"Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini" . Quello che non hanno fatto i barbari, lo hanno fatto i Barberini. Questa frase è rimasta nota dalla Roma del '600, quando i cittadini lamentavano che i danni procurati alla città eterna dalla famiglia Barberini fossero addirittura maggiori di quelli causati da un'invasione barbarica. Allo stesso modo, oggi, può argomentarsi con riferimento al Comune di Castelli ed al suo sindaco Enzo De Rosa, le cui azioni sembrerebbero più dannose - per il paese - di un'invasione barbarica.
Castelli, come è noto, ha subito gravi danni dal terremoto del 2009 ed è ricompreso fra quelli del cratere.
L'ex sindaco Di Flavio, con la sua amministrazione, aveva messo in campo una convenzione con la Facoltà di Architettura dell'Università di Pescara onde elaborare in breve tempo il Piano della Ricostruzione, strumento fondamentale per autorizzare l'avvio di tutti i cantieri (sia per gli edifici pubblici che privati).
Inoltre, Di Flavio aveva avviato altra convenzione con il Consorzio universitario per l’ingegneria nelle assicurazioni (Cineas) e la rete dei laboratori universitari di ingegneria sismica (ReLUIS).
Tali convenzioni avrebbero condotto alla più rapida abbreviazione dei tempi per la ricostruzione, con l'ausilio degli Enti più qualificati per le attività da intraprendere.
Lo scorso maggio è stato eletto sindaco Enzo De Rosa. Sin da subito il nuovo sindaco, lungi dal proseguire il percorso tracciato dal predecessore, ha ritenuto di dover revocare entrambe le convenzioni accampando motivazioni di maggiore celerità, ragioni che sono clamorosamente smentite dai fatti: Castelli è il Comune del cratere che si trova più indietro nelle procedure amministrative propedeutiche alla ricostruzione, situazione che oltre ai ritardi potrebbe anche provocare la perdita di finanziamenti (che non sono illimitati).
Ma l'azione più apparentemente strana messa in campo da De Rosa è stata l'aver affidato tutta la gestione degli appalti per la ricostruzione all'ATER di Teramo.
Non occorre un indovino per immaginare la ragione: De Rosa è molto legato al senatore Paolo Tancredi, che ha quale suo fido scudiero Marco Pierangeli, nominato Amministratore Unico proprio dell'ATER di Teramo.
Sembrerebbe che ciò che si vuole, in pratica, sia l'avere in pugno l'intero potere di appaltare gli ingenti lavori che dovranno essere avviati.
Gli effetti non tarderanno a manifestarsi: intanto si è determinato un notevole ritardo che non appare facile poter colmare, in secondo luogo sembra difficile poter dimostrare che sia la Facoltà di Architettura dell'Università D'Annunzio, sia la Filiera Cineas ReLUIS siano meno qualificate dell'ATER di Teramo nel poter gestire al meglio le complesse fasi ricostruttive, preso anche atto che l'ATER non sembra possedere nè le competenze tecniche nè quelle amministrative per poter fare fronte alle necessità.
Ciò che appare chiaro è come De Rosa, per fini che hanno molto di politico ma pochissimo di attaccamento al proprio paese, abbia messo in campo decisioni a dir poco spericolate, che debbono preoccupare molto tutti i cittadini.
Tali considerazioni sono solo la sintesi di quanto ampiamente argomentato in tal senso – in un apposito incontro svoltosi a Castelli sabato scorso – dai consiglieri regionali Di Pangrazio, Di Luca e Costantini, oltre che da sindaci ed amministratori dei comuni montani del teramano.
Sarà un'impressione, ma De Rosa sembra rivelarsi per Castelli un secondo sisma, più silenzioso, ma dannoso forse quanto il primo.
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Ha ragione Piergiorgio. Bisognerebbe tenersi un po' più alto. Comunque per tranquillizzarti preciso che non volevo comunicare nulla di specificatamente istituzionale ma, tramite il Direttore della testata di “Iduepunti”, procedere ad un freno alle insipienze che si leggono sia lì che su Facebook. Ho l'occasione comunque per far rimarcare che è stata censurata la mia domanda ridotta a zero tra virgolette. La ripropongo: Come mai si parla solo del Comune di Castelli tra i paese terremotati e specie del teramano? Tutti sanno infine che il livello del procedere del nostro Comune dipende in primo luogo dalle inefficienze e incapacità del passato che si sono prodotte in più di due anni le quali hanno prodotte due danni: 1) Il prolungamento inesorabile dei tempi debiti, 2) La mancanza al 30 Giugno della Convenzione approvata per il Piano, 3) L’approntamento di una Convenzione fatta con superficialità e mancanza di senso amministrativo che poteva relegare il nostro paese al disastro per inadeguatezza del Piano che si sarebbe andato a fare, alla sua prevedibile approssimazione e alla conseguente impossibilità materiale a procedere. La ricorrenza ad altra azione era quindi nei fatti e non sconfessabile. Nonostante ciò le nostre procedure vengono ormai indicate unanimemente di primo livello e anche copiate via via dagli altri Comuni. Per la cronaca si precisa che il Comune di Castelli con la Delibera di G.M. n. 73 del 19 novembre 2011 e quindi in linea con i primi comuni dell’intero cratere e primo Comune teramano, procedette ad annullare la Convenzione con la filiera Reluis-Cineas, per manifesta incapacità, indirizzando le pratiche da istruttoriare ad un proprio Ufficio comunale con l’aiuto dei tecnici dell’Ater di Teramo. Oggi l’Ufficio è partito e si può iniziare con la ricostruzione fuori perimetro che coinvolge cinque grandi aggregati e tutte le case e piccoli aggregati sparsi. Peccato per chi ha già le pratiche affidate alla filiera Reluis-Cineas, dalla quale non le possiamo avere indietro e che pertanto chissà quanto tempo dovranno ancora aspettare chissà quanto. Pensate che il primo comune, quello di Cugnoli (Pe) lo fece addirittura il 16 Febbraio 2011, dopo arrivò Castelli nel novembre 2011 e poi nel 2012, dopo la catastrofe della CINEAS, il famoso Consorzio Universitario interplanetario, di cui si parla, sono seguiti tutti gli altri e buon ultimo anche il Comune dell’Aquila. Andate a leggere in questi due link. * http://www.6aprile.it/featured/2011/02/16/ricostruzione-cugnoli-rinunci…- fintecn-reluis-cineas.html * http://www.mpl.it/?p=14652 A buon intenditori poche parole. Anche la struttura che si occuperà del Piano di Ricostruzione, che praticamente abbiamo già creato e che per comodità e rischio loro già stanno lavorando alla redazione del Piano, è composta da varie figure, ognuna per la propria specificità e professionalità. Anche questo modello è poi stato ripreso da tanti altri Comuni che ne hanno compreso modi, temporalità e bontà. Ciò in otto mesi, quando la precedente Amministrazione Comunale non riuscì a cavare un buco dal ragno in più di due anni. Salutissimi. Enzo De Rosa