Da quando è uscito il mio libro sulla massoneria abruzzese, vengo spesso assillato da domande e quesiti, per sapere se questo o quello (persone e/o cose) sia da ritenersi “massone” e/o “massonico” o riferibile alla massoneria. C’è perfino qualcuno che mi chiede di se stesso, forse per sapere se io so, non sapendo (lui) se io so e volendo sapere quel che so (di lui). Chi lo fa assume l’espressione del volto che aveva Giuda quando anche lui, come gli altri apostoli, avendo detto Gesù nell’ultima cena: “Uno di voi mi tradirà”, chiese: “Sono forse io, Maestro?”
Anzi, preciso, l’espressione che il suo volto avrebbe assunto se anche lui (Giuda) avesse fatto quella domanda, perché non tutti concordano sul fatto che l’abbia fatta e secondo molti non la fece. Ma a me la fanno. A molti potrei rispondere “Quoque tu!” (senza il punto interrogativo), ma spesso non lo faccio (con qualche eccezione). So che la stragrande maggioranza si ostina a chiedere documenti certi sulle affiliazioni, magari tessere e diplomi massonici, come se la massoneria fosse un club di dopolavoristi i cui elenchi sono tutt’altro che segreti. Perciò passo avanti e non mi curo… ma mi fanno domande anche su oggetti, cose, case… e perfino chiese, per sapere se vi siano simboli massonici o se alcuni degli elementi che vi si ravvisano siano interpretabili come simboli massonici.
Ogni tanto fornisco qualche spiegazione, se ho elementi, a volte no. Ma sono sempre preso da una certa irritazione… per la pigrizia intellettuale di chi chiede. Perché non sfruttare la curiosità di sapere che si ha, dedicandosi alla ricerca? Perché non attivarsi per studiare, andando oltre il semplice venire a chiedere a me?
Per esempio, mi hanno fatto molte domande su uno stabile, ristrutturato a Teramo di recente e abbellito nella facciata, su cui si legge il motto: “Nec spe nec metu”.
Mi hanno chiesto se il motto sia massonico, se abbia riferimenti alla massoneria. Mi hanno chiesto se per caso questo stabile abbia questo motto perché è la sede di una loggia massonica teramana, se per caso i proprietari siano massoni o appartenenti a circoli massonici… Insomma, mi hanno chiesto di tutto.
Allora, io dico: posto che il motto, tradotto dal latino, significa “Né con speranza né con timore”, che per la sua incerta origine e per il suo incerto significato simbolico è stato usato e fatto proprio da più persone, gruppi ed istituzioni (compare perfino sullo stemma del Comune di Feltre), chi vuole sapere perché esso sia stato iscritto sulla facciata di uno stabile teramano, che significato simbolico abbia e, soprattutto, se ne abbia uno riferibile alla massoneria, conduca una ricerca personale: individui dove si trova lo stabile, chi siano i proprietari e i restauratori, se siano architetti o “architetti” (con le virgolette il termine assume piuttosto il significato di “muratori” senza che si tratti di una degradazione), da chi sia frequentato o se possa essere o no la sede di una loggia, cercando di svelare il perché non compare alcun nome sui quattro campanelli.
Chi riuscisse a risolvere qualcuno degli enigmi, mi facesse sapere.

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