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DSA. Caro MInistro Valditara chi tutela mio figlio a scuola?

4 minuti

Sono circa sei anni che mio figlio frequenta la scuola, e da circa cinque che avrei voluto denunciare ciò che io e lui abbiamo e tuttora stiamo passando. Tante volte sono stata tentata di andare dai carabinieri, alla fine però, riflettendo, ho avuto paura, perché denunciare un insegnante è un po’ come denunciare la scuola e la propria credibilità. C’è omertà a spese dei più deboli. Poi ho pensato di scrivere al ministro dell’istruzione, ma alla fine l’avrebbe presa in considerazione qualcuno? Io ho forti dubbi. È per questo che, come ultima chances, mi sono affidata ai social, pare che oggi siano l’unico modo per farsi ascoltare e divulgare in modo più o meno appropriato i propri pensieri.
Io sono la mamma di un bambino con difficoltà di apprendimento, quello che più comunemente viene definito DSA. È importante sapere che la maggior parte delle volte, difficoltà di apprendimento non è sinonimo di poca intelligenza, al contrario tante volte sono bambini dal quoziente intellettivo superiore alla norma, ma che per delle loro peculiarità hanno un modo di apprendere diverso. 

È qui che rivolgo la mia cortese domanda al Ministro Valditara: gentilissimo ministro, mi potrebbe informare chi si preoccupa di ciò? Chi tutela questi ragazzi, che non hanno scelto di complicarsi la vita ma semplicemente nascono così? 
Io le posso dire che mio figlio, se non fosse stato per me, forse non saprebbe neanche leggere e scrivere. Io ogni giorno, sin dalla prima elementare, quando ancora non c’era alcuna diagnosi e addirittura le maestre avevano preso le distanze dalla mia decisione di rivolgermi a un neuropsichiatra infantile, stavo seduta accanto a lui almeno un paio d’ore per studiare. Due ore per un bambino che ha da poco lasciato l’asilo è un tempo enorme, ma io vedevo che le difficoltà erano tante e non sapevo come fare. Di tutte le umiliazioni subite non è il caso che ne parli in questo momento, ma se vuole le potrò informare in un secondo tempo.

Oggi mi voglio soffermare sulla domanda di chi tutela il diritto allo studio di questi bambini, visto che la maggior parte delle volte mi sono sentita dire dalle maestre che loro hanno una classe e non possono dedicarsi a certe specificità. 
Quindi, anche il consegnare delle semplici fotocopie o semplificare un compito rispetto alle proprie difficoltà, diventa sai complicato. 
Gentilissimo Ministro, con il cuore le dico che la cosa che più mi ha fatto male in questi anni non è stata tanto l’ignoranza nell’approccio del DSA, che ci può stare, quanto il disinteresse nello stabilire un rapporto empatico con gli alunni quanto con i genitori di questi ultimi. Si parla tanto dello stress che subisce la figura dell’insegnante, perché non ho mai sentito parlare del contrario da lei?
Mio figlio aveva sei anni quando ha avuto il suo primo attacco di panico e io sono andata incontro ad un esaurimento non trascurabile. 

Sono convinta che quando si vuole risolvere un problema e migliorarlo è necessario avere il coraggio di affrontarlo a 360°, perché se è vero che oggi gli insegnanti sono vittime della violenza espressa dei ragazzi e dei propri genitori, le assicuro che è vero anche il contrario, perché mio figlio la prima forma di bullismo l’ha ricevuta a scuola da parte delle insegnanti, le quali, le garantisco, si scompensano facilmente dinanzi a un DSA. 
Per questo le rinnovo la domanda, chi tutela questi ragazzi? dobbiamo sempre pregare il Padreterno e confidare che ci mandi qualcuno che se non preparato sia almeno più sensibile? O ci pensa lei a risolvere l’enorme problema? 

Con la speranza che il ministro prenda in considerazione quanto da me esposto ringrazio chiunque abbia speso del tempo per ascoltarmi e vi prego, denunciamo tutti perché sono certa di essere solo una delle tante che vivono questa spiacevole esperienza.

Lettera Firmata

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