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La Soprintendenza buca la storia teramana

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Non sarà il Colosseo. E nemmeno la Casa di Giulietta a Verona. Per la città di Teramo è sempre e comunque uno dei suoi palazzi storici, lungo Corso De Michetti, proprio dopo la Chiesa di Sant'Antonio. Eppure pur essendo un palazzo storico della città, uno di quelli che cattura la curiosità degli sparuti turisti che arrivano sin nella parte bassa del corso una targa accanto al portone ne ha deturpato le mura. 
In fondo noi teramani eravamo già stati abituati a chi aveva piantato chiodi e viti sul selciato di piazza Martiri o addirittura a viti nella parete del Duomo per mantenere le insegne e gli striscioni in occasione della Festa della Polizia.
In pochi si saranno così accorti che a usare il trapano sul muro del palazzo accanto alla chiesa di Sant'Antonio è stato il Ministero per i Beni e le Attività culturali, nello specifico per indicare gli uffici della Soprintendenza per i Beni architettonici e per il paesaggio dell'Abruzzo.
Quattro buchi per le viti che sostengono la targa.
Poco importa bucare quel muro che evidentemente non ha alcuna valenza architettonica. 

Fabio Capolla

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A Teramo non c'è cultura, storia, belle arti ...RISPETTO! C'abbiamo solo monnezza e maleducazione! Grazie sindaco!