Salta al contenuto principale

La Sogesa è morta, ma i lavoratori no”.

di Anonimo
6 minuti

Questo slogan, oltremodo lapidario, ha sicuramente attirato l’attenzione dei mass-media, ma nella realtà dei fatti ha suscitato un coinvolgimento emotivo, a tratti impalpabile, della politica e di tutte le istituzioni operanti sul territorio.
Infatti, noi lavoratori ex Sogesa ci ritroviamo a riflettere, con cadenza pressoché giornaliera, sulla triste vicenda Cirsu/Sogesa e, non avendo l’ausilio di interlocutori disponibili, non riusciamo a comprendere le complesse dinamiche che ci attanagliano.

A quanto pare, vista la drammatica situazione, le azioni di lotta, i tanti presidi, i vari comunicati non hanno avuto gli esiti sperati; ci sentiamo invisibili, ma non possiamo rinunciare ad un nostro diritto: il diritto al lavoro.
Ripercorrendo sommariamente le tappe, possiamo affermare che la controversia tra il pubblico (i sei comuni Cirsu) ed il socio privato Aia (Abruzzo Igiene Ambientale), culminata con la famosa transazione (acquisto per 2,5 mln delle quote di proprietà di Aia) e la conseguente trasformazione di Sogesa in soggetto interamente pubblico, non ha giovato in alcun modo ai lavoratori Sogesa che hanno visto miseramente fallire la loro azienda il 26/06/2012.

La Regione Abruzzo, nel mese di luglio 2012, dopo le varie diffide, decide di commissariare il polo tecnologico per il trattamento ed il recupero dei rifiuti urbani di Grasciano di Notaresco.”I commissariamenti ad acta avranno lo scopo di individuare e mettere in atto, da parte della Regione Abruzzo, tutte le azioni tecnico-amministrative necessarie per la riattivazione degli impianti complessi che da troppo tempo, come nel caso del Cirsu, sono fermi, influenzando in modo negativo l'intero sistema regionale delle attività di trattamento e recupero dei rifiuti urbani, in particolare per le frazioni organiche provenienti dalle raccolte differenziate”. Così tuonava l'assessore al ramo Mauro Di Dalmazio.  Ed ancora l'assessore Di Dalmazio spiegava:”la riattivazione del Cirsu apre le speranze per il riassorbimento dei lavoratori dell'ex Sogesa. Potrebbero essere riassorbiti in quanto tutelati da 'clausole sociali' che abbiamo inserito nei bandi pubblici. È chiaro che un impegno forte dovrà venire anche dai comuni del Cirsu”.

Nel caso specifico, come commissario, nel mese di agosto 2012,  viene nominato il Dott. Eugenio Matronola. A distanza di due anni, i dipendenti non hanno ancora capito quali funzioni avesse il suddetto, visto che il bando per la piattaforma di tipo “A” ed il relativo capitolato(entrambi fumosi) non tutelano pienamente i dipendenti ex Sogesa, nonostante le continue e pressanti richieste dei sindacati e dei lavoratori stessi.
A dimostrazione di quanto esposto, il nuovo gestore: il Consorzio Stabile Ambiente dell’Aquila, ha riassorbito solo undici lavoratori, a tempo determinato, non ottemperando alle clausole del bando (nella fattispecie non rispettando l’art.6 CCNL FISE) e facendo carta straccia dell’accordo sottoscritto dai sindaci del consorzio, dal Cirsu e ratificato dal Prefetto, che prevedeva un cronoprogramma di assunzioni.

Cirsu S.p.A. – a tal proposito- ha assunto, davanti al prefetto di Teramo, un preciso impegno per il riassorbimento programmato di almeno il 70% di dipendenti in precedenza impiegati.
Notiamo un disallineamento tra il documento illustrato in sede prefettizia e la realtà disegnata dal Consorzio aquilano, soggetto aggiudicatario della piattaforma di tipo “A” e della nuova discarica.
Tutto ciò nel silenzio assordante dei Sindaci che hanno delegato ed assecondato la gestione dell’attuale Cda Cirsu, preferendo defilarsi, al punto di accettare che l’accordo sulla ricollocazione dei lavoratori venisse cestinato.

Se per i Sindaci le finalità sono quelle di salvare le casse dei comuni , riavviare in minima parte il polo di Grasciano, sfruttare i proventi della discarica e ristorare Deco, i nostri obiettivi sono quelli di  tutelare le nostre  posizioni lavorative e ci scontriamo con l’esigenza improcrastinabile di sfamare le famiglie.
Abbiamo la necessità di avere risposte concrete, considerando anche che gli strumenti di sostegno al reddito (50 dipendenti in cassa integrazione in deroga)  scadranno il 28 giugno p.v. e, data la mancanza di fondi, molti di noi  si affidano agli anticipi erogati dalla banca Tercas (data la convenzione esistente tra Tercas e Provincia, peraltro valida fino a fine mese).

Il nostro stato d’animo è pervaso da ansia, mista a rabbia e preoccupazione per la situazione in essere, pertanto, chiediamo chiarezza e certezze alle istituzioni e alla politica sul nostro futuro lavorativo; non è permesso a nessuno di giocare con il futuro dei lavoratori.
Crediamo che non siano accettabili, tanto per fare un esempio, il modus operandi ed i criteri adottati dal Consorzio Stabile Ambiente per il riassorbimento dei lavoratori.
Auspichiamo, in modo trasversale, che i Sindaci dei comuni soci s’impegnino e vigilino sul riassorbimento del personale ex Sogesa nei bandi relativi ai servizi di raccolta porta a porta.
In conclusione, pensiamo sia giunta l’ora di fare un’operazione verità sulla storia infinita Cirsu/Sogesa.

Chiediamo, a tal proposito, l’interessamento del Presidente della Regione Abruzzo, Dott. Luciano D’Alfonso, affinché promuova le opportune “sinergie istituzionali”, con la speranza che si possa aprire un tavolo di concertazione sulle prospettive occupazionali, dai toni equilibrati e razionali tra le parti in causa. Abbiamo sempre creduto che riprendere un dialogo con le istituzioni e la politica fosse la scelta migliore per il buon andamento e l’efficienza del sistema rifiuti. A nostro avviso, non sono solo in ballo gli interessi di noi lavoratori ex Sogesa, ma di tutta la provincia di Teramo.

Ringraziando i mass-media per le rinnovate attenzioni, porgiamo cordiali saluti.

I  lavoratori della sogesa  Fallita


Commenta

CAPTCHA

Commenti

LA SINISTRA HA LAPIDATO TUTTO CON SPESE PAZZE E ADESSO NON HA IL CORAGGIO DI RIPARARE I DANNI- GOVERNATORE DATTI DA FARE E CERCA DI RISOLVERE IL PROBLEMA-
LA SINISTRA HA LAPIDATO TUTTO CON SPESE PAZZE E ADESSO NON HA IL CORAGGIO DI RIPARARE I DANNI- GOVERNATORE DATTI DA FARE E CERCA DI RISOLVERE IL PROBLEMA-
ma questa società non è stata gestita da un Di Pietro ? forse fratello del Di Pietro del Ruzzo ? Se così fosse sarebbe tutto più chiaro.
Scusi sig. Falconi mi può rispondere ? Grazie.
Un altro esempio di mala gestione, politica scelerata e soldi facili a discapito dei più deboli che impotenti continuano a subire e a pagare. Ma in questo Paese quando si inizierà a far pagare chi. "sbaglia"?

 Domanda retorica.