Vi racconto un fatto che mi è capitato oggi come utente del BAR dell'Ospedale Civile di Teramo:
prendo l'ultima porzione di straccetti con rucola e parmigiano -piatto già in menù da ieri- e noto odore e sapore sgradevoli, dopo qualche forchettata per sincerarmi che fosse effettivamente la carne il problema, riporto il piatto al banco segnalando la cosa, ma mi sento rispondere "è impossibile l'ho venduto tutta la mattina senza nessun reclamo" e, al mio invito a verificare l'odore "io sento solo il parmigiano".
Detto questo, richiedo la sostituzione con un altro secondo e mi viene richiesto di pagare la metà del piatto (3 €), pago (stupito, ma ancora affamato) e faccio per tornare al tavolo in attesa del piatto, quando mi accorgo che hanno portato via tutto (piatti, pane, la bottiglietta d'acqua ancora piena e perfino il giornale che avevo comprato).
A quel punto decido che mi è passata la fame e vado via - contrariato- senza consumare .
Ora dico: non pretendo che valga il vecchio adagio che "il cliente ha sempre ragione", non pretendo che il bar di un ospedale sia da considerarsi un servizio per degenti e familiari (in posizione di vantaggiosa esclusiva) e quindi debba mostrare sensibilità e rispetto per i clienti (che sono ammalati o, quantomeno, in pena per i pazienti), non pretendo neppure che il gestore abbia l'intelligenza di capire che per 3€ non vale la pena di contrariare un cliente, ma che si comporti come un qualsiasi bar o ristorante penso di potermelo aspettare.
Quindi domando: quanti di voi si aspettano che riportando un piatto al banco di un qualsiasi bar, tavola calda o ristorante, gli venga richiesto di ripagarlo a metà? o che poi, andando via contrariati - avendo pagato 1 volta e mezzo un piatto non consumato, l'acqua e il giornale (buttati via dal personale) non si aspetterebbero che il gestore si preoccupasse, se non di scusarsi, quantomeno di restituire i soldi per quanto non consumato?
Non è avvenuto nulla di tutto ciò, quindi chiudo con una riflessione: forse la consapevolezza di essere lì in esclusiva e che non ci sono alternative inducono a pensare di potercisi comportare diversamente da altri, oppure, semplicemente, questo è un comportamento normale e sono io a non averlo capito.
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