Mi vedo costretto ad integrare l'articolo sullo stimato Di Dalmazio poichè, leggendomi nel pensiero, l'assessore regionale finalmente si è svegliato dal torpore annunciando in conferenza stampa che la Giunta ha varato un progetto di legge sulla riassegnazione delle competenze sui rifiuti dagli ATO soppressi alle Province.
Su questo, sebbene non sia mai elegante citarsi, debbo riscrivere pedissequamente quanto già ebbi modo di pubblicare su questo blog in tempi non sospetti, esattamente 5 mesi or sono, il 30.06.2011. Chiedevo all'assessore: "potrebbe spiegarci come mai da un anno e mezzo una legge nazionale (n. 42/2010) attribuisce alle regioni il compito di stabilire con legge le funzioni di gestione dei rifiuti (già assegnate alle sopprimende Autorità d'Ambito) e la Giunta Regionale dell'Abruzzo non ha depositato nemmeno uno straccio di proposta in merito?
Forse qualcuno pensa che la materia è troppo complessa e che lo scrivente ha la polemica nel sangue.
Voglio smentire i maliziosi e porgere un gratuito aiuto allo stimato assessore. Mi sono permesso di redigere, in modo senz'altro pecoreccio ed inadeguato, una brevissima proposta di legge regionale che, in mancanza d'altro, potrebbe comunque fungere da primo spunto di riflessione nel pensatoio politico di Via Carlo Forti. Eccola.
«Modifiche al sistema per la gestione integrata dei rifiuti
Art. 1
1. Le funzioni e le competenze determinate dalla Legge Regionale 19 dicembre 2007 n. 45 e dalla stessa attribuite alle Autorità d'Ambito sono devolute alle Province.
2. Gli Ambiti Territoriali Ottimali n. 2 e n. 3 di cui all'art. 14 comma 1 lett. b) e lett. c) della Legge Regionale 19 dicembre 2007 n. 45 sono rideterminati come da piano regionale allegato.
3. Le Autorità d'Ambito costituite nel territorio regionale cessano di diritto le loro funzioni a far data dall'entrata in vigore della presente legge»".
Il primo dicembre 2011 Di Dalmazio dichiara enfaticamente: «Dopo una lunga riflessione ed un confronto anche a livello nazionale, abbiamo affidato alle Province il ruolo di Autorità d'Ambito». Ma dai! Un genio! E c'è voluta pure una lunga riflessione!
Chissà quanto ci è costato in termini di stipendi di dirigenti, direttori, personale regionale, oltre agli emolumenti dello stesso assessore, questo difficile parto legislativo che si risolve, dopo quasi due anni dall'entrata in vigore della legge nazionale che chiedeva alle regioni di legiferare in materia, in un testo che io avevo già scritto sei mesi fa tra il caffè e la grappa, durante il ruttino postprandiale.
Che volete farci, è dura la vita del politico: deve sempre avere un'aria indaffarata ed un eloquio equivoco che faccia intendere ai cittadini che lavori giorno e notte (e con lui tutti i collaboratori), al fine di convincerli di ciò di cui non riescono a convincersi, e cioè che i soldi che pagano alla politica per farsi amministrare siano ben spesi.
Nel caso di Di Dalmazio è facilissimo, ascoltandolo, persuadersi che si sia in ottime mani, perchè lui sa pianificare il futuro in modo e maniera da tramutarlo in rose e fiori, con strategie mirate, raffinate ed infallibili.
Dopo ti svegli dalla pennichella postprandiale, ricominci a lavorare, e ti domandi come mai sia possibile che qualcuno possa dire che occorre "una lunga riflessione" per partorire quello che uno studentello in Giurisprudenza scrive in cinque minuti.
Ma soprattutto ti domandi come sia possibile che un assessore regionale possa menar vanto di una omissione lunghissima ad un preciso obbligo di legge senza che nessuno della cosiddetta classe giornalistica gli chieda di accomodarsi alla porta per raggiunti limiti di sopportazione e per acclarata inefficienza.
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