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Si alla ricostruzione del Teatro Comunale ottocentesco

di Christian Francia
3 minuti

Ringrazio Fabrizio Primoli. Prima per aver scritto il bel libro sul vecchio teatro comunale di Teramo che consiglio a tutti coloro che amano questa città. Poi per aver lanciato l’idea della ricostruzione del teatro comunale - come da progetto originale di Mezucelli - laddove si trova l’orrore architettonico che ne ha preso il posto dopo l’infausta demolizione del 1959.
Il problema del “falso storico” non esiste per le considerazioni adamantine espresse da Primoli: “Ripristinare ciò che c’era (e non ciò che non c’è mai stato) non significa creare un “falso storico” tout court: significa anzitutto ripristinare un’omogeneità, una coerenza, una visuale urbanistica che in passato è esistita e che successivi, sbagliati interventi di demolizione e riedificazione hanno alterato e compromesso”.
La ricostruzione stilistica serve soprattutto per sanare una ferita urbanistica che sanguina dal 1959 e deturpa Corso San Giorgio e il suo equilibrio architettonico.
E poi, a tacitare qualsiasi provinciale che fosse così gretto da opporsi all’ipotesi per ragioni tecnico-culturali del più vario genere, debbono farsi gli esempi illustri forniti sempre da Primoli: “il Teatro “La Fenice” di Venezia interamente ricostruito nel 2003, dopo l’incendio che lo ridusse ad un puro rudere” con rifacimento, “sulla base dei progetti originali, di stucchi e dorature e affreschi”; “il Teatro Petruzzelli di Bari ricostruito ex novo nel 2008, esattamente com’era”; “il Globe Theatre di Londra, interamente riedificato nel 1997”.
Infatti, “Gli stili, soprattutto se fanno parte del cuore e dell’anima di una Città, possono essere riproposti. Ricostruiamo il nostro vecchio Teatro Comunale, magari con materiali innovativi ed innovative metodiche. Ampliamone magari la capienza, rispetto agli originari 608 posti (realizzando, ad esempio, uno o due nuovi ordini di palchi), ma lasciamo inalterati gli stili. Non è una bestemmia”.
È ovvio che infinite critiche giungeranno, specie sul versate economico della fattibilità del progetto.
Ma nessuno venga a dire che potevamo fino a ieri spendere 44 milioni di euro per il project financing del nuovo teatro, quando il teatro stesso incideva per un totale di soli 7 milioni, ed oggi non troviamo 7 o anche 10 milioni per ricostruire il nostro bel teatro del Mezucelli.
Tenendo conto che ben 3,3 milioni sono già finanziati dalla Fondazione Tercas e che le stesse aree edificabili ubicate dietro alla Madonna delle Grazie (già facenti parte del fallito project) sono ancora lì a disposizione.
È solo questione di volontà. E di amore per la città.
(In subordine, resto sempre dell’idea che costruire il nuovo teatro a Piazza Verdi, al posto del mercato coperto e in adiacenza al Liceo Musicale Braga, resti una ipotesi valida per riqualificare un intero quartiere, specie se dovesse finalmente realizzarsi il recupero funzionale del vicino teatro romano).
 

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Commenti

Hanno demolito il teatro che ero bambina e già allora ne chiesi esterefatta il motivo a mia madre,lo ricordo perfettamente, vi si svolgevano anche manifestazioni a carnevale per noi più piccoli e ne ho sempre sentito nostalgia per questo penso che sarebbe bellissimo riaverlo .
