La fortuna di Paolo Tancredi è di trovarsi alla guida di un partito dove non è statutariamente previsto alcun genere di democrazia interna e di congresso, perchè altrimenti sarebbe costretto a contare le proprie tessere e si vedrebbe surclassato dalla potenza di Paolo Gatti, finendo col dovergli cedere lo scettro.
Naturalmente prima o dopo ciò dovrà accadere, a meno che Gatti non si accontenti di un posticino tranquillo in Parlamento e rinunci alla propria primazia politica certificata dai risultati e dai voti.
Sarebbe una enorme delusione, ma si sa, nel PDL tutto è in vendita, anche le leadership.
La capacità di Gatti di coalizzare il consenso attorno al proprio nome è ineguagliabile, ma la storia insegna che troppo spesso a grandi promesse fanno seguito grandi delusioni piuttosto che grandi exploit.
Ad ogni buon conto, ciò che ad oggi le cronache registrano è che al banco di prova del governo regionale la pattuglia dei teramani abbia tragicamente sfigurato, con l'unica eccezione di Gatti.
Siamo ormai al giro di boa di metà legislatura: Morra si è dimostrato imbarazzante, Di Dalmazio inconsistente, Venturoni impresentabile, Chiodi non all'altezza del compito, Gatti invece è onnipresente, vulcano di iniziative, maestro di comunicazione, raro caso di assessore capace di far lavorare a suo vantaggio la struttura amministrativa regionale che perfino Chiodi non riesce a governare (come egli stesso ha più volte dichiarato).
Gatti sforna progetti, trova soldi dovunque e li elargisce ad ampio spettro, finanzia l'innovazione e la ricerca, lancia il programma "Obiettivo giovani Abruzzo", tira fuori corsi di formazione per la sicurezza sul lavoro, propone la formazione continua agli imprenditori, foraggia le associazioni, con il CICAS interviene in favore dei lavoratori socialmente utili. In pratica non passa giorno senza che si legga dell'iperattività dell'assessore al lavoro.
I risultati li vedremo alla fine, ma per adesso l'unico che si guadagna lo stipendio è proprio lui.
Paolo Tancredi, dal canto suo, non ha fatto registrare uno straccio di iniziativa parlamentare degna di memoria, nè una presa di posizione sul territorio che ne abbia caratterizzato in alcun modo il ruolo.
Il Gatto mangerà il topo, a meno che non si accontenti di qualche crocchetta comprata a Viale Crucioli n. 3.
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Ok, Paolo Gatti Santo Subito. Ora non esageriamo. Ci sono molte cose che il Paolo Regionale deve risolvere e noi, da bravi critici attenti e un pò "rompi", tranquillamente l'aspettiamo alla prova del nove.