Il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, così come prevede il cerimoniale lo ha chiamato per nome per tre volte. “Franciscus” ha detto ad alta voce. Una volta che ha constatato la mancata risposta, ha pronunciato le due parole che chiudono il pontificato “Mortus est”. Gli è stato tolto il Piscatorio, l’anello con il sigillo papale e il suo volto è stato coperto con un panno di lino, così come il volto di Gesù. Da quel preciso momento è iniziato, per la chiesa cattolica, il periodo di Sede Vacante che andrà avanti fino all’annuncio del nuovo Papa. Jorge Mario Bergoglio non è stato un Papa come molti suoi predecessori. La sua elezione destò scalpore. Innanzi tutto perchè è stato il primo Papa gesuita della storia. Mai, fino al 2013 un seguace di S. Ignazio di Loyola, fondatore della compagnia di Gesù nel 1534, era salito sul Soglio di Pietro. Un ordine che, al suo interno, ha il “papa nero”, così come è chiamato chi guida la congregazione. L’altro elemento a destare scalpore è stato la scelta del nome: Francesco. Il Santo per eccellenza dei poveri, il poverello di Assisi, il patrono d’Italia, il più amato dagli italiani e fondatore dell’ordine francescano, da sempre giudicato come quello più lontano dalla Compagnia di Gesù. Francesco ha messo in chiaro subito quello che era il suo pensiero con la famosa frase: “Come mi piacerebbe una chiesa povera per i poveri”. Infatti, subito dopo aver pronunciato queste parole, Francesco ha messo mano a una riforma della politica economica e finanziaria che ha rivoluzionato le gestione all’interno delle sacre mura. Un segnale ben preciso così come il rifiuto di alloggiare nel palazzo apostolico ma nella foresteria di Santa Marta. Papa Francesco è sicuramente colui che ha messo in pratica alla lettera il messaggio di Cristo, quello di chi dà sostegno ai poveri, chi visita gli ammalati e i carcerati e di chi si occupa degli ultimi della società. Non è un caso, infatti, che l’ultimo atto fuori dal Vaticano di Bergoglio sia stata la visita al carcere di Regina Coeli il giovedì Santo. Il pontificato che si è chiuso passerà alla storia, comunque, come uno dei più controversi dal punto di vista non solo teologico ma anche del rispetto della tradizione. A molti, infatti, il divieto delle celebrazioni con il rito tridentino (riammesso da Papa Benedetto XVI) non è piaciuto. Soprattutto certe aperture hanno creato dei malumori. A qualche componente del collegio cardinalizio, infatti, la nomina di due suore a capo di due Dicasteri importanti non è piaciuta (tanto per usare un eufemismo).
Anche la famosa frase: “Chi sono io per giudicare” ha scosso alcune coscienze. Per alcuni puristi, infatti, il Vicario di Cristo è sì uomo, ma se parla “ex cathedra” di questioni teologiche, è ispirato direttamente dalla Spirito Santo e, dunque, per questo è infallibile. Francesco è stato anche un grande comunicatore. Sulla scia di Giovanni Paolo II ha viaggiato, visitato ed evangelizzato gran parte del mondo, toccando i cinque continenti e portando, come indicato da Gesù, la parola nel mondo. Non si è mai risparmiato, neppure da malato, segno questo di una grandezza riconosciuta da tutti i grandi della terra. Ha continuato a mantenere un rapporto intenso e costruttivo con tutte le altre religioni, così come fatto da Wojtyla. Una grande opera di pacificazione che, non per colpa sua, è rimasta incompiuta. In molti oggi si chiedono: chi sarà il suo successore? Chi ne prenderà l’eredità? Chi sceglieranno i padri della Chiesa? In teoria è lo Spirito Santo che ispira l’elezione del Sommo Pontefice ma i voti sono degli uomini. Il collegio cardinalizio oggi è composto da 256 membri di cui 135 sono cardinali elettori che sono gli ammessi al Conclave. Il Decano, colui che guiderà il Conclave, è Giovanni Battista Re mentre il cardinale anziano è il segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin. Se dovesse tornare un Papa italiano, che manca dal 1978 (l’ultimo è stato Giovanni Paolo I) i due sopra sarebbero i favoriti. E’ comunque presto per un pronostico, anzi impossibile. Una cosa è certa, non sarà un Conclave semplice. Le grandi manovre sono già iniziate e, soprattutto, le due parti, quella che vuole una chiesa tradizionalista e quella che invece vede una chiesa progressista, non sono mai state così lontane. Ma per tutto questo ci piace pensare che sia lo Spirito Santo a dare una indicazione forte. E’ sicuro che la linea tracciata da Francesco in questi 12 anni di pontificato farà la sua parte.
Alfredo Giovannozzi
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