Torniamo a parlare di un episodio increscioso (di cui ci siamo già occupati: http://www.iduepunti.it/francia/18_settembre_2012/attenzione-caduta-massi-politici-da-prati-di-tivo).
Si tratta di un immobile pubblico che non si capisce per quale motivo venga asservito agli interessi di una società privata, la Siget Srl, con evidenti danni alla sicurezza dei cittadini.
Pochi giorni or sono, in località Prati di Tivo, si è verificato un brutto temporale estivo con annessa grandinata che ha causato non pochi disagi alle centinaia di turisti (sembra oltre 500) che avevano preso la cabinovia della Madonnina per recarsi in quota.
Nel tentativo di ripararsi dalle intemperie le persone avrebbero necessariamente dovuto usufruire del ricovero costituito dall’immobile annesso all’impianto, ma malauguratamente la Siget, ex concessionaria degli impianti, pur se invitata e diffidata dal nuovo gestore a rendere fruibile l’immobile con i relativi servizi igienici, persiste immotivatamente nel tenere chiuso e inservibile lo stesso manufatto.
Il caso ha voluto che lampi, tuoni, fulmini e grandine abbia reso evidente la situazione di pericolo per i turisti che non avevano dove ripararsi e proteggersi ed hanno corso dei seri rischi per la loro incolumità.
Ricordiamo l’antefatto: decine di anni or sono venivano concessi terreni demaniali alla Siget per uso seggiovia in località Prati di Tivo. Il contratto prevedeva che a fine concessione i terreni venissero restituiti al Comune concedente con obbligo a carico del concessionario del ripristino ambientale. Nonostante la seggiovia abbia terminato il suo ciclo da anni, la ex concessionaria Siget, non si capisce a quale titolo, continua a detenere i manufatti che aveva costruito rivendicandone al proprietà e il conseguente diritto di sfruttamento commerciale.
È in atto un contenzioso giudiziario per accertare a chi facciano capo i diritti sul fabbricato, ma quel che è certo è che gli impianti di risalita godono del certificato di agibilità in quanto dotati di servizi igienici - ubicati proprio nel medesimo manufatto oggetto delle controversie - senza i quali l’agibilità verrebbe revocata dai competenti Uffici e di conseguenza verrebbe revocata l’autorizzazione all’esercizio.
Vorremmo sapere come sia possibile che si consenta che tale immobile debba essere di servizio agli impianti durante la stagione invernale e non anche durante quella estiva che, se possibile, è ancora più pericolosa, data la virulenza degli agenti atmosferici.
Quanto accaduto è di tale gravità che alcuni turisti minacciano pesanti denunce penali a carico dei responsabili che quotidianamente mettono in pericolo l’incolumità dei turisti e la salute delle persone, le quali giustamente vogliono godere della montagna e delle bellezze paesaggistiche del nostro territorio.
La Siget dovrà spiegare come sia possibile tenere chiuso l’immobile per immotivate ragioni e mettere irresponsabilmente a repentaglio l’incolumità dei turisti e degli amanti della montagna, per non parlare del danno di immagine che inevitabilmente tale situazione arreca ai Prati di Tivo.
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Caro Fuori dal Coro, il fatto che tu scriva in maiuscolo, è significativo. Sei una persona piena di livore e di striulli. Rispondi...hai letto per caso una parola sulla sentenza di Robimarga?
No, appunto. Lo sai perchè?
Perchè come ogni fine giurista si attendono le motivazioni. Buona serata, urlatore.