Pochi giorni fa, a Roma, sono state premiate numerose località prevalentemente marittime con la “Bandiera Blu 2013”, simbolico premio affidato a quelle amministrazioni che rivolgono una particolare attenzione alle tematiche ambientali e soprattutto alla cura dell’ecosistema marino.
L’Abruzzo è stato premiato con ben 14 Bandiere Blu, davanti solo Liguria con 20, Marche 18, Toscana 17 e poi subito dietro Campania e Puglia con 13 e 10 Bandiere assegnate.
Tutte le altre 14 Regioni sono sotto le dieci Bandiere e in fondo alla classifica scorgiamo territori come la Sardegna con 7, la Sicilia 4, la Calabria 3 e la Basilicata con una sola Bandierina.
Leggendo questi dati, un dubbio atroce mi assale, vuoi vedere che abbiamo un mare e spiagge migliori di regioni “marittime” come Sardegna, Sicilia e Calabria messe insieme?
Eppure, se la Bandiera Blu viene assegnata prevalentemente grazie alla qualità delle acque, come fa l’Abruzzo, con il record negativo di punti inquinati per km, 1 punto ogni 11 km di costa, ad essere premiata più della Sicilia che vanta un mare ampiamente pulito e un punto inquinato ogni 149 km o addirittura della stessa Sardegna che ha delle acque cristalline e un 1 punto inquinato ogni 432 km? (fonte Goletta Verde 2012)
Come hanno fatto città, ad esempio Pineto o Roseto degli Abruzzi, che avevano già l’anno scorso dei punti gravemente inquinati a ricevere questo marchio di qualità se, notizia della scorsa settimana, il Sindaco di Roseto Degli Abruzzi si vede costretto a vietare già la balneazione per i suddetti motivi, con la stagione nemmeno iniziata?
Semplice, la Bandiera Blu non è altro che una sostanziale autocertificazione, un semplice questionario prestampato da compilare, dove si garantisce che il mare è pulito e i servizi annessi adeguati, poi si consegna il tutto ad una fondazione privata ( la FEE con sede a Roma) la quale provvede, secondo propria e libera discrezionalità, ad assegnare o meno il premio in questione.
E i controlli?
I controlli vengono effettuati a sorteggio, ma c’è di più, da quest’anno e su personale iniziativa del folcloristico Sindaco di Pineto nonché responsabile ANCI al Demanio marittimo, il Sig. Luciano Monticelli, nella commissione che deve analizzare i questionari pervenuti dai Comuni, parteciperà anche l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, come per dire che se c’era qualche dubbio sull’efficacia del “premio” con l’ingresso dei controllati al tavolo dei controllori, ce lo siamo tolti definitivamente.
Tanto è vero che i delegati del comune di Pineto dopo aver ritirato il premio ( e ci mancherebbe, vero?) sono andati a farsi fotografare con il Sindaco e la bandiera ricevuta in bella mostra nella sede dell’ANCI.
Le Bandiere Blu, dunque, non sono sinonimo di qualità e lo avrete certamente verificato con i vostri occhi, così come non sono sinonimo di turismo, difatti l’Abruzzo non primeggia con Sicilia, Calabria e Sardegna tra le mete estive del turismo marittimo.
Quanto spendono ogni anno i Comuni abruzzesi, per autocertificare una qualità che, nella maggior parte dei casi, non c’è e serve giusto a poter appendere il cartello stradale con la fantomatica Bandiera Blu o poco più?
Non sarebbe meglio, a questo punto, spendere quei soldi per farsi pubblicità su un qualsiasi sito internet di vacanze o per migliorare l’offerta turistica?
I cittadini? Le solite pecore, shht, ma non lo dite a nessuno.
Stefano Alessiani
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