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Arresti per la tratta delle schiave. La Procura de L'Aquila e la Squadra Mobile di Teramo contro la mafia Nigeriana...

di Giancarlo Falconi
4 minuti

Nell'ambito di una complessa attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di L'Aquila nella prima mattina di oggi personale della Squadra Mobile di Teramo con l'ausilio del Reparto Prevenzione Crimine "Abruzzo" di Pescara e delle Squadre Mobili di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata ha eseguito un'ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere, emessa dal Gip di L'Aquila nei confronti di 9 persone di nazionalità nigeriana ( 5 uomini e 4 donne) per i reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione intermediazione finanziaria, autoriciclaggio e riciclaggio trastiazionale, nonché per il reato di tratta di esseri umani. L' operazione di polizia giudiziaria costituisce il risultato del prosieguo della attività di indagine che, nel mese di luglio scorso, aveva già portato all'esecuzione di un'ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare nei confronti di 6 persone ('1 italiano e 5 donne di nazionalità nigeriana) dimoranti in Abruzzo e nelle Marche, peri reati di tratta di esseri umani, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione di almeno 12 giovani donne nigeriane, esercitanti giornalmente la prostituzione sul noto territorio della "Bonifica del Tronto" della Provincia di Teramo dopo essere giunte clandestinamente in Italia via mare con la promessa, da parte di chi li aveva reclutate in patria e sottoposte al rito "voodoo", di un lavoro e di un futuro migliore. Le successive indagini hanno permesso di individuare la destinazione del denaro provento dei suddetti reati permettendo di far luce su un sistema capillarmente diffuso su tutto il territorio nazionale che costituisce un meccanismo strutturato e transazionale di raccolta del risparmio (se il denaro è di provenienza lecita) o di riciclaggio ed autoriciclaggio (quando il denaro è di provenienza delittuosa) attraverso il meccanismo dell'hawatal. Si è accertata l'esistenza di un'associazione a delinquere, con basi operative nelle province di Teramo, Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, composta tutta da cittadini nigeriani (4 donne e 5 uomini) dedita al riciclaggio ed all'autoriciclaggio verso la Nigeria, attraverso viaggi in aereo, di ingenti somme di denaro, abilmente occultate all'interno dei bagagli al seguito, provenienti dallo Strumento informale di trasferimento di denaro al di fuori dei normali circuiti bancari che impongono procedure di identificazione al fine di eludere qualsiasi regola di tracciabilità. Le forme di comunicazione informali esistenti all'interno delle singole comunità etniche consentono ai potenziali clienti di individuare i banchieri fumata, anche detti hawalatiar, che, nel Paese ospitante, in genere, esercitano attività commerciali in grado di giustificare movimentazioni di somme anche rilevanti e di tenere solide relazioni con il sistema bancario ufficiale. Il sistema di trasferimento fondi hawala, quindi, prevede la partecipazione di questi protagonisti: • l'ordinante, cioè colui che vuole trasferire i fondi;  il beneficiario, vale a dire il soggetto che riceverà da ultimo i fondi stessi;  gli operatori, i cosiddetti hawaladar, residenti nei due Paesi ove avverrà il trasferimento. Il suo funzionamento è incardinato su un forte legame fiduciario tra hawaladar e l'ordinante. Solo nel corso dei controlli effettuati con la collaborazione della Polizia di Frontiera e dell'Ufficio delle Dogane presso l'aeroporto di Fiumicino, sui "corrieri" dell'associazione prima che si imbarcassero per voli diretti in Nigeria, gli stessi sono stati trovati in possesso di oltre 400.000 euro. Nel corso dell'indagine (meno di un anno) i corrieri indagati si sono complessivamente recati in Nigeria circa 100 volte per trasportare illecitamente i soldi consegnatigli dai committenti ne consegue che secondo una stima indicativa la somma illecitamente trasportata in Nigeria corrisponde a 7 milioni 500 mila euro. Proporzionando queste cifre al fenomeno nazionale si ricava un flusso impressionante di denaro (in parte proveniente dallo sfruttamento sessuale delle giovani donne vittime di tratta, ma anche da altri gravi reati posti in essere da tali sodalizi) che viene trasferito in Nigeria al di fuori dei canali finanziari tradizionali per essere poi immesso nel paese Africano in circuiti bancari locali e/o per giungere, ormai ripulito, nelle mani delle organizzazioni criminali che li utilizzeranno per successive attività illecite o investimenti.


Il servizio https://www.youtube.com/watch?v=4f9ONyLFASc

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I nostri politicanti hanno fatto insediare in Italia tutte le mafie del mondo ed adesso tocca alle nostre forze dell'ordine cercare di combatterle.