sì, rivendico il mio stipendio da parlamentare.
D.: Apriti cielo!
R.: per me la politica è una passione, nient’altro. Finché sarà conveniente farla continuerò a svolgere il mio compito di deputato. Se diventasse sconveniente, penserei ad altre strade.
D.: E allora perché esporsi in questo modo?
R.: Sono allergico al buonsensismo”.
Lo sciocchezzaio tancrediano è ricco di inesattezze e di approssimazioni degne di un “cafone siloniano” (chiedo scusa al cafone e pure a Ignazio Silone). Vediamole.
Mi sono già occupato dello stipendio da senatore di Paolo Tancredi (http://www.iduepunti.it/francia/16_settembre_2011/sulla-provincia-forse-tancredi-%C3%A8-male-informato) e ho già avuto modo di puntualizzare che “ci costa mensilmente la media di circa € 22.557,90”.
Ma adesso che è divenuto Deputato la musica non cambia, anche se lui non lo sa.
Proviamo a spiegarglielo.
Sul sito della Camera dei Deputati (http://leg16.camera.it/383?conoscerelacamera=4) sono pubblicate le voci stipendiali dei parlamentari, così composte:
– l’indennità parlamentare, corrisposta per 12 mensilità, è pari ad un importo lordo mensile di € 10.435,00;
– la diaria mensile è pari ad € 3.503,11 netti;
– il rimborso delle spese per l’esercizio del mandato (che sostituisce il contributo per le spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori) ha un importo mensile di € 3.690 euro netti;
– tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale;
– rimborso spese trimestrale pari ad € 3.995,10 per il deputato che deve percorrere oltre 100 km per raggiungere l'aeroporto più vicino al luogo di residenza;
– € 3.098,74 annui per le spese telefoniche;
– l’assegno di fine mandato pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi);
– lauta pensione.
A conti fatti, Tancredi ci costa oltre € 20.000 al mese, per un totale annuo lordo vicino ad € 300.000.
Ma Torniamo alle parole di Paolino: “Al netto, noi parlamentari prendiamo meno di un qualsiasi dirigente del Comune di Teramo o della Provincia di Teramo”.
Scemenza colossale, perché i dirigenti degli Enti Locali, fra stipendio tabellare, retribuzione di posizione e retribuzione di risultato, prendono mediamente fra gli 80.000 e i 110.000 euro lordi l’anno. Esattamente un terzo di quanto ci costa Paolo Tancredi.
Il quale dichiara ingenuamente: “Non capisco perché un dirigente pubblico debba farlo per tutta la vita”. Su questo mi sganascio dalle risate perché proprio lui è il capo politico sia del sindaco di Teramo che del presidente della Provincia, i quali per legge stabiliscono il numero dei dirigenti nell’organico dei rispettivi Enti, stabiliscono l’entità delle voci variabili dello stipendio dei loro dirigenti (decine di migliaia di euro in più o in meno), nominano coloro che devono valutare l’operato dei dirigenti, assegnano ai dirigenti gli obiettivi annuali e gli indirizzi politici.
Per cui, se pressoché la totalità dei dirigenti locali percepisce il massimo consentito dalla legge è merito o colpa degli Amministratori del PDL capitanato da Paoletto il deputato.
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Quessi stanno a grattare il fondo. Prima parlano di passione poi si dichiarano pronti a lasciare se non soddisfatti dallo stipendio. Ma andatevene a casa, non capite neanche l'orgoglio per essere stati scelti dal popolo per prendere decisioni importanti.