Era il luglio del 2011 quando scrissi un articolo, che fece molto discutere nella calda estate teramana. Vi ricordate? Avevamo previsto le dimissioni del Direttore Generale della Tercas, Antonio Di Matteo, con la nostra sfera di cristallo. Data e ora sarebbero state confermate dall'inesorabile giudice del tempo. Il 30 Settembre.
Nel frattempo la Guardia di Finanza avrebbe fatto diverse visite al nostro prestigioso Istituto Bancario.
Non amo parlare di un'inchiesta in corso o meglio dell'inchieste in corso. Potrei citare una Banca di San Marino, chiamata anche la banca dei teramani. Potrei ricordarvi il crac Di Mario, che si avvicina a quasi un miliardo di euro. Il 13 Aprile ci sarà la prima udienza per conoscere un primo sommario conteggio dei debiti Di Mario.
Sapremo anche una prima verità sulla bancarotta preferenziale.
Potrei leggervi il bilancio della Tercas, chiuso per la prima volta nella sua storia, in passivo. Meno nove milioni di euro.
Potrei far parlare decine e decine di imprenditori del territorio, in lista di accesso al credito. Potrei ricordarvi la crisi della nostra terra. Il nostro default per importazione.
Caro avvocato Nisii, anzi, Avvocato con la lettera maiuscola del lignaggio, le sono sembrati giusti i rapporti dell'ex direttore generale Di Matteo, con la Banca di San Marino?
Le operazioni finanziarie lontane dalla nostra provincia, (Tercas, cassa di risparmio della provincia di Teramo), vicino a diverse opa famose?
Il prestito di decine di milioni di euro al più grande bancarottiere della storia italiana, Raffaele Di Mario, mentre per i nostri imprenditori, cittadini, le difficoltà di un semplice accesso al credito, erano diventate remote e irragiungibili.
Si parla di un buco di centinaia di milioni di euro.
In attesa della relazione della Banca d'Italia, mi sarebbe piaciuto un atto di coerenza e affetto. L'amore muove tutte le corde del mondo. Un puparo di istinti. La verità. Dio.
L'amore vorrebbele sue immediate dimissioni, quelle dell'intero cda, del credito e del collegio sindacale dei revisori dei conti.
I suoi uomini, dediti al controllo del Direttore Generale, scusate, dell'ex Direttore Generale Di Matteo, si sono confusi con le partite doppie, caro Presidente Nisii o nei peggiori dei casi, non sono stati in grado di avvertirla dell'esposizione a rischi finanziari, che il dott. Di Matteo, stava facendo correre alla Tercas. Complici o distratti?
Scelga lei, caro Avvocato, ma in entrambi i casi, le dimissioni dovrebbero essere automatiche.
Il neo direttore generale, Dario Pilla, ha parlato di una Banca che tornerà a curare il territorio.
Un atto mancante, che in psicologia richiama il lapsus freudiano. Un modo per ammettere una politica gestionale sbagliata. Un'analisi cruda da cronista economico.
Presidente Nisii, lei è la storia della politica sociale ed economica della nostra provincia.
I grandi uomini, sono capaci anche di grandi gesta. I suoi cortigiani non hanno servito il re, ma sono pronti a puntare il dito per salvarsi. Che cosa aspetta? La fine del mandato che guarda caso, coinciderebbe con le prossime elezioni regionali?
In Istituto si parla di una futura presidenza del Governatore Chiodi e della sua quotidiana presenza come semplice traghettatore. Non renda triste la mia idea della sua storia. In nome di quei soldi strappati al nostro territorio. A quelle possibilità, a quelle risorse di sogni imprenditoriali, a quei respiri e sospiri. Faccia un' ultima mossa politica. Uno scacco matto... In nome dell'amore...
Si dimetta.
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Spero vivamente che l'Avvocato non ascolti l'amico Falconi. Pur convinto che egli sia un uomo che ha commeso diversi errori, almeno un merito gli va ascritto: ha salvaguardato la Banca da mani rapaci. Almeno fino a ieri, fino all'arrivo dell'allievo di Consorti, maestro nei colpi di mano formato alla scuola dell'Unipol. E' stato un errore grave aver sottovalutato un figuro che con la cricca che ancora possiamo vedere al mattino al S.Matteo ha smontato di fatto la Tercas e ne ha fatto polpette, scientemente, con cinismo inarrivabile; errore ancora più grave non aver ascoltato qualche voce amica che l'aveva avvertito. Ma egli si fida degli uomini, come si è fidato altre volte di figure, che poi sono diventati figuri che l'hanno tradito. Però, al pensiero che lo possa sostituire il proconsole di piazza S.Anna o il suo fiudato scudiero, il rapace moralizzatore degli ospedali e assertore del merito ( dopo aver promosso primari e primarietti con la tessera del PDL); o il suo socio di studio cui già ha affidato compiti politici, senza pudore e senza ritegno, o uno della stirpe del mecenate di piazza Garibaldi, dal nome tassiano, o uno degli squallidi tirapiedi già allocati sapientemente in posti strategici,Sistema Spa,, Ater, ecc. ecc. mi viene il voltastomaco e mi si ripropone l'antico dilemma, se lasciare i miei resti nella terra di mio padre o in una landa remora. Vivamente, nonostante gli errori, spero che l'Avvocato non ascolti la preghiera di Falconi.