Qualcuno vicino a me non ha resistito alla curiosita’ di vedere chi ci fosse dietro le societa’ “cipriote” (ricordo che Cipro contende al Lussemburgo il titolo di migliore paradiso fiscale d’Europa), con sede legale nello studio di commercialista del Presidente della Regione Abruzzo e del dr. Carmine Tancredi, coinvolte in un clamoroso caso di bancarotta fraudolenta e di “ripulitura” mediante triangolazioni estere dei relativi proventi, pari a svariati milioni di euro (dagli originari tre, per ora si sarebbe gia’ arrivati ad almeno quindici).
E sinceramente ho trovato difficile dargli torto, considerato che non si tratta di semplice e morbosa curiosita’, ma di capire cosa succede nello studio professionale del Presidente della Regione Abruzzo che la mattina, quando ci rappresenta tutti, ci ricorda che le tasse, anche se salatissime, le dobbiamo pagare, mentre la sera, quando rappresenta gli interessi dei clienti del suo studio professionale, evidentemente se ne dimentica o, nella migliore delle ipotesi, consente che qualcuno, a sua insaputa, se ne dimentichi.
L’ho trovato talmente difficile che non solo non gli ho dato torto, ma mi sono persino convinto che saperlo sia un preciso diritto dei cittadini abruzzesi che, di fatto, al Presidente della Regione hanno affidato un pezzo importante del loro futuro.
Proprio per questo gli ho chiesto di girarmi l’estratto di una semplicissima visura camerale di una delle due societa’ (Guarda foto sotto in galleria), a disposizione di qualsiasi cittadino, che ho deciso di rendere pubblico.
Quello che emerge e’ che il livello di collaborazione nell’operazione del socio di Chiodi non e’ circoscritto alla sola ospitalita’ della sede legale: il socio del Presidente della Regione e’ anche il procuratore al quale le due societa’ cipriote sembrano aver fornito ampia delega ad operare per loro nome e conto, incluso il potere di versare presso la Banca di Teramo il deposito provvisorio del loro capitale sociale.
Ovvio che non sta a me esprimere valutazioni o giudizi che non siano strettamente politici.
Ma proprio sul piano politico la questione ha assunto, dal mio punto di vista, dimensioni tali da imporre una presa di posizione da parte del Presidente Chiodi.
Chiodi, in particolare, ha il dovere di spiegare agli abruzzesi se c’entra o se non c’entra nulla e nel caso (assolutamente auspicabile) in cui dichiari di non entrarci nulla, deve comunque chiarire se ritiene compatibile quello che accade nel suo studio professionale con la carica di Presidente di Regione che continua a ricoprire.
Carlo Costantini
Capogruppo IDV Regione Abruzzo
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