...o ma che coglioni co sto teatro... Ma che stiamo a fare come le tv nazionali, che pur di non parlare della merda in cui navighiamo tutti ci propongono di continuo la storia di quello stronzo di schettino! Non dico che un teatro, degno del nome, e costruito rispettando legalità e volere dei cittadini, non serva...ma che mo non è il momento di parlarne. Non è il primo problema insomma. Se si vuole fare un'opera di cultura, bisogna mandare a casa gli incompetenti che siedono in comune, per cui, l'abbiamo visto e rivisto, la culura non è che una rottura di coglioni da assecondare...Non abbiamo nemmeno l'assessore!!! Poi, iniziamo NOI a parlare di cosa serve e cosa no nella nostra città. Iniziamo NOI a decidere cosa costruire e cosa abbattere (che ne so, di ecomostri ce ne sono a dismisura, oppure togliamo la statua di Garibaldi vicino a Madonna Delle Grazie e che guarda Giulianova e la riposizioniamo nel modo e nel posto giusto). FUORI DAI PALAZZI DI GOVERNO GLI INCOMPETENTI - GLI IMPIEGATI DI PARTITO - CHE LAVORANO PER GLI INTERESSI DELLA LORO "AZIENDA" NON DELLA COLLETTIVITA'
L'ipotesi più che suggestiva è realizzabile, quello che manca è la volontà politica di realizzarla. Tecnicamente sarebbe molto semplice quantificare i costi della riedificazione, certo è poco realistico pensare all'utilizzo dei materiali usati nel 1800, ma si può, credo, tentare una felice sintesi tra nuove tecnologie e rifiniture ottocentesche. Visto che si parla del sito del mercato coperto in alternativa mi piace ricordare, con tanta nostalgia, a come era quel posto prima della realizzazione di quell'informe ed orrendo cubo di cemento, squallido e fuori contesto con l'ambiente.
Sono gretto e provinciale che ci vuoi fare.........la nostra fortuna è avere chi non lo è
l'altro ieri lo diceva Paolo Gatti a Teleponte
Ma guarda che c...o di problemi che abbiamo a Teramo ! Dobbiamo ricostruire un teatro che sarebbe solo un FALSO STORICO , punto ! Il sindaco ci rompe sempre le p...e perchè non ci sono soldi , le tasse vengono triplicate , le strade di Teramo sembrano quelle irachene ed adesso sono pure piene di monnezza che la gente maleducata butta dove capita ed operatori Te.Am., ancora più maleducati, neanche raccolgono quando passano facendo a gara a chi riesce a ribaltare i camioncini nuovi nuovi acquistati sulla pelle dei teramani. L'illuminazione di Teramo fa schifo, gli asili comunali vengono chiusi, i Vigili Urbani fanno multe a tutto spiano ( ovviamente salvaguardando sempre gli "intoccabili" teramani ) per rinpinguare le casse comunali, ed il problema qual'è : costruire un falso storico che sarebbe la solita pseudo-opera faraonica alla teramana che non avrebbe nessun senso e soprattutto mai fine !!!! Ma dove vivete ? se non avete niente da fare andate a lavorare e se non avete bisogno di lavorare andate a fare del volontariato !!!!!!!!!!
Egr. Francia. La sua idea è affascinante, semplice e, nella sua semplicità, addirittura geniale. Quindi visti: La pochezza culturale della nostra classe dirigente, nessuno escluso, politica ed amminiastrativa La insormontabile e certa opposizione a tutti i livelli della burocrazia Le sicure problematiche e politiche di sbarramento messe in atto dalle lobbies vetero-ambientalistiche La sicura opposizione degli apparati regionali ed extraregionali facenti parte della consorteria che da decenni osteggia lo sviluppo della nostra città a tutto vantaggio delle province vicine L'INTERVENTO E' RIUSCITO MA IL MALATO E' MORTO Ergo, chiarisco, le possibilità che si faccia sono ZERO ALL'ENNESIMA POTENZA. Saluti.
