Venerdì scorso, mentre ascoltavo l’esimio Prof. Monti ospite della Gruber a La7, mi è tornata in mente una scena del film Apocalypse Now. Quella in cui il Colonnello Kurtz (Marlon Brando) si rivolge al Capitano Willard (Martin Sheen), giunto alla fine della missione e pronto a porre fine al suo comando, dicendogli: “Lei non è nessuno, è solo un garzone di bottega venuto a riscuotere i sospesi”. Non so perché ma ad un tratto ho visto un incravattato, sobrio, flemmatico, metallico garzone di bottega che si rivolgeva a milioni di italiani.
Dopo otto ore di consiglio dei ministri, soddisfatto come uno studente promosso con lode all’esame di economia politica, spiegava ai telespettatori che la montagna aveva partorito, finalmente, il topolino.
Non voglio certamente entrare nello specifico degli argomenti trattati nell’intervista, giacché attendo di leggere con attenzione il decreto, ma mentre lo ascoltavo mi sono venute in mente considerazioni e domande. Un paio.
1) Ma perdonatemi! Come si fa a dire con “paciosa serenità” che il Governo ha ritenuto di favorire i giovani italiani, talentuosi e pieni di iniziativa (l’esimio garzone li ha definiti i nostri Bill Gates), di età inferiore ai 35 anni, permettendo loro di costituire società (S.R.L.) senza atto notarile e con la modica cifra di un euro di capitale sociale?
Quale Istituto di Credito finanzierà mai una società così costituita? Le banche italiane forse? Sbaglio o i nostri Istituti di Credito richiedono come garanzia, e non gli frega nulla della bontà o meno del progetto che si sottopone, il corrispettivo di quello che erogano? Come dire: se avete vi do, altrimenti nisba! Quale prospettiva di crescita ha il talentuoso italiano oggi?
Chi investe nelle sue capacità? Quale provvedimento reale ha preso questo Governo?
2) In merito alle liberalizzazioni ed equità. Abbiamo in Italia un ente, concorrenziale al privato ma garantito dallo Stato in quanto bene pubblico e conseguentemente mantenuto dagli italiani attraverso il pagamento di una tassa, che si chiama RAI.
Il garzone flemmatico dovrebbe spiegare agli italiani e tra questi a migliaia di pensionati, disoccupati, precari, cassaintegrati, etc. etc. per quale motivo continuare a pagare quello che viene impropriamente definito “Canone Rai” e che invece è una tassa per il semplice possesso di un apparecchio radio-televisivo (un tempo considerabile bene di lusso).
Forse che è necessario continuare a versare 112 euro (l’equivalente di qualche kg di ottime bistecche di manzo) di obolo annuale per poter accede all’informazione? Obolo che viene destinato per mantenere in piedi un carrozzone, peraltro in netta passività che, oltre al profitto derivante da una tassa, ne produce altri vendendo pubblicità etc.etc.
Per quale motivo un pensionato, disoccupato, cassaintegrato, precario, deve togliersi di tasca 112 euro per far guadagnare cifre stratosferiche ai vari: Vespa, Minzolini, Fazio, Berlinguer, Paragone, Ferrara, Floris, Clerici, Carlucci, etc.etc? Perché una massa di cittadini, per legge dello Stato, deve privarsi del proprio guadagno per garantire, viceversa, ad una minoranza di cittadini uno stile di vita diverso, una ricchezza diversa, un benessere maggiore, garanzie particolari etc. etc? E se si privatizzasse la RAI? Se si Liberalizzasse realmente l’informazione garantendo leale competizione nel mercato?
La Lilli nazionale avrebbe dovuto fare una domandina simpatica al nostro Premier.
Invece di chiedere al robotico garzone se fosse massone (avete presente il comico che fa il pezzo, quello in cui si descrive la scenetta del passeggero appena sbarcato negli aeroporti americani è sottoposto al fatidico questionario: “scusi lei è un terrorista? Si certamente! BUUUUUM!) e ricevere conseguentemente la flemmatica e falsa risposta: “non so di cosa stia parlando” ( e la commissione Trilaterale? e il gruppo Bilderberg? sono giovani scout?), avrebbe dovuto chiedere al Super Tecnico cosa pensa del personaggio Robin Hood. Domanda lecita fatta ad un garzone (dello Stato, delle banche, dei poteri forti, della massoneria) che ha invertito il motto dell’eroe fiabesco in: “togliere ai poveri per dare ai ricchi”.
Alessio D’Egidio
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