Difficile tracciare, nella circostanza dolorosa, un profilo che abbia un po’ di completezza di Arnaldo Di Giovanni. Ci ha lasciato l’altro ieri dopo una lunga malattia il primo segretario della federazione teramana di un PCI ormai consolidato e prestigioso partito, il più grande, dell’occidente capitalistico. Fu Segretario di Federazione: la massima autorità politica provinciale, in cui per anni si sono riconosciuti i comunisti teramani e le forze democratiche della città, una persona dai modi sobri, intelligente, serio, ottime doti di dirigente, capace di durezze e di piglio, un filo di ironia e di leggerezza. Erano gli anni delle grandi lotte contadine, per il lavoro, a fianco della CGIL e dei lavoratori in lotta. Parlamentare più volte, presidente del consiglio regionale, la biografia istituzionale lunga e ricca non ci aiuta a ricostruire in questa sede i tratti di una personalità ricca e complessa . Non ci aiuta nemmeno la scarna scheda parlamentare che abbiamo trovato sul web. Mi piace ricordare che quando negli anni sessanta un gruppo di giovani si avvicinò al PCI, trovò in Arnaldo Di Giovanni un politico che seppe accoglierci con grande apertura mentale e disponibilità all’ascolto. Venimmo classificati subito come intellettuali, ancora non organici, freschi di letture sartriane, poco disposti a scegliere le luminose certezze di un partito che di certezze, ovvio, non poteva fare a meno. Poi ognuno fece le sue scelte, ma non fu senza conseguenze quell’incontro che per alcuni di noi si trasformò in militanza e impegno continuativo. In quegli anni la politica era la politica, nessuno si permetteva di fare antipolitica, specie nei confronti di uomini come Arnaldo e come i tanti che in federazione lo affiancavano: Tom Di Paolantonio, Claudio Ferrucci, Francesco Nardinocchi, Fernando Savini, Giuliana Valente, Alfredo Alfani, i mitici Vincenzo Capuani e Giovanni Ciunci, e ne dimentico tanti per non dire dei non funzionari come Antonio De Sanctis,accanito lettore di Lenin, Antonio Franchi, poi Senatore, Gaetano Illuminati, poi Deputato, lunga è la lista e ne dimentico tanti. Recentemente Arnaldo, colpito da una lunga malattia, seppure in vita, non era più tra noi e oggi non possono toccargli quegli onori che sono meritatamente toccati ad altri uomini illustri di questa città. Mi piace dedicargli queste poche righe sperando che una giusta biografia possa rendere ad Arnaldo Di Giovanni gli onori che merita.
Romolo Bosi per i Per Davvero
Nella foto da sinistra Armando Ammazzalorso, Luigi”Tom” Di Paolantonio, Arnaldo Di Giovanni e Romolo Bosi sul palco: si premia il miglior tema sulla Resistenza. Teramo, Piazza Martiri della Libertà, in occasione dell’anniversario della Liberazione. Anni sessanta (?).
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