Intanto complimenti a Fabrizio Primoli per lo stimolo che dà a questa rabbiosa ma sonnecchiante città.... Sembra il libro dei sogni.... ma è proprio così? Non entro nel merito stilistico e architettonico....andrebbe benissimo anche una costruzione ultramoderna in una zona nuova della città, non è questo il punto. Vorrei evitare pedanterie da intellettualoide eretico dell'economìa....ma.... dovremmo chiederci COME furono costruiti il San Carlo di Napoli (in soli 250 giorni...), l'Opera di Parigi e lo stesso gioiellino che avevamo a Teramo.....oggi nessun ente pubblico ha più soldi per finanziare opere di questo pregio....perchè? Perchè abbiamo perso la sovranità monetaria e siamo costretti a pregare i privati di cacciare qualche quattrino svendendogli l'opera stessa o promettendogli altri lauti affari che magari non coincidono con un interesse sociale rilevante. Se lo Stato potesse assieme agli enti territoriali stampare moneta senza indebitarsi col sistema bancario per la costruzione di opere così importanti, non ci sarebbe neanche inflazione perchè la quantità di moneta sarebbe rapportata al valore della costruzione del bene, al lavoro per costruirlo e ai servizi connessi.
La questione del "falso storico", che pur comprendo, è tuttavia smentita da innumerevoli esempi di ricostruzioni stilistiche in Italia e all'estero. A Venezia si può ricostruire com'era un Teatro ridotto a poco più di un rudere (erano rimaste in piedi soltanto la facciata, parte dell'area delle Sale Apollinee e alcuni tratti dei muri perimetrali esterni... e nient'altro!), a Bari altrettanto, a Londra altrettanto e così anche a Parigi e in altre parti d'Europa... ma a Teramo no! Solo qui ci si straccia le vesti con la storiella del "falso storico"! Manco si dovesse ricostruire com'era e dov'era il Colosseo... Qui stiamo parlando di una struttura che c'era... e non di una che non è mai esistita. Rispetto a quell'orrendo catafalco che insiste oggi sul Corso San Giorgio, mille volte meglio un bel "falso storico" che restituisca dignità e omogeneità a quell'arteria cittadina. Mi permetto di citare il pensiero di un illustre architetto, Pierluigi Cervellati, che su "La Repubblica" nell'ottobre 2003 così disse: «Sono contrario all'intervento dell'architettura moderna nel centro storico. Il nuovo non può inserirsi nell'antico, che ha una sua identità definita, mentre invece dovrebbe esercitarsi fuori dei contesti storici, risanando le zone periferiche e le slabbrature. Preferisco il falso storico, se praticato con criteri filologici, con materiali e modi corretti: è opera di restauro, è ripristino, è restituzione di qualcosa che si è perduto. Ed è sempre meglio, se fatto bene, che rassegnarsi alla scomparsa definitiva di un edificio». Soltanto un parere, certo, ma serve comunque a far capire ai benpensanti dell'architettura che è ora di finirla con il tabù della ricostruzione stilistica. A Teramo siamo la stragrande maggioranza a pensarla così. E, credetemi, questa volta ci faremo sentire. L'Amministrazione Comunale, volente o nolente, dovrà prendere in considerazione questa proposta. Non accettiamo, e lo diciamo subito, che venga liquidata tout court come inapplicabile.
La capienza ideale quale sarebbe? Ad esempio: 800 posti, come quelli previsti per il nuovo teatro ora sfumato, non sono pochi a fronte di circa 2400 abbonati?
