Il suo nome era Re Tommaso Ginoble. Il Re del suo Partito Democratico che un giorno decise di far regina sua sorella. Nessuno fiatò. Tutti zitti a blaterare la vergogna dietro le spalle. Senza palle. Non disse nulla il Segretario, il Presidente tutto fuori dente. Tutti a sperare anche in una debacle, in una sconfitta, in una retrocessione. Il Pd vincerà l'elezioni di Roseto al ballottaggio, Teresa Ginoble II, sarà regina della città delle rose ma non sarà mai amata dai rosetani. La differenza. Enio Pavone sulla sua pagina di Facebook, ti permette di invadere con ogni opinione, con ogni link, con ogni confronto, con ogni idea, con ogni proposta; Teresa Ginoble ti permettte di leggere solo cosa pubblica, cosa decide. Respingente. I social ti bocciano, ti taggano in negativo. La comunicazione del web, i giovani, le nuove generazioni, leggono un senso di Verticale e fuggono verso l'orizzontale, verso la differenza tra il senso di autorità e autorevolezza. L'Italia sta cambiando, il mondo sta cambiando, i partiti sono avvertiti. Nasceranno altre associazioni, altre liste civiche formate da persone che vivono senza l'interesse della poltrona, per l'interesse della collettività. I colletti bianchi li guarderanno con sospetto, inamidati nel loro aspetto per poi, riparare sotto il loro tetto. Pio Rapagnà è il nuovo sindaco di Roseto. Pio Rapagnà non è il nuovo sindaco ma ha vinto lo stesso, senza sesso con i compromessi. Ha vinto senza niente in mano, senza bluffare, senza giocare, mentre gli altri pubblicavano libri e promettevano un'oasi paesaggistica di condomini, il verso di Pio era un megafono senza pile e rauco di gola, sognando una Roseto con anima e core. Ha vinto la passione, l'uomo dalla sciarpa di lana rossa in parlamento ad Agosto, il vero Pasquino fuori stagione, l'uomo che vide il re Nudo....tutto nudo...guardò i suoi preziosi...e si mise a ridere.
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