Anno di grazia 1983. Trenta anni fa. A quel tempo entrava nel Parlamento italiano un brillante deputato: Pier Ferdinando Casini, discepolo di Arnaldo Forlani (potente leader democristiano, condannato per finanziamento illecito nonché icona di tangentopoli per il celeberrimo interrogatorio con la bava alla bocca).
In quel 1983 Ronald Reagan era Presidente degli Stati Uniti; François Mitterrand Presidente della Repubblica francese, Margaret Thatcher primo Ministro inglese, Helmut Kohl Cancelliere della Germania. Insomma, un secolo fa.
Casini, non avendo un mestiere suo, o meglio, essendo politico di mestiere, risiede in Parlamento da trenta anni consecutivamente (senza alcuna interruzione). E già questa sarebbe una anomalia inaccettabile in qualsiasi Paese occidentale, ma da noi è normale.
La cosa anormale è che L’On. Casini non abbia mai – e dico mai – prodotto uno straccio di risultato concreto per la collettività; non si ricorda infatti nessun atto o provvedimento da lui ispirato che abbia portato un sia pur minimo miglioramento nella vita dei cittadini, che continuano tranquillamente a votarlo e a pagargli lauti stipendi, oltre allo studio personale da ex Presidente della Camera e benefit accessori.
Come se ciò non bastasse, il furbo Pierferdi si è una prima volta sposato con Roberta Lubich, figlia di un celebre cardiologo nonché ex moglie del ricchissimo industriale del caffè Francesco Segafredo, poi si è sposato una seconda volta con Azzurra Caltagirone, figlia del noto imprenditore ed editore Francesco Gaetano Caltagirone, giusto per arrotondare un po’ e sempre per promuovere l’immagine della famiglia e del matrimonio, sacri baluardi dell’UDC.
Ebbene questo genio viene oggi in Abruzzo, a San Salvo (per un convegno dei giovani UDC di Chieti), accolto da squilli di tromba ed annunciato da reboanti comunicati del suo partito, che gli intona peana come questo: “Pier Ferdinando Casini si dimostra uno dei più lungimiranti politici italiani, che con coraggio sta percorrendo un progetto di rinnovamento della politica che si apra alle componenti della società civile, a partire dal proprio partito di appartenenza”.
Lungimirante, coraggioso, progetto di rinnovamento della politica? Ma stiamo scherzando? Non è consentito a nessuno pronunciare tali nequizie, a meno che non siano libera espressione della satira.
La colpa, come si dice, non è di Casini, ma degli allocchi che ancora credono in lui come se davvero pensassero che Pierferdi possa portare qualche beneficio all’Italia che ha stremato, ha munto, ha sfruttato senza mai dare niente indietro.
La colpa è degli elettori e dei cittadini, come ebbe magistralmente a dire Massimo D’Azeglio: “I più pericolosi nemici d’Italia non sono gli Austriaci, sono gli italiani. E perché? Per la ragione che gli italiani hanno voluto far un’Italia nuova, e loro rimanere gli italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico il loro retaggio; perché pensano di riformare l’Italia, e nessuno si accorge che per riuscirci bisogna, prima, che si riformino loro”.
Il fatto che l’Italia abbia la classe politica di gran lunga peggiore di tutti i Paesi occidentali è il segno dell’incapacità di un popolo di cambiare rotta, dell’incapacità di indignarsi, della condiscendenza verso chi trasforma la politica da servizio a mestiere.
E se è sconcertante, oggi, la distanza siderale fra la necessità di un risorgimento morale e l’indifferenza che ostentano i partiti, totalmente insensibili (sebbene farciscano i loro vacui discorsi di belle parole) alle sorti di quello stesso popolo che li elegge, insensibili persino alla distruzione formale della loro credibilità, è pur vero che fino a quando i cittadini continueranno masochisticamente a dar loro fiducia, i CASINI saranno sempre al loro posto a blaterare ipocrisie a spese degli allocchi che gli consentono di rimanere per secoli incollati ad un seggio parlamentare.
L’ultima dignità, per chi ancora si preoccupa di avere una coscienza, resta quella di lanciare ortaggi all’indirizzo di questi nostri rappresentanti che non ci rappresentano, ma ci fottono dai tempi di Forlani e di Reagan.
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