secondo me, l'idea è una gagata pazzesca. edificare un nuovo teatro è l'occasione unica e irripetibile di una generazione per lasciare il segno del proprio passaggio nella storia della città. l'esempio dei teatri ricostruiti è del tutto inconferente, in quanto, almeno nei casi richiamati, parliamo di opere indissolubilmente connesse con il tessuto storico, culturale e urbanistico delle città (e, nel caso de la fenice, siamo dinanzi a un'opera d'arte). rinunciare al proprio ruolo (passare il turno) nella storia della città sol perché l'attuale classe dirigente è inadeguata è un atto di viltà. roba da disneyland
Mi sembra impossibile che nel 2012 qualcuno possa sostenere: "Il problema del “falso storico” non esiste per le considerazioni adamantine espresse da Primoli: “Ripristinare ciò che c’era (e non ciò che non c’è mai stato) non significa creare un “falso storico” tout court: significa anzitutto ripristinare un’omogeneità, una coerenza, una visuale urbanistica che in passato è esistita e che successivi, sbagliati interventi di demolizione e riedificazione hanno alterato e compromesso”. La ricostruzione stilistica serve soprattutto per sanare una ferita urbanistica che sanguina dal 1959 e deturpa Corso San Giorgio e il suo equilibrio architettonico." Significa non avere la minima idea di cosa siano l'Urbanistica, l'Architettura e la Storia! Con le stesse argomentazioni potremmo eliminare Via dei Fori Imperiali a Roma (tra i più "sbagliati interventi di demolizione e riedificazione che hanno alterato e compromesso..ecc"), oppure, per rimanere nel nostro paesotto, abbattere il Seminario Aprutino e il Duomo e ricostruire "stilisticamente"(ma che vuol dire?) l'Anfiteatro e "sanare una ferita urbanistica che sanguina dal ......." Per favore evitiamo di renderci ridicoli...
SIGNOR FERRARI NON LE SEMBRA UN PO' SQUALLIDO APPROFITTARE DI UN DIBATTITO COSI' GENUINO IN MERITO ALLA COSTRUZIONE DEL NUOVO TEATRO, NECESSARIO PER QUESTA CITTA', PER MILLANTARE LE SUE IDEE ASSURDE DI STAMPARE MONETA CHE L'ESTREMA DESTRA STA' PROVANDO A DIFFONDERE IN QUESTI GIORNI? PARLIAMO DI TEATRO E NON DI POLITICA CHE IN QUESTI CASI, E IN MOLTI ALTRI, ANNOIA IL LETTORE E IL CITTADINO. STAMPARE SOLDI...NUOVO TEATRO...COME DIAVOLO LE E' VENUTO IN MENTE QUESTO ACCOSTAMENTO? IO SE FOSSI SINDACO, ISTITUIREI UNA COMMISSIONE COMPETENTE PER TROVARE FONDI E UNITA' DI INTENTI PER FAR RINASCERE IL TEATRO CHE LA STANDA', PER COLPA DEL DIO DENARO, CI SCIPPO'. PURTROPPO IL SINDACO ATTUALE, COME ABBIAMO APPENA VISTO, E' TROPPO CIUCCIO E PRESUNTUOSO DA ASCOLTARE I CITTADINI E QUINDI ASCOLTERA QUELLO CHE I PADRONI(PADRINI) GLI IMPORRANNO DALL'ALTO . COMUNQUE QUESTA VOGLIA DI RISCATTO DA PARTE DI CITTADINI E ASSOCIAZIONI MI ENTUSIASMA, SONO FIDUCIOSO PER IL FUTURO. COME SI DICE: NON TUTTI I MALI VENGONO PER NUOCERE. BUONA SERATA.
Dico si e dico pure che questa volta il nostro amato sindaco non può partire in 4^. La città non è sua, la città è nostra e la cultura è di tutti coloro che la sanno apprezzare. Via le speculazioni di ogni genere, via il project financing. 7 milioni di euro si trovano. Circa una metà della somma è già li pronta per essere utilizzata, gentilmente offerta dalla Fondazione Tercas. Grazie Avvocato Nisii. Ti ringrazio io per Catarra, per quella somma non accettata, da te gentilmente offerta per la cultura (biblioteca). Il campo sportivo rimane li, non si distrugge un'opera per edificarne un'altra. Sono per la ricostruzione del teatro comunale abbattendo quel capannone fatto costruire nel 1959 da un sindaco che si è meritato un bronzo in mezzo ai tigli. Penso di non esagerare a dire che quel sindaco è amato e ricordato, a Teramo, da una sola persona. Contento lui!
buttiamo giu' la casa del sindaco e facciamoci il teatro!!!!! :)
Tornare all'antico? Perchè no? Dopotutto il nuovo progetto era pietoso per quanto era brutto. Degno di una Camera di commercio per quanto era schematico ed anonimo. Si era persa l'occasione per realizzare un0'opera più creativa e immaginifica che desse lustro alla città. Senza scomodare Gaudì , ci voleva un pò più di fantasia, che diamine! E allora perchè non tornare all'antico? Dopotutto quante grandi opere, monumenti, edifici sono stati ricostruiti perchè abbattutti nelle guerre, dai terremoti ecc.? Chi può sapere se il Colosseo,solo per fare un esempio, non era alla seconda, alla terza o quarta ricostruzione prima di vederlo così?
