Ritengo che Razionalizzare significhi: “rendere qualcosa conforme a criteri di razionalità e di funzionalità”.
Questa è la definizione del vocabolario.
Razionalizzazione: questa è la parola magica, quasi un abracadabra, che – al giorno d’oggi – sembra poter spiegare qualunque percorso tortuoso illogico imposto dalla politica di centro destra alla cosa pubblica, qualunque taglio, qualunque diminuzione dei servizi.
E’ per “razionalizzare” – appunto – che gli asili di Miano e Villa Tofo saranno chiusi, secondo quanto previsto dalla riforma Gelmini. La razionalizzazione si è trasformata nella cura virtuosa e risanatrice di una malattia volta a ad eliminare non poche onerose nicchie di spreco.
Ma in fondo, cosa sono gli asili? No, non sono i luoghi dove quotidianamente le maestre si prendono cura dei nostri figli, non sono occasioni di relazione, di crescita, di educazione, non sono il nodo di una rete sociale che tiene insieme un pezzo del nostro Paese… Per la legge n° 133/2008 sono solo “punti di erogazione del servizio” che, se non efficienti economicamente, devono essere chiusi.
Ed è così che accadrà.
A nulla sono servite le chiacchiere da campagna elettorale che dipingevano la continuità politica di governo nazionale, regionale, provinciale e – infine – comunale, come la migliore possibile a garantire armonia dell’azione amministrativa, ancora una volta, le frazioni e i centri meno popolosi saranno privati di servizi fondamentali in ragione di un mero calcolo matematico e non sociologico e pedagogico.
Stiamo parlando della scuola, della fotografia, senza ritocchi, della nostra società. Anzi, di due scuole che funzionano molto bene, che rispettano i parametri ed eccellono per la professionalità dei docenti, unanimemente riconosciuta dai genitori. La scuola non può essere considerata al pari di un distributore di merendine come “punto di erogazione del servizio”. Ovviamente non distribuisce un bene di immediato consumo, ma, una rendita per il futuro della comunità in cui opera.
Per questo non ci convince l’Assessore Romanelli che, senza opporre alcuna pur minima resistenza, supinamente subisce l’imposizione dell’Ufficio Scolastico Provinciale che a sua volta ottempera a un diktat governativo e, riconosce pubblicamente la validità della riforma Gelmini. Una scelta comunicata tramite stampa – nonostante le tanto decantate Giunte itineranti che dovevano servire ad avvicinare i cittadini all’Istituzione comunale. Sarebbe stato opportuno confrontarsi preliminarmente con gli abitanti di Miano e Villa Tofo, se non altro, per spiegare le ragioni, e – perché no? – per conoscere direttamente i luoghi e la realtà sociale su cui si abbatterà la scure dei tagli.
Senza discussione, senza partecipazione, senza ascolto, si alimenta soltanto la sfiducia dei cittadini nella politica. Una sfiducia che provoca danni al bene comune e diminuisce gravemente la qualità della democrazia.
Giovanni Cavallari
Capogruppo PD- Teramo
Commenta
Commenti