La strada imboccata da Antonio Di Pietro (fatta salva la vergognosa candidatura del figlio alle elezioni regionali molisane, candidatura giustamente stigmatizzata dal senatore dello stesso IDV Pancho Pardi) è quella giusta: i referendum di giugno scorso sono stati una vittoria dei cittadini di cui solo lui può intestarsi politicamente il titolo di patrocinatore; la raccolta in atto delle firme per i referendum sull’abolizione delle province e della legge elettorale “porcellum” è la cosa giusta al momento giusto (visto che il Parlamento ha ormai l’elettroencefalogramma piatto); come pure sacrosanta è la lettera da ultimo inviata al presidente del Senato affinché sia inserita al più presto all’ordine del giorno e sia discussa la proposta di iniziativa popolare denominata “Parlamento pulito”, firmata dal 350.000 cittadini nel 2007 e promossa da Beppe Grillo, riguardante la riforma della legge elettorale e i criteri di candidabilità ed eleggibilità dei parlamentari.
La strada imboccata dall’IDV regionale, che conduce una opposizione ferma e puntuale alla giunta Chiodi, è la strada giusta.
Prova ne sia che la crescita dei consensi del partito è costante sia livello nazionale che regionale. Ma a livello provinciale?
Perché si registra un così vistoso divario fra le preferenze dell’IDV ai livelli superiori e quelle ai livelli inferiori? Nel teramano, in particolare, la stasi o il calo è del tutto incongruente con il trend di crescita del partito.
Probabilmente la presenza ingombrante del On. Di Stanislao, che gode sia fra i suoi che fra gli altri cittadini di scarso appeal elettorale, confermata anche dalla brutta figura rimediata alle elezioni comunali 2011 nel suo piccolo Comune dove era candidato sindaco, impedisce alle forze fresche, ai giovani, a tutti coloro che pure hanno simpatia per l’IDV di avvicinarsi o di vedere nel partito quella seria alternativa al vecchiume attualmente al potere.
Nella situazione drammatica in cui si trova il Paese, avere come coordinatore provinciale del partito un politico che assomma sulla propria persona numerosi incarichi (deputato, consigliere comunale, coordinatore provinciale IDV, commissario IDV della Regione Puglia, presidente del comitato promotore della Banca Val Vibrata, ecc.) non giova certo alla credibilità e all’immagine dell’IDV.
Sarebbe meglio che Di Stanislao, per il bene dell’IDV, si facesse da parte e lasciasse la guida provinciale a chi può dedicarvisi anima e corpo, incarnando meglio le istanze di rinnovamento di cui il partito a tutti i livelli si fa promotore.
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