Per Anonimo: uno che non si qualifica è ridicolo tout court.
Hai ragione. Sta discussione del teatro è una c....! Ma a Teramo non si impara mai? Prima si butta giù, poi in preda ai rimorsi, per addolcire la coscienza si pensa di ricostruire. Ma sto c. di teatro proprio lì lo dovete rifare? Proprio lì dove sta il Cine Teatro? Ma non avete un altro c. di posto. Ma non è meglio avere un Cinema e un Teatro che solo un Teatro? Non finirò mai di capire! E poi date la colpa a chi governa! Mettetevi d'accordo.
Il costo della ricostruzione del Teatro La Fenice di Venezia è stato di circa 75.000.000 (settantacinque milioni) di euro. Tale dato definisce ogni altra argomentazione come esercizio di stile.
Nella mia memoria vi è il ricordo del teatro. Ho 62 anni ed ero solo un ragazzo, ma già allora mi chiesi perchè si era deciso di distruggere quell'opera per sostituirla con l'orribile scatolone attuale. In altre città, i teatri ed i monumenti sono salvaguardati e meglio conservati ... a Teramo invece a volte li distruggono. Non credo sia possibile ricostruire quel monumento; certo!, sarei felice se si potesse fare, ma nella grave situazione attuale credo sia doveroso attendere alle primarie esigenze dei cittadini più bisognosi ... Come si intitola il libro di Primoli? Salutissimi a tutti!
Intervengo timidamente nel timore di qualche sonoro vaffa..., visto la piega che ha preso la discussione che, comunque, è molto positiva. A Primoli direi solo una cosa, visto che è molto informato: " riportare solo le idee di Pierluigi Cervellati sembra un po'riduttivo: un'unica voce contro altre cento di parere opposto. Quello trattato da te è un argomento che ha occupato centinaia e forse migliaia di appassionate pagine di urbanistica e di architettura e riportare un'unica voce sembra troppo riduttivo." La mia opinione, già espressa subito, all'apparire della notizia dello stop imposto al project financing è sempre quella: " non sarebbe il caso di demolire l’attuale Teatro Comunale, sostituendolo con un teatro che trovi, attraverso un’operazione culturale di alto profilo, una mediazione fra un teatro del tipo di quello che c’era prima del 1961 ed un efficiente teatro, moderno, acusticamente perfetto idoneo ad ospitare lirica, prosa, musica e nient’altro? Un teatro concepito fra memoria storica ed assoluta modernità. Ho detto, non a caso, "UN'OPERAZIONE CULTURALE DI ALTO PROFILO". Lo so, è molto difficile e con gli appetiti dei personaggi che gravitano attorno alle amministrazioni comunali (presente e passata) appare ancora più difficile! Ma non ci deve sfuggire questa occasione. La ricostruzione del "falso storico" è troppo riduttiva per tante ragioni, non ultima che verrebbe fuori un teatro con scarse capacità di contemperare un'accettabile presenza di pubblico ed una dimensione tale da garantire spettacoli ricchi di scene (esigenza ultimamente rappresentata da Massimo Ghini). La peggiore soluzione sarebbe, poi, quella di ricostruire un "falso storico aggiornato", un qualcosa che assomigli al vecchio Comunale ma di dimensioni diverse, con materiali diversi ...etc. Buona discussione a tutti.
