Il Sindaco di Giulianova vuole forse candidarsi al Parlamento l’anno venturo?
Azzardo tale ipotesi all’esito di ben tre indizi che, se non fanno una prova, di certo suggeriscono la plausibilità del sospetto.
1° indizio: Francesco Mastromauro conduce da anni una battaglia sacrosanta per la tutela dell’Ospedale di Giulianova, battaglia che lo vede contrapposto all’asse Brucchi-Varrassi. I tagli, i declassamenti e le chiusure dei reparti giuliesi sono stati definiti “da film horror” e Varrassi è stato paragonato in modo geniale dal Sindaco a “Freddy Krueger, quello che aveva le lame al posto delle mani”.
Da qualche tempo Mastromauro rifiuta pure di partecipare alle riunioni del Comitato ristretto dei sindaci, organismo della ASL ritenuto inutile.
Pur trovandomi d’accordo sia nel metodo della protesta che nel merito, ritengo che questo eccesso di dichiarazioni, di comunicati stampa, di esternazioni del Sindaco tradiscano una precisa strategia di visibilità che celerebbe un’ansia da candidatura parlamentare.
2° indizio: Giulianova ha applicato le aliquote minime previste dal Governo per l’Imu, il 4 per mille sulla prima casa e il 7,6 per mille sulla seconda abitazione e sugli edifici industriali. Pur trattandosi di provvedimento non definitivo, è praticamente certo che al netto delle percentuali Imu che lo Stato trattiene per sé tutti i Comuni – compreso Giulianova – avranno enormi difficoltà a far quadrare i conti. Ragione per la quale il Sindaco ha scientemente optato per un atteggiamento demagogico che è volto dapprima ad assecondare le aspettative dei cittadini, per poi a fine anno far scendere la scure degli aumenti inevitabili. Ciò potrebbe essere il segnale di possibili dimissioni in autunno, cioè prima di tartassare i cittadini, considerato che per presentarsi alle elezioni politiche un sindaco di un Comune con oltre 20.000 abitanti (come è Giulianova) deve dimettersi almeno sei mesi prima della scadenza naturale della legislatura, e cioè entro ottobre 2012.
3° indizio: Mastromauro esterna già da parlamentare. L’ultimo caso eclatante a proposito degli 11 lavoratori precari del Comune di Giulianova, con riferimento ai quali i giornali hanno titolato che il Sindaco “sfida il Governo”, poiché ha chiesto al Consiglio comunale di votare una proroga dei contratti in scadenza il 30 giugno prossimo, nonostante la legge ne vieti la prosecuzione.
Il primo cittadino si rivolge populisticamente a tutti i consiglieri comunali chiedendo di “oltrepassare il divieto imposto dalla legge”, di fare “un’assunzione forte di responsabilità”, “nonostante le conseguenze che potrebbero derivarne”, e chiudendo con una frase equivoca: non resta che attendere gli “auspicati provvedimenti governativi sul precariato negli enti pubblici”.
Mastromauro non può non sapere che la competenza sulle assunzioni è della Giunta, quindi ricattare il consiglio comunale in tale maniera sottende il subdolo tentativo di scaricare le responsabilità dalle proprie spalle: in pratica se il Consiglio approvasse la proroga dei contratti le responsabilità dinanzi alla Corte dei Conti potrebbero estendersi anche a coloro che dovessero votare a favore della proroga, se il Consiglio dovesse negare la proroga Mastromauro additerebbe al pubblico ludibrio i codardi rei della mancata salvaguardia dei lavoratori precari.
Comunque la si giri, ci sembra che il Sindaco di Giulianova stia eccedendo in condiscendenza ai desideri dei cittadini, al fine di accattivarsene il consenso e – forse – il voto della prossima primavera, lasciando al suo successore l’onere di coprire probabili buchi di bilancio.
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