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Giulianova e Roseto non potevano fare affidamenti diretti al Cirsu/Csa

di Giancarlo Falconi
5 minuti

Come ha risposto il presidente del Cirsu, Di Matteo, alla Corte d'Appello de L'Aquila sulla fallibilità del Cirsu?
Leggiamo ( Cityrumors) " La Corte di appello ha rinviato gli atti al Tribunale per un nuovo esame anticipando peraltro che non potrà essere dichiarato il fallimento laddove Cirsu SpA sia considerata una società in house e/o laddove il Tribunale ritenga non manifestamente infondate le pretese vantate da Cirsu SpA nei confronti di AIA SpA. Resta l’indiscutibile fatto che una società è insolvente quando il mancato pagamento dipenda dalla mancanza di risorse finanziarie per soddisfare i creditori, e non può invece essere dichiarata fallita laddove abbia le risorse finanziarie per pagare ed il pagamento dipenda da una motivata scelta. Cirsu SpA ha le risorse ma non vuole pagare.
L’attuale consiglio di amministrazione di Cirsu SpA ha conseguito, grazie anche al lavoro svolto dal nuovo gestore CSA scarl, risultati non scontati e prevedibili senza fare ricorso ad alcuna risorsa pubblica e senza disperdere, anzi rivalorizzando, il patrimonio sociale. Proprio grazie alla riattivazione degli impianti, e quindi ancora una volta senza impegno di risorse pubbliche, Cirsu SpA ha soddisfatto, come da programma, tutti i propri debiti che avevano scadenza nel 2014 e dispone già dell’intero budget per soddisfare i debiti aventi scadenza nel 2015. I risultati dell’impegnativo lavoro – ha proseguito Di Matteo – emergono in maniera evidente dal Conto Economico 2014 che, approvato dall’Assemblea dei soci lo scorso 24 gennaio, ha registrato un importante utile di esercizio (circa € 8.500.000, determinato in prevalenza dal valore contabile della rivalutazione immobiliare connessa al rinnovo delle autorizzazioni ambientali e alla conseguente ripresa dell’attività produttiva), con un margine operativo lordo (circa € 215.000) in controtendenza rispetto al passato, tornando in positivo dopo 9 anni di gestione".

Sul bilancio e la super valutazione degli impianti di Grasciano ci sarebbe molto da dire anzi, da contare.
Oggi chiamerò la mia banca e gli comunicherò che il mio appartamento non ha più un valore di 100 mila euro ma di 350 mila e non si discute.
Ci sarebbe piaciuto leggere qualche documento a corredo delle parole del Presidente Di Matteo.
Ci sarebbe piaciuto un suo commento sulle sentenze del Tar che ha dichiarato illegittimi gli affidamenti diretti fatti dai  Comuni di Giulianova e Roseto al Cirsu/Csa.

In particolar modo nella sentenza sul comune di Roseto del 20/2/2015 a pag 9 si legge " Il Collegio deve disattendere entrambe le argomentazioni spese. Sotto un primo profilo, il rapporto concessorio che lega CIRSU a SCARL dimostra, di per sé, l’inidoneità di CIRSU a svolgere autonomamente le attività di “gestione” della discarica di cui è proprietario e dunque i servizi di cui all’esame e comporta, al contrario di quanto sembra ritenere parte resistente, non già un fenomeno di trasmigrazione, ovvero di “successione” o addirittura di “cessione”, del rapporto “organico”, che lega le Amministrazioni all’organismo “in house”, in capo al concessionario, ma, proprio al contrario, la scissione di tale rapporto, ormai di diversa natura e con un soggetto terzo rispetto all’”in house”, quale è appunto il concessionario. Sotto un secondo profilo, non risulta affatto (e non è stato dimostrato) che il CIRSU si possa configurare (contrattualmente ovvero normativamente) come “centrale di committenza” nei confronti dei singoli Comuni consorziati e che possa scegliere, in nome e per conto di questi, l’affidatario del servizio, il che è comprovato proprio dalla circostanza che non CIRSU ha selezionato l’affidatario del servizio de quo ma il Comune di Roseto. Né, d’altronde, la gara conclusa con l’affidamento della concessione (di costruzione e gestione) della discarica comprendeva l’affidamento dei servizi da parte dei singoli Comuni che avrebbero quindi (e hanno, di fatto) dovuto autonomamente determinarsi sugli stessi. Il Collegio non può dunque che concludere per l’illegittimità degli atti impugnati, stante l’illegittimità dell’affidamento diretto a SCARL, il che obbliga il Comune di Roseto, in sede di nuovo affidamento, di astenersi da tale modalità.

In sintesi, il Cirsu non è una società In House e non può essere una centrale di committenza.
Non si possono fare affidamenti diretti e come ipotizzato dalla Corte di Appello de L'Aquila, il Cirsu non è altro che una scoietà simil finanziaria e con possibilità di fallimento.
Per cronaca il Comune di Giulianova e di Roseto sono stati condannati al pagamento delle spese legali ( 3000 euro).

Documenti, sentenze contro parole.
In attesa della trasparenza. 

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Certo queste regole valgono nella nostra martoriata Respubblica Italiana! Ma qui non si vuol capire che le leggi,della repubblica autonoma di Grasciano,sono inappellabili e inderogabili e a discrezione di suddetta repubblica! Una grossa risata ci attende!