Caro Giancarlo,non ho dubbi che la giustizia non è uguale per tutti,ma ho altrettanti dubbi se esiste la Procura della Repubblica di Teramo,visto che molte pentoloni locali (Tercas,...........ecc.ecc..ecc.) vengono scoperchiate solo da altre Procure ..
Viva l'Italia........
Santacruz
Gentile Giancarlo,
seguo spesso “Carta Canta” e devo dire che è una rubrica valida perché se non altro contribuisce a smuovere un po’ le coscienze dei teramani.
Sentendoti in TV, ci sono state volte in cui ho ritenuto che stessi dicendo solo fesserie e qualche volta anche falsità.
Ma sono state molte di più le volte – probabilmente non ci crederai – che ho condiviso la tua decisione di denunciare certa gente e certi fatti, per la semplice ragione che era giusto che quella certa gente e quei certi fatti venissero denunciati.
In tutti i casi ho comunque sempre compreso perfettamente il messaggio che hai inteso mandare ai telespettatori, tant’è che – come ho detto – sono stato puntualmente capace di formarmi un’opinione netta di accordo o di disaccordo con te.
Ma stavolta, in occasione di questa puntata “A Teramo la Giustizia non è uguale per tutti…”, non ci ho capito una mazza…
Tu dirai “problema tuo Santacruz, sei tu che non capisci e non io che sfarfallo”.
Forse si.
O forse no.
Forse no, se è vero che hai esordito con una questione che apparentemente sembrava l’unica, o perlomeno la principale, della quale avresti parlato durante la puntata, cioè la situazione di quei lavoratori (quasi ex) della TEAM al cospetto della Giustizia diseguale per loro, per poi parlare, anzi, scusa il francesismo… smerdare una serie di situazioni – molte delle quali oltretutto pregresse, quando andrebbe discusso di miriadi di cose attuali che non vanno – ed una serie di persone (sempre le stesse a ben vedere, errore enorme per una persona intelligente come te che dovrebbe sapere che parlare male soltanto di un demonio autorizza gli altri demoni a sentirsi santi) che con quei 46 lavoratori della TEAM prossimi alla mobilità non c’entrano una mazza.
Poi, con una specie di gioco di prestigio pure poco abile, hai chiuso con i suddetti 46 con i quali avevi aperto così simulando una mezza specie di coerenza la cui inesistenza l’avrebbe notata persino un tonno.
Insomma caro Giancarlo, per andare dai portici di Fumo a sotto il Comune in Piazza Orsini sei passato da Vasto.
Io penso che i 46 di cui sopra non sono rimasti contenti della puntata, perché di loro, delle loro angosce, della loro dignità persa perché presto saranno disoccupati, sostanzialmente non hai parlato.
Li hai usati a pretesto per le tue consuete smitragliate di fango misto a letame su coloro che hai preso talmente di mira, da schiaffarli in mezzo dicendogliene di tutti i colori pure quando l’argomento trattato riguarda Paperino e Qui, Quo e Qua.
E no Giancarlo, non va bene.
Non va bene perché così facendo perde di consistenza anche la cosa più giusta del mondo che esce dalla tua bocca.
Vuoi parlare male di Brucchi?
Perfetto… inizi la puntata con Brucchi, continui tutto il tempo della puntata con Brucchi e chiudi la puntata con Brucchi.
Vuoi parlare della trombatura di Cavallari?
Ottimo… inizi la puntata con la trombatura di Cavallari, continui tutto il tempo della puntata con la trombatura di Cavallari e chiudi la puntata con la trombatura di Cavallari.
Vuoi parlare dei 46 lavoratori della TEAM prossimi alla mobilità?
Giustissimo e sacrosanto… inizi la puntata con loro, continui tutto il tempo della puntata con loro e chiudi la puntata con loro.
Sia ben chiaro, non è che voglio insegnarti il lavoro (o l’hobby, o quello che è).
In realtà ti sto chiedendo cortesemente di non farmi passare dall’iperattività intellettuale che si genera in me guardando la maggior parte delle puntate di “Carta Canta”, alla lobotomia che devo subire in occasione della messa in onda (e della pubblicazione qui sul tuo blog) di altre come questa della Giustizia che a Teramo non è uguale per tutti.
Guarda che sono traumi, credimi.
P.S. – chi sa se hai capito che in questo mio intervento, tutto sommato le critiche che ti ho rivolto sono meno dei complimenti che ti ho fatto. Chi sa.
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