Quell'elefante mi guardava. Non è piaciuto il suo sguardo agli esercenti del circo. La sua ora d'aria era finita. Di corsa pachidermica sul camion. Sotto al sole.
Era sul ciglio della rotonda di Mosciano. Triste come un amore non vissuto ma desiderato.
Quell'elefante mi guardava era stordito. Era stanco. Era asiatico perchè quello africano è più grosso, con enormi orecchie e di stile anarchico.
Quell'elefante mi guardava era un sognatore. Pensava alla vita nella sua terra. Pensava a una famiglia, pensava all'uomo come suo nemico. Anch'io ero nella sua lista, perchè oltre ad una fotografia non ho fatto. Sono andato via. Vigliacco.
Quell'elefante mi guardava e il suo sguardo segue la mia penna. Sente la mia tastiera. Incedere di parole e di una denuncia.
Libertà amico mio...libertà. L'uomo è una finta con le maschere da pagliaccio e le luci da imbonitore.
La vita non ha molte facce ma il vento sul viso.
Libertà amico....mio. Ti auguro la libertà.

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