La qualità della vita sta scemando, signori!
Ne sono un esempio i dispositivi medicali utilizzati in molti reparti ospedalieri. E il mio osservatorio, vi assicuro, è diretto, interessato e sincero. Negli ultimi tempi, chi gestisce economicamente le strutture sanitarie si è trovato costretto a rivedere i bilanci degli stessi, spesso in perdita a causa di una cattiva, diciamo così, gestione passata. In molti casi, si è dovuto passare necessariamente attraverso il taglio dei costi, anche quelli delle forniture ospedaliere. In pratica, nelle gare d’appalto vige sempre di più il principio del “prezzo più basso” a discapito della “qualità più alta”. E ciò è stato – ed è possibile – sia perché pian piano anche i prodotti di importazione cinese, indiano, ecc. hanno fatto mambassa nelle gare, stante i loro prezzi fortemente competitivi, e sia perché in Italia, molto più che in altri paesi (vedi ad esempio la Francia) tali importazioni non hanno trovato ostacoli, rallentamenti o filtri alcuni. Ci ritroviamo così a dover essere curati con strumenti e servizi di una qualità che è diminuita, gioco forza.
Per logica, presumo che in molti ambiti dei mercati dei beni di consumo stia avvenendo qualcosa di analogo anche perché, molti di noi produttori italiani non hanno tante leve per aumentare la competitività. Del resto, basta guardarsi attorno per scoprire quanti oggetti del nostro vivere quotidiano non sono più di produzione italiana (occidentale, direi), quante attività commerciali “low cost” stanno aprendo nelle nostre città. In fondo, i conti con il risparmio li dobbiamo fare un po’ tutti (massaie, commercianti, imprese, ecc.), no?!
Allora che fare per risparmiare? Penso che la politica di risparmiare su tutto, in egual misura e indiscriminatamente, non sia la più opportuna. Bisogna fare una distinzione fra le cose vitali, quelle più e meno importanti e, infine, le cose futili (se non inutili). Spesso ci si accorge che abbiamo a che fare anche con cose non indispensabili: ecco, forse una sia, sarebbe proprio col cominciare ad eliminare queste! Chi nel piccolo del proprio quotidiano e chi nella più vasta gestione delle cose pubbliche.
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