La gestione Varrassi, a maggior scorno dell’antimeritocrazia attuata capillarmente da Chiodi, verrà ricordata come la peggiore della storia della sanità teramana.
Dopo aver preso schiaffi da tutte le parti sulla triste vicenda dell’esautorazione del Prof. Vicentini (attuata escludendo urologia dalla convenzione con l’Università de L’Aquila), Varrassi – evidentemente piccato per il fatto che la professoressa Grazia Cifone, direttrice del dipartimento di Medicina Clinica dell’Aquila ed ex preside della Facoltà, lo abbia contestato con una lettera indirizzata proprio al nostro blog – ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha detto: “trovo innanzitutto singolare che il direttore di un dipartimento si rivolga a un sito, piuttosto che dialogare con i canali ufficiali” (dovrà farsene una ragione se siamo diventati sul campo la piazza virtuale più varrassiana della provincia).
Il Direttore Generale della ASL di Teramo continua imperterrito a propinarci il gioco delle tre carte: “Abbiamo difeso gli interessi dei cittadini, per noi la convenzione non è in discussione, abbiamo deliberato quanto concordato e solo negli interessi dell’azienda e della sanità teramana”.
Potremmo cortesemente sapere, lo ripeteremo ad libitum, quali siano le motivazioni accurate che hanno condotto allo scioglimento della convenzione relativamente ad urologia? Potremmo mai conoscere i dati analitici e completi sulla mobilità passiva di ogni presidio ospedaliero teramano e di ogni reparto?
Varrassi fornisce una prima chiave di lettura: “Andava riequilibrato il ruolo degli universitari in relazione a medici ospedalieri”. Traduzione dall’italiano al “francese”: questi cazzo di professori aquilani fanno il loro porco comodo come se la ASL di Teramo fosse il loro parco giochi, per cui abbiamo iniziato a rimandarli a casa.
Ma ad essere più esplicito è il presidente dell’Ordine dei Medici Cosimo Napoletano: “È normale che la componente ospedaliera difenda gli interessi dell’azienda ospedaliera, non possiamo accettare che gli universitari siano intoccabili tanto che vengono sottoposti a una valutazione ogni 3 anni e gli ospedalieri devono essere sottoposti a verifiche annuali”. Traduzione dall’italiano al “francese”: non abbiamo bisogno di comandanti a casa nostra, ce la caviamo benissimo da soli ed anzi sapremo fare meglio dei professori ostracizzati, nel caso di urologia ad esempio potremmo sostituire Vicentini con luminari del calibro di Robimarga.
Non vorrei sembrare scortese, ma continuo a dolermi della mancanza di cifre, di dati, di prove oggettive e inconfutabili che dimostrino gli scarsi risultati di Vicentini e l’opportunità di un avvicendamento al vertice dell’urologia teramana.
Se questi dati non vengono forniti, e finché non lo saranno saremo autorizzati a pensare tutto il peggio possibile, non c’è argomentazione capziosa che tenga: se Vicentini ha garantito standard elevati delle prestazioni e non è stato lui stesso a chiedere di andar via, allora l’avvicendamento al vertice del reparto urologico è gradito solo nel caso di arrivo di altro primario che porti in dote risultati oggettivamente migliori di quelli ascrivibili al professore in carica.
Perché, forse non si è capito, ai cittadini non frega un beato cazzo (chiedo scusa per il beato) ogni quanti anni vengano valutati i professori, né dei ridicoli e infantili riequilibri fra medici ospedalieri e medici universitari, ai cittadini importa solo di essere curati al meglio quando sono costretti ad assumere il ruolo di pazienti.
P.S.: i cittadini sono invitati tutti alla mobilitazione che si terrà lunedì 8 luglio alle ore 10,00 davanti alla sede della ASL di Teramo, in Circonvallazione Ragusa n. 1, a difesa del “presidium Vicentinianum”.
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