Da sempre il Soccorso Alpino e Speleologico è stato a disposizione delle istituzioni, affiancando gli altri enti, forze dell’ordine e forze armate, per aiutare con proprie specificità operative e impegno la popolazione in difficoltà.Prima di acquisire il termine ufficiale di Protezione civile, l’aiuto reciproco nelle difficoltà era definito “mutuo soccorso”, solidarietà all’interno di comunità isolate nell’affrontare improvvise, grandi, emergenze.Il Servizio nazionale di Protezione Civile viene istituito con la Legge n.225 del 1992, nella quale il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico viene riconosciuto sua struttura operativa, ne è parte integrante ed è parificato alle Amministrazioni dello Stato.Successivamente la Legge n. 74 del 21 marzo 2001 stabilisce che il CNSAS, quale struttura nazionale operativa del Servizio nazionale della protezione civile di cui alla legge 24 febbraio 1992, n. 225, e successive modificazioni, concorre al soccorso in caso di eventi calamitosi in cooperazione con le strutture di protezione civile nell’ambito delle proprie competenze tecniche ed istituzionali.Numerosi gli eventi che hanno richiesto la collaborazione del CNSAS in ambito di Protezione civile, dai primi anni sessanta al nuovo millennio.Tra i più lontani, il disastro del Vajont, nel 1963, forse il primo caso di mobilitazione nazionale di fronte a una tragedia di immense proporzioni.Più recentemente, il terremoto dell’Aquila nel 2009, il naufragio della nave da crociera Costa Concordia nel 2012, l’emergenza neve nelle regioni del centro e sud Italia nell’inverno del 2012, la tragedia di Refrontolo nel 2014.Scenari molto differenti, che hanno trovato nella professionalità e nella preparazione degli uomini del CNSAS risposte di alto profilo tecnico e operativo.
Perchè vi abbiamo riportato questo passo della costituzione del Soccorso Alpino e Speleologico?
La risposta è drammaticamente scandalosa.
Durante la presentazione del libro del giornalista Rai, Umberto Braccili ( ed. Ricerche&Redazioni), un volontario del Soccorso Alpino e Speleologico ha raccontato con commozione la dura vita di chi ha scelto per inclinazione, passione, volontà, il ruolo di salvare le persone in pericolo di vita.
I passaggi sono stati toccanti, soprattutto quando ha ricordato le quattro vittime abruzzesi-2017 del soccorso alpino.
Vi ricordate Davide De Carolis, per esempio?
"Non c'è immensità che valga quanto abbiamo vissuto".
Leggete https://iduepunti.it/29_gennaio_2017/lutto-cittadino-memoria-di-davide-de-carolis
Eppure, alla fine, arriva la dama bianca, la burocrazia che ti uccide due volte.
Dopo il terremoto accanto ai Vigili del Fuoco e la Protezione Civile; dopo la nevicata storica accanto ai Vigili del Fuoco, l'esercito e la protezione civile, quando alla fine dei giochi, i soldi per il gasolio, per l'attrezzatura, per le ore e le mani spaccate sono arrivati al rimborso regionale, la protezione civile avrebbe rifiutato il riconoscimento.
Nonostante lo statuto e la legittimità.
Chi ci risponde?
In nome, di tutte quelle persone che oggi possono dire " Siamo Vivi".
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Commenti
Buona sera ma, i Tecnici del CNSAS se non erro credo fruiscano delle c.d. "marniche" che compilano al termine degli interventi e consegnano al Comune competente per ottenere il rimborso.
Mi sbaglio?
La marniga viene compilata per il rimborso dei contributi, se non perdi la giornata lavorativa o non sei un lavoratore dipendente (dipende anche dal tipo di contratto)non ti spetta niente.