La città di Teramo avrà il suo biodisgestore e sarà un'opera strategica sotto molti punti di vista. Un'opera destinataria di fondi PNRR per 28milioni di euro sulla transizione ecologica. Un'opera che sorgerà letteralmente dalle ceneri, quando sverrà smantellato il vecchio inceneritore e poi bonificata l'area che insiste su Carapollo. Un'opera simbolo della rigenerazione ambientale, riconosciuta e apprezzata anche a livello nazionale. «L'intervento porterà vantaggi ambientali ed economici, garantendo una gestione pubblica dei rifiuti non solo per la città di Teramo, ma per l’intero territorio. Sottolineo, gestione pubblica», ha spiegato il sindaco Gianguido D'Alberto.
«È un progetto che nasce da una sinergia tra tutti gli enti coinvolti, senza alcuna contrapposizione politica o territoriale. C'è una piena condivisione da parte di tutte le forze politiche, perché è un’opera che va nell'interesse della collettività». Se non fosse per un'associazione neo costituita, l'Ambiente & Sicurezza Città di Teramo Ets con la presidente Antonella Gallo, che ha presentato due ricorsi al TAR. «C'è solo questa associazione», dice il sindaco, «Non ci sono contrapposizioni nè ripeto dalla politica né soprattutto dalla comunità che comprende la portata dell'opera. Al di là degli aspetti giudiziali o politici, il dato sostanziale è che chi si oppone a questo intervento si oppone agli interessi pubblici della città. Il progetto ha ottenuto anche il via libera dalla Soprintendenza, quindi chi si schiera contro quest'opera si schiera contro Teramo e il suo sviluppo».
Il primo cittadino ribadisce i vantaggi economici e ambientali del biodigestore: «Oltre ai benefici in termini di sostenibilità, pensiamo anche alla riduzione dei costi per lo smaltimento dei rifiuti urbani. Questo impianto rappresenta un'opportunità non solo per Teramo, ma anche per le altre comunità che potranno usufruirne». E poi lo sguardo al dialogo con MoTe e Poliservice per il futuro, «che sarà fondamentale per garantire una gestione ottimale di questo nuovo sistema. È un progetto di prospettiva, che rafforza l'autonomia del nostro territorio nella gestione dei rifiuti e lo proietta verso un modello più sostenibile ed efficiente».
Senza dimenticare che il nuovo Biodigestore renderà l'area di Carapollo una vera e propria roccaforte di controlli e video sorveglianze, a tutela anche dei tanti incendi che si ripetono nella stagione estiva. Perchè remare contro?
Guardate https://www.youtube.com/watch?v=iJEDcYfgtHA&t=1s
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Commenti
Splendido. Speriamo che anche gli altri comuni della provincia sulla costa seguano l'esempio.
Perché remare contro??? Perché gli stipendi sono da fame, i prezzi alle stelle, le strade da terzo mondo, scuola e sanità allo sbando, gang di criminali stranieri anche nella cara vecchia Teramo, europa che stanzia centinaia di miliardi per guerre immaginarie...e a cosa si pensa? Alle puttanate green, stile orrenda pista ciclabile!!!
Sito e posizione non idonei