Il tempo passa e spesso lo conto tra le finte sfuggenti che si fanno allo specchio. Se potessi imbarazzarmi di meno, mi sentirei più forte, meno debole. Perchè la volgarità mi fiacca; mi stende e tende verso un nascondiglio. Il piglio di un giaciglio.
Quel pomeriggio, il giorno dell'evacuazione del Delfico ho capito che l'eleganza non è un moto che si può studiare, che si può indagare, ordinare ma che si indossa in maniera naturale. Senza pizzi, fronzoli, archetipi, baroccati ma si degusta in un barrique di umana attenzione del prossimo. Quei ragazzi in strada con la valigia in mano; con le lacrime negli occhi; senza inseguire un pallone, senza sorrisi, sono ragazzi a cui abbiamo rubato un pezzo di vita e regalato un trauma senza battere ciglio. Un altro trauma. Tutto in maniera gratuita.
Perchè la Procura, la Politica, il Tribunale, la Prefettura, il resto delle Istituzioni che si incontrano tra i tavoli sulla sicurezza, tra i tavoli imbanditi, tra un assolo di batteria e un asolo di poesia non hanno trovato il tempo di rispettare con il garbo dei signori gli angeli del presente?
Perchè la Procura non ha fatto una conferenza stampa? Teramo non è degna?
La Procura, la Politica, il Tribunale, la Prefettura, il resto delle Istituzioni conoscono la storia del Convitto di Teramo, liceo a parte?
Il convitto? Conoscete i volti di quei ragazzi, le loro famiglie?
Questa mattina ho parlato con una madre. Mi ha raccontato di come suo figlio sia migliorato tra educatori che sanno abbracciare nell' insegnamento e una preside che emoziona per umanità, presenza e preparazione. Mi ha raccontato tanto altro che potrebbe imbarazzare quella Procura, quella Politica, quel Tribunale, quella Prefettura e il resto delle Istituzioni che non hanno trovato il modo di far sentire la presenza umana dello Stato.
Perchè non avere il tempo di spiegare tutto ai ragazzi?
Ma chi siete? Chi vi credete di essere?
Peccato per voi. Il resto sono scuse dovute che facciamo al vostro posto. Ci vuole coraggio ad ammettere i propri errori, a guardarsi allo specchio senza finte, figure, figurine e figuracce.
Giancarlo Falconi
La lettera che leggerete è stata scritta dal cuoco del Convitto...
Cari amici, genitori, studenti e membri della comunità,
mi rivolgo a voi con il cuore pesante e pieno di emozioni. Dopo 18 anni di lavoro presso il Convitto N. Melchiore Delfico, dove ho avuto il privilegio di crescere e condividere momenti indimenticabili con i ragazzi, sento la necessità di esprimere il mio pensiero riguardo alla possibile chiusura della nostra amata istituzione.
In questi anni ho visto passare tantissimi volti, ognuno con le proprie storie, sogni e aspirazioni. Ho preparato pasti per i nostri ragazzi non solo con ingredienti freschi e locali, ma anche con passione e dedizione, sapendo che ogni piatto era un modo per coccolare e sostenere questi giovani durante il loro percorso di crescita. Ho condiviso risate, successi e anche momenti di difficoltà, ma sempre con la speranza e l’impegno di contribuire al loro benessere.
Ogni giorno, i ragazzi del Convitto non sono stati solo miei clienti, ma una parte della mia famiglia. Ho visto come il cibo può unire, incoraggiare e nutrire non solo il corpo, ma anche l'anima. La cucina è stata il mio modo di essere presente, di ascoltare e di supportare, creando un ambiente caloroso e accogliente dove ognuno si sentisse a casa.
La chiusura del Convitto N. Melchiore Delfico rappresenterebbe non solo la fine di un importante percorso educativo, ma anche una perdita per tutta la comunità. Non si parla solo di una semplice istituzione, ma di un luogo dove si creano legami, si costruiscono esperienze e si forgiano futuri. La nostra è una storia condivisa, fatta di sacrifici ma anche di successi, di insegnamenti preziosi e di ricordi indelebili.
Chiedo, quindi, di riflettere su ciò che significa davvero chiudere questa porta. Fatelo non solo per voi stessi, ma per tutti quei ragazzi che, anno dopo anno, si sono affidati a noi. Il Convitto è molto più di un luogo di apprendimento; è un faro di speranza e un punto di riferimento per il futuro delle nuove generazioni.
Invito tutti a unirsi in questa battaglia per salvaguardare un’istituzione che ha dato tanto a noi e che può ancora dare molto. Insieme possiamo far sentire la nostra voce e mostrare quanto il Convitto N. Melchiore Delfico significhi per noi.
Con affetto e gratitudine,
[LUIGI ERRICO] Cuoco del Convitto Nazionale Melchiorre Delfico di Teramo
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Non è un caso, è un Classico!
Sarebbe difficile, anzi impossibile non appoggiare il coro di proteste che si è sollevato in città a seguito della chiusura di una delle scuole di Teramo. Per una volta tutti sono d'accordo. Gli organi di stampa, genitori e figli, docenti e alunni financo i politici di maggioranza e opposizione e chi più ne ha più ne metta. Quella scuola non andava chiusa. Infatti a dimostrazione di ciò anche nel recente passato teramano si è verificata una situazione analoga. Scuola chiusa a seguito di controlli che ne sanciva l'inadeguatezza strutturale. Chi non ricorda le manifestazioni, i sit in o i flash mob? Come dimenticare le iniziative intraprese da personaggi pubblici, le scuole della città che giustamente mostravano solidarietà sfilando per le vie del centro. Ed i titoli di giornale? Era giusto puntare i riflettori sull'accaduto al fine di trovare una soluzione. Anzi, la soluzione (che forse ancora stanno aspettando). Ecco che sorge spontanea una riflessione: mica esistono scuole di serie A e di serie B! Le famiglie sono tutte uguali. Gli studenti, tutti, soffrono le conseguenze e i disagi di chiusure improvvise. Che soddisfazione al pensiero che non c'è stata nessuna discriminazione tra le due situazioni. Ergo che nessuno dica, almeno pubblicamente, che c'è stata una disparità di trattamento. Tanto meno timore reverenziale o sudditanza psicologica.
Qualcuno diceva che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. È un Classico!
👏👏👏👏👏
Giancarlo non smettere alza la voce che non è solo la tua per chi è diventato improvvisamente afono. Grazie.
Tutta questa fretta nel chiuderlo non era necesssaria (non crollerà di sicuro) bastava trovare l'alternativa, chiuderlo fra un mese non cambiava nulla.......sempre la solita burocrazia.