Invece qualificarsi come Valerio va bene? Ok, allora mi firmo Genoveffo. Avrei preferito una risposta con un minimo di argomentazione come quella, ad esempio, di Imbiancatore; va bene lo stesso, non è importante ciò che pensi di me ma quello che pensi del teatro e sinceramente non l'ho capito... Finiamola qui, il mio "evitiamo di renderci ridicoli" includeva naturalmente anche Me, come cittadino Teramano, se ti ho offeso ti chiedo scusa. Credo che l'idea di ricostruire il teatro nello stesso luogo, per quanto di difficile realizzazione, sia molto interessante, così come lo è quella di riqualificare Piazza Verdi , mentre il solo pensare di ricostruire il teatro così com'era mi fà sorridere per i motivi sopra espressi non solo da me ma anche da altri cittadini con un minimo di conoscenza dell'argomento. cordiali saluti Genoveffo
Sarebbe la vera rivoluzione......Signor Rosci, credo che invece sia squallido rincorrere le mode o i miraggi del momento. Il teatro fu abbattuto perchè Teramo si "apriva al progresso" con la standa al centro....miopìa....i mega centri commerciali che sarebbero sorti più tardi nelle periferìe hanno fatto chiudere la standa.....dopo decenni nè teatro nè standa...anzi....OVIESSE, (o vì da nandra parte, mi verrebbe da dire). oggi i Comuni non hanno un euro da spendere se non fanno "accordi" coi privati.....mentre i Borboni in meno di un anno costruirono il capolavoro del San Carlo a Napoli. Riflettiamoci un pò.....e sarà sempre peggio se è vero che l'eurocrazia ci imporrà una manovra di 50 miliardi di euro per ogni anno da qui all'abbattimento del 60% del nostro debito pubblico. Il problema che pongo con molta fermezza (e le risparmio una lista di tante persone di estrema sinistra che sposano in pieno la battaglia contro il signaraggio, sulla proprietà popolare della moneta o sulla moneta complementare), è IL PROBLEMA DELLA POLITICA: Come può la politica perseguire l'interesse pubblico se è privata alla radice degli strumenti finanziari che le sono necessari? E' la politica che muore.... a meno che non vogliamo fare un altro project financing per il nuovo teatro.... La questione è talmente seria che si può applicare in una miriade di discorsi......invece di emettere B.O.C. (una sorta di titoli di debito comunali che hanno dissestato ad esempio Napoli), perchè non è possibile stampare moneta? Si può e si deve invece. Se i nostri titoli vengono accettati e quotati lo sarebbero pure le nostre banconote.
Ringrazio L'imbiancatore per il suo intervento. Posso comprendere che l'idea del "falso storico" non sia facile da digerire. Però è altrettanto vero che esistono casi in tutto il mondo di ricostruzioni stilistiche che hanno sortito effetti spettacolari. E, ripeto, che altrove questo non mi pare un tabù... a Teramo lo è. Il pensiero di Pierluigi Cervellati era stato riportato a titolo di esempio. Ma capisco che potrebbe apparire come unica voce fuori dal coro. A parte il fatto che non è così, mi permetto allora di citare un'altra autorevole fonte. Fonte che tra l'altro questa Città dovrebbe conoscere, dal momento che trattasi del progettista dell'attuale Palazzo di Giustizia di Teramo, l'architetto Gianfranco Caniggia: «Tra falso e vero c’é una relatività nel senso che l’elemento falso in un insieme vero rimane falso, ma l’insieme raggiunge una verità maggiore. Faccio un esempio classico: le case intorno a Piazza Navona sono tutte false; la falsità dell’elemento ci ha però ridato Piazza Navona che è un organismo urbano notevole per tutti i fruitori. Sarebbe stato un bel guaio se al posto del falso, per amore di verità, avessero fatto delle costruzioni francamente moderne, perché a questo punto quel francamente moderno si sarebbe trovato pesantemente in collisione con quella verità globale rappresentata dalla presenza storica della Piazza». Tra le poche argomentazioni serie che vedo sollevate contro l'ipotesi ricostruttiva, un dato fra tutti emerge: questa Città manca di coraggio. Coraggio nel recuperare una parte del proprio passato, coraggio nel porsi in antitesi con i tanti e troppi esercizi di sperimentazione contemporanea nel centro storico, coraggio nel misurarsi con progetti e difficoltà che i teramani seppero invece affrontare alla fine dell'ottocento. Innovare, talvolta, è recuperare la propria storia.
