Certe novelle hanno fatto la storia.
Certe trame di certe novelle di Pirandello hanno insegnato la vita.
Certe sere ti accorgi che …“Il treno ha fischiato” fà parte di queste.
Certi governi hanno distrutto la storia.
Certi decreti legge hanno insegnato a cancellare le politiche precedenti.
Certe volte ti accorgi che... il treno fischia anche per certi governi.
Fischio Numero 1
Venerdì 29 agosto, ore 16.30, Palazzo Chigi, riunione del Consiglio dei Ministri.
Su proposta del Presidente, Matteo Renzi e del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, viene approvato il decreto legge contenente misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l’emergenza del dissesto idrogeologico (NOTA BENE) e per la ripresa delle attività produttive.
Si parla di decreto “sblocca Italia”.
Che poi l’Italia, chi è che l’ha bloccata?
Ecco che, da italiani creduloni, torniamo a sfregarci le mani per respirare la nuova folata di cambiamento… il titolo mozzafiato, grandiose le premesse, brillante la penna dei giornalisti che monopolizzano l’impresa ….ma il caldo di agosto, alle volte, può dare alla testa…
Tra le pagine e pagine pitturate di paroloni altisonanti e aggettivi pavidi, sbuca timido, il decreto “sblocca energia”.
Fischio Numero2.
Curiosi indaghiamo.
Bene, bene, bene, dunque si interverrà su:
1) Infrastrutture Energetiche Strategiche. Si parla di “una serie di misure che riconoscono la natura strategica delle infrastrutture di importazione, trasformazione e stoccaggio del gas naturale. Tali opere, consentendo al Governo di procedere nel rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni previsto dalla Costituzione e alla luce degli obiettivi posti dalla Strategia Energetica Nazionale.”
Praticamente il governo sta dando il via alla nuova costruzione di gasdotti, rigassificatori e siti di stoccaggio del gas naturale…un grande colpo di frusta alle politiche energetiche precedenti…insomma “Italia a tutto gas”!
2)Semplificazione Idrocarburi. “...Si è proceduto a riconoscere il carattere strategico delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, delineando quindi procedure chiare ma commisurate alla natura di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità, il tutto realizzato sbloccando cospicui investimenti (ipotizzabili in 15 miliardi di euro).”
Insomma stiamo tornando al petrolio …e con un piede sull’acceleratore!….ma l’Italia non doveva essere rinnovabile?
Caro Abruzzo, c’era una volta Ombrina…
3)Veicoli a basse emissioni. “…Il fine è quello di rendere quanto più accessibili gli incentivi, favorendo la ripresa del mercato e il ricambio del parco veicoli mediante una maggiore diffusione di quelli a minori emissioni complessive.”
Certo, come no… e ti pare che le aziende automobilistiche in un regime di crisi dell’auto come questo, ti lasceranno operare?
Ovviamente sarebbe cosa buona, ma non siamo mica la Svezia…il senso civico non ci appartiene poi così tanto… parlare di auto a basse emissioni in Italia è come abbracciare un pinguino a Malindi. Dichiaratamente assurdo.
Fischio numero 3
Del pacchetto 5 relativo al disastro idrogeologico (da sottolineare 4 volte) ecco spuntare bel bello l’Articolo 10:
“Misure urgenti per l’individuazione e la realizzazione di impianti di recupero e di incenerimento dei rifiuti urbani costituenti infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale”
Crediamo di avere le traveggole. Temiamo di non aver capito bene. Espandiamo il concetto:
“Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, individua, con proprio decreto, gli impianti di recupero e di incenerimento dei rifiuti urbani esistenti o da realizzare per attuare un sistema integrato e adeguato di gestione di tali rifiuti e per conseguire l’autosufficienza a livello nazionale e superare le procedure di infrazione per mancata attuazione delle norme europee di settore. Tali impianti, individuati con finalità di progressivo riequilibrio socio-economico fra le aree del territorio nazionale e senza pregiudizio per gli obiettivi di raccolta differenziata e di riciclaggio, costituiscono infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale.”
Quindi, ricapitolando: prima l’Italia dice no agli inceneritori, poi si, poi “si ma…”, poi no, poi si.
In una necessaria sintesi, il governo sta valutando l’inserimento nel decreto di nuove norme destinate a potenziare il parco inceneritori per i rifiuti urbani e speciali della penisola.
Ma il pacchetto non si chiamava: “disastro idrogeologico”?
E come disse Totò a Peppino “ ho detto tutto”.
Conclusione da fumare...
Caro Governo, con questo decreto il suo treno ha fischiato 3 volte…
In letteratura, il fischio del treno, rappresenta un modo per uscire dalla quotidianità attraverso l'immaginazione, rappresenta un volano che consente di fare viaggi in luoghi lontani e sperduti.
Per Pirandello, l'immaginazione è una delle due vie di fuga dalle "trappole" della vita, ma il nostro Paese non ha bisogno di prendere treni per fuggire…ha solo bisogno, di una stazione permanente dove sostare, per ristabilirsi e ricostruire.
L’energia è un tema che, più di ogni altro, necessita di continuità, lungimiranza e competenza.
L’energia non può continuare ad essere “la Giovanna D’Arco” dei giochi di potere.
Siamo stufi della ribellione alle regole precedenti, per poi tornare semplicemente al punto di partenza.
Abbiamo bisogno di un piano energetico, che resti tale negli anni, che sia scevro dai cambi di poltrona o dal mero decisionismo.
Abbiamo bisogno di credere che ci sia un filo conduttore, una ragione logica, una competenza ferma, per accettare un decreto che invece di “sbloccare” immobilizza.
Abbiamo bisogno di coerenza coadiuvata a coraggio.
Abbiamo bisogno che quel treno smetta di fischiare… un silenzio alle volte è più prezioso di cento parole.
Fonti:
[www.mit.gov.it; http://www.legautonomie.it; www.classiciitaliani.it]
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