In data 24 aprile un detenuto nord africano chiedeva di recarsi presso
l'infermiera per farsi visitare ma una volta giunto al cospetto della dottoressa di
turno, cominciava a spogliarsi e ad urlarle che avrebbe dovuto visitarlo nelle
parti erogene con termini volgari e irrispettosi. I poliziotti presenti intervenivano
cercando di tranquillizzarlo e invitandolo al rispetto del prossimo. A quel punto,
il ristretto estraeva una lametta dalla bocca per colpire i poliziotti accorsi a difesa
della dottoressa ma fortunatamente non riusciva a perpetrare i suoi intenti.
Il detenuto, ormai bloccato, continuava ad inveire verbalmente nei confronti
delle oss presenti, minacciandole. Con molta difficoltà si è riusciti a riportare la
situazione alla normalità.
Tuttavia l'ispettore di Sorveglianza, nel contenere il facinoroso, ha riportato una
prognosi iniziale di 7 giorni.
La segreteria provinciale del Si.N.A.P.Pe di Teramo: “Ancora una volta i detenuti
mostrano spirito di sopraffazione nei confronti delle Istituzioni, tentando di
impadronirsi delle carceri e pretendendo di dettar regole nella convinzione che
ogni loro gesto resti impunito e sia privo di qualsivoglia conseguenza,
manifestando la più ampia resistenza alla rieducazione.
Esprimiamo la nostra solidarietà al personale sia penitenziario che sanitario
coinvolto”.
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Castrazione chimica....
La rieducazione è un'utopia. Ci sono delinquenti che decidono di cambiare, ma il cambiamento nasce nel loro animo, non dal carcere.