Un'idea OTTIMA...la cittadinanza reclama a gran voce lo splendido Teatro demolito 50anni fa per un duplice motivo: 1)riavere finalmente un Teatro degno di chiamarsi tale 2)riqualificare il centro storico e, nello specifico Corso San Giorgio, quindi ricostruire li un edificio dalle linee ottocentesche credo che sia cosa BUONA E GIUSTA, così da preservare il più possibile l'armonia data dagli edifici storici qui esistenti, edifici che spaziano per un buon 90% dall'Alto Medioevo fino al 700/800!!!.....poi, in riposta a chi dice che è riduttivo prendere ad es solo il pensiero del Dott Cervellati (l'imbiancatore), vorrei far presente che gli Architetti che sposano la causa del Falso Storico o Ricostruzione Stilistica sono parecchi: impossibile riportarvi tutti quelli che personalmente ho beccato io girando per il web, cito giusto il pensiero di uno fra questi: «Perché il falso storico è tabù: Parlare di falso è entrare in un recinto sacro e perciò proibito ai più, essendo solo i 'sacerdoti' gli unici in grado di stabilire ciò che è giusto e ciò che sbagliato. La violazione del tabù comporta "biasimo da parte della comunità" .... Parlare di falso significa, prima di tutto e a prescindere dal parere di ognuno in proposito, parlare di architettura per la città e per i cittadini, cioè avere come obbiettivo non l’auto-esaltazione dell’architetto ma il desiderio di creare ambienti urbani per l’uomo. Questo è l’obbiettivo del falso in architettura, salvo poi pensare, legittimamente, che non sia una strada giusta; ma, se si inizia a parlarne si mettono in discussione le radici dell’architettura contemporanea la quale non ha altro scopo che il personalismo esasperato del progettista, la ricerca del nome, del maestro, il gesto ad effetto, senza tenere in alcun conto i valori che la città storica e la città in generale esprime in relazione ai suoi abitanti, più che all’architettura stessa ..... Ma è grazie al restauro stilistico che la mia città, Arezzo, è visitata con piena soddisfazione da migliaia di turisti ignari ed ignoranti del fatto che una serie di monumenti, non tutti, sono reinventati, e grazie al quale gli aretini nati dopo il 1940 hanno potuto godere di una città più bella ...» (Pietro Pagliardini, Architetto toscano) Di esempi ce ne sono eccome, quella della Ricostruzione Stilistica (o Restauro stilistico o, semplicemente, Faslo Storico) è una scuola di pensiero come un'altra...la verità è che la materia in questione è alquanto opinabile, nn è MATEMATICA, nn sono solo gli architetti supermodernisti a detenere la VERITA' ASSOLUTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!...per le loro sperimentazioni moderne o, peggio, ultramoderne c'è tanto spazio fuori dal centro storico!!! (basta però che nn mi si venga a fare uno scempio come la nuova chiesa della cona, se quelli sono i progetti degli architetti supermodernisti del futuro, andiamo proprio bene....) In conclusione: ASSOLUTAMENTE FAVOREVOLE ALLA RIPRODUZIONE IN CORSO SAN GIORGIO DEL GLORIOSO TEATRO COMUNALE DEMOLTIO NEL '59!!....saluti
Gent.mo Primoli, rispetto la sua opinione/idea, pur non condividendola, e la ringrazio per aver stimolato questa gradevole discussione di respiro Culturale. Detto questo mi permetto di farle notare che le case "false" di Piazza Navona erette tra il '400 e XVII secolo anche se non rispettavano pienamente la "modernità" del loro periodo, rispettavano lo spazio urbano nella sua storicità e non avevano la presunzione di scimmiottare preesistenti edifici nè sono la copia anacronistica delle case che hanno sostituito. Le discussioni riguardanti la fattibilità economica e gli interessi politici, per questa volta le lascio volentieri agli altri. Cordialmente Genoveffo
