Ringrazio Fabrizio Primoli. Prima per aver scritto il bel libro sul vecchio teatro comunale di Teramo che consiglio a tutti coloro che amano questa città. Poi per aver lanciato l’idea della ricostruzione del teatro comunale - come da progetto originale di Mezucelli - laddove si trova l’orrore architettonico che ne ha preso il posto dopo l’infausta demolizione del 1959.
Il problema del “falso storico” non esiste per le considerazioni adamantine espresse da Primoli: “Ripristinare ciò che c’era (e non ciò che non c’è mai stato) non significa creare un “falso storico” tout court: significa anzitutto ripristinare un’omogeneità, una coerenza, una visuale urbanistica che in passato è esistita e che successivi, sbagliati interventi di demolizione e riedificazione hanno alterato e compromesso”.
La ricostruzione stilistica serve soprattutto per sanare una ferita urbanistica che sanguina dal 1959 e deturpa Corso San Giorgio e il suo equilibrio architettonico.
E poi, a tacitare qualsiasi provinciale che fosse così gretto da opporsi all’ipotesi per ragioni tecnico-culturali del più vario genere, debbono farsi gli esempi illustri forniti sempre da Primoli: “il Teatro “La Fenice” di Venezia interamente ricostruito nel 2003, dopo l’incendio che lo ridusse ad un puro rudere” con rifacimento, “sulla base dei progetti originali, di stucchi e dorature e affreschi”; “il Teatro Petruzzelli di Bari ricostruito ex novo nel 2008, esattamente com’era”; “il Globe Theatre di Londra, interamente riedificato nel 1997”.
Infatti, “Gli stili, soprattutto se fanno parte del cuore e dell’anima di una Città, possono essere riproposti. Ricostruiamo il nostro vecchio Teatro Comunale, magari con materiali innovativi ed innovative metodiche. Ampliamone magari la capienza, rispetto agli originari 608 posti (realizzando, ad esempio, uno o due nuovi ordini di palchi), ma lasciamo inalterati gli stili. Non è una bestemmia”.
È ovvio che infinite critiche giungeranno, specie sul versate economico della fattibilità del progetto.
Ma nessuno venga a dire che potevamo fino a ieri spendere 44 milioni di euro per il project financing del nuovo teatro, quando il teatro stesso incideva per un totale di soli 7 milioni, ed oggi non troviamo 7 o anche 10 milioni per ricostruire il nostro bel teatro del Mezucelli.
Tenendo conto che ben 3,3 milioni sono già finanziati dalla Fondazione Tercas e che le stesse aree edificabili ubicate dietro alla Madonna delle Grazie (già facenti parte del fallito project) sono ancora lì a disposizione.
È solo questione di volontà. E di amore per la città.
(In subordine, resto sempre dell’idea che costruire il nuovo teatro a Piazza Verdi, al posto del mercato coperto e in adiacenza al Liceo Musicale Braga, resti una ipotesi valida per riqualificare un intero quartiere, specie se dovesse finalmente realizzarsi il recupero funzionale del vicino teatro romano).
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Non sono di Teramo, ma sono abruzzese e come tale dico che è una bella idea. Parliamo di "dov'era com'era e non di falso storico.