C’è fermento nella politica teramana. C’è una brezza che profuma di novità. C’è tanta voglia, nell’area extrapartitica, di dare concretezza ad una nuova visione che apra prospettive, idee e progetti per ridisegnare la vocazione e i contorni della città.
L’aggregazione di movimenti civici si fa ogni giorno più concreta, carica di motivazioni, di indignazione per coloro che non sanno governare e pur tuttavia governano.
La palla di neve ha innescato una valanga che non si sa quanto grande possa diventare, ma che di certo è in sintonia con il malessere popolare e, se riuscirà a saper comunicare la propria carica innovatrice alla cittadinanza, potrà aspirare alla destituzione dei nemici di Teramo, che indefessamente lavorano al suo definitivo tramonto.
È giunta l’ora dell’entusiasmo, della convinzione nei propri mezzi, dell’allargamento del progetto a tutti coloro che volessero aggregarvisi senza paure e senza tentennamenti.
Certo, tentennare humanum est, ma ora è meglio rinviare il tempo dei dubbi e delle incertezze, delle amarezze personali, delle delusioni del passato, dei rimorsi per ciò che non è stato e avrebbe potuto essere, delle idiosincrasie, delle vendette private, degli odii covati a lungo, delle mancate convergenze.
Ora è meglio pagare con l’indifferenza i trasversalismi e i doppiogiochismi dei tanti pusilli che avvelenano la politica locale (come chi porta per nome, indegnamente, il cognome di un grandissimo scrittore).
Oggi deve far premio il superiore interesse pubblico sugli interessi della pancia, del portafogli e della bassa cucina.
Oggi deve far premio la prioritaria necessità di disarcionare i vampiri della Cosa Pubblica prima che la vittima esali l’ultimo respiro, piuttosto che il ripiegarsi sui distinguo, sui personalismi frustrati, sulle incompatibilità ambientali, storiche o condominiali.
L’armata è eterogenea e multiculturale, ma non è un’armata Brancaleone, perché obiettivi, progettualità, intelligenze e professionalità ne tessono un peso specifico elevato e la qualificano per lungimiranza.
Molliamo gli ormeggi, impegniamoci fino in fondo, perché – signori cari – desistere non serve a niente, e ogni cittadino allergico alla cabina elettorale, ogni singolo che si astiene dalla lotta, ogni deluso che preferisce ritirarsi nel suo caldo focolare domestico, ogni soggetto portatore di consenso che dia il rompete le righe ai propri estimatori facendo un passo indietro dalla vita politica, non è altro che un sostenitore della ditta Brucchi & Tancredi, ditta che prospera sulla pelle esausta dei teramani, che sono stati depauperati, infinocchiati, derisi, percossi, umiliati, assassinati e tumulati sotto terra, pardon, nell’ipogeo.
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