Ps. per Atriano: GRANDISSIMO il Sindaco di Atri, recentemente ho letto che avrebbe proposto di ricreare l'Arco di Monsignore, demolito anch'esso nello scorso secolo come fu per Teramo, inoltre sempre del Sindaco atriano la proposta di demolire il Palazzo della Banca (quello attaccato al Teatro per capirci) per ricostruirvi l'edificio che qui insisteva fino agli anni '50...LO STIMO!!!!!! ciao ciao
Caro Primoli, mi sento in dovere di ritornare sulla questione che ci occupa al solo scopo di fare chiarezza in quello che ho sostenuto nei miei precedenti interventi. Per capire appieno quanto da me sostenuto ti consiglio di approfondire il dibattito culturale nato a Rimini in circostanze simili a quelle di Teramo, in occasione dei lavori che hanno interessato il Teatro Galli. Comunque la differenza fra il caso Rimini (1985) ed il caso che si prospetta a Teramo è abissale, in quanto a Rimini si tentò un’operazione arditissima: la ricostruzione di un teatro parzialmente distrutto durante la guerra. Fu bandito un con concorso che vide vincitore un “certo” arch. Adolfo Natalini (vincitore di un premio Teramo Architettura)che propose di edificare (con una operazione culturale di altissimo profili) un teatro di stampo “Wagneriano” in chiave assolutamente moderna. Allo scopo di meglio chiarire la questione riporto l’ intervento di uno dei progettisti –insieme a Natalini- vincitori del concorso di idee. Ti consiglierei di approfondire, dello stesso Natalini, la ristrutturazione del Teatro della Compagnia di Firenze. Tale opera, anche se solo relativamente agli interni, illustra bene quale potrebbe essere “la operazione culturale di alto profilo”, da me auspicata tra “memoria storica e modernità” Marino Bonizzato, in merito al progetto promosso dal Comune di ricostruzione filologica del teatro Galli, lei ha espresso diverse volte il suo disappunto … “Indubbiamente la scelta del Comune di promuovere il restauro del teatro “come era, dove era” è sconsiderata: significherebbe restituire alla città una struttura antiquata, con ripercussioni concrete, e mi riferisco proprio alla visuale scenica, considerato che si tratterebbe di un teatro avente una struttura “all’Italiana”, e le coordinate architettoniche del Galli non consentono un suo connubio roseo con questa tipologia di struttura.” Lei ha espresso delle critiche, ma non si è dimenticato di portare avanti delle proposte. “Certo. Nel 1985 sono stato membro di un gruppo di studiosi con a capo l’architetto Adolfo Natalini, suddetta associazione aveva proposto un progetto di ricostruzione teatrale del Galli che seguiva una direttrice diversa da quella scelta dal Comune oggi. Il progetto teatrale era di stampo “Wagneriano” in chiave assolutamente moderna. Una struttura quindi diversa dall’originale. Innovare era il nostro obiettivo. Ricostruire il teatro, sì, ma allo stesso tempo “costruirlo” nella contemporaneità e in linea con il nostro presente, con i nostri anni. L’intento era di onorare l’incarico, ovvero fare un opera di restituzione alla città, nella speranza che il nuovo teatro diventasse il primo tassello di un rinnovamento culturale in ambito di strutture tanto da far innescare un progetto di riqualificazione cittadina in maniera simbolica: il teatro Galli è situato nel cuore della città. Ripartire dal centro storico sarebbe stato un buon inizio.”

Non sono di Teramo, ma sono abruzzese e come tale dico che è una bella idea. Parliamo di "dov'era com'era e non di falso storico.