Da qualche tempo Gianni Chiodi espone ai media la sua visione di risanamento della regione.
Ed in effetti, bisogna riconoscere che alcune cose buone la giunta regionale le abbia pure fatte.
Riduzione delle ASL da 6 a 4, riordino delle Comunità montane, riduzione dei Consorzi Fidi, riaccorpamento delle Ipab da decine ad 8, eliminazione di alcune agenzie quali APTR ed ARSSA.
Tutte misure necessarie, ne conveniamo, ma l'impressione è che Chiodi continui con i pannicelli caldi mentre il malato sta morendo.
Forse egli non si rende conto che il metodo Di Dalmazio (che poi coincide con il modello Teramo), tutto chiacchiere e distintivo, mutuato dalla vecchia DC (che negli anni dell'espansione poteva permetterselo) e ripreso sotto mentite spoglie dal berlusconismo, è un metodo oggi fallimentare.
Veniamo al sodo. Chiodi dovrebbe darci i dati complessivi dei risparmi ottenuti con le misure sopra adottate, che consisteranno certamente in decine di milioni, ma che non giovano - come sarebbe necessario - ad abbattere il mostruoso debito regionale, anzi, nemmeno a pagare gli interessi sul debito.
In realtà, egli è il commissario liquidatore della sanità ed il piano di rientro, a giudicare dagli effetti, consiste nel diminuire il livello delle prestazioni sanitarie.
Cosa vorrebbe dire, altrimenti, una mobilità passiva che solo per la ASL di Teramo si quantifica in 80 milioni l'anno? Significa che il cittadino è disposto a prendere l'auto e farsi curare altrove, piuttosto che recarsi presso le strutture ospedaliere nostrane.
Io stesso, consigliato da primari teramani, mi reco sempre presso strutture sanitarie della capitale per evitare i disservizi abruzzesi.
In pratica Chiodi sta anestetizzando, se così si può dire, l'art. 32 della costituzione, operazione che non necessita di politica, sarebbe sufficiente un buon ragioniere: si tagliano le prestazioni e si riduce il debito.
Ma c'è di più. Sul fronte rifiuti (seconda voce di spesa dopo la sanità), l'Abruzzo si avvia verso la stagione dell'emergenza con la saturazione delle discariche nella prossima primavera (fonte dirigente regionale Gerardini).
Chiodi tralascia tutte le disposizioni della direttiva comunitaria in materia e propone subito i termovalorizzatori. Ancora pannicelli caldi che tradiscono le reali intenzioni del suo partito, il PDL, di mettere le mani sull'affare (come abbiamo avuto prova con le intercettazioni del procedimento penale a carico di Venturoni).
Chiodi e la sua giunta da un anno e mezzo non legiferano, come impone alla regione la legge nazionale n. 42/2010, attribuendo le funzioni di gestione dei rifiuti. Nè mai è stato spiegato perchè non si conclude l'accordo con il Molise per il conferimento dei rifiuti nella discarica di Guglionesi che ci costerebbe la metà di quello che paghiamo all'amico del PDL Di Zio.
Forse Chiodi vuole l'ennesimo incarico da commissario, quello sui rifiuti. Speriamo glielo diano, purchè rottami se stesso e la sua giunta.
Frattanto, visto che Chiodi fa pure parte dell'Ufficio di Presidenza nazionale del PDL, il suo governo Berlusconi che non doveva mettere le mani nelle tasche dei cittadini ci ha messo le sanguisughe, la regione ha aumentato le accise sulla benzina, le addizionali IRPEF sono alle stelle, con il federalismo fiscale tutte e 4 le province abruzzesi hanno alzato l'imposta sulla RC Auto, le tariffe sui rifiuti crescono esponenzialmente, la gente va a curarsi fuori regione, l'economia è alle corde e la bancarotta è dietro l'angolo.
Chiodi che fa? Ci dice che la colpa non è sua. Il governatore ci spiega che per decenni chi ha comandato ha firmato cambiali dicendo "pagheranno i nostri figli", ed ora ci troviamo con le pezze al sedere. Premesso che, come insegna il suo amato Di Dalmazio, "è finito il tempo dello scaricabarile", il governatore dovrebbe spiegarci chi c'era a firmare cambiali in quei decenni.
Non c'erano forse ad amministrare pure suo padre, il padre di Paolo Gatti, il padre di Di Dalmazio, il padre di Giorgio D'Ignazio, il padre di Paolo Tancredi? Non è forse egli erede diretto dei sottoscrittori di cambiali? E non siamo sempre noi poveracci a pagarle, mentre lui va in giro con l'auto blu e l'autista a propinarci le sue chiacchiere e distintivo?
Commenta
Commenti