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Difendiamo la Cittadella sportiva di Atri. No alla Privatizzazione.

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Una pagina di facebook. Un gruppo da quasi mille e duecento iscritti " Contro la privatizzazione del Centro Turistico Integrato". Si Legge "  Gruppo contro la manovra del comune di Atri che porterà a ledere le società che saranno costrette a sottostare alle volontà di chi lo prenderà in gestione e quindi a pagare affitti, manutenzioni ecc... per qualcosa che è sempre stato gestito e curato da terze parti senza il benché minimo aiuto economico del comune stesso".
Una protesta forte che la minoranza in consiglio comunale aveva alimentato con una lettera datata 4 Aprile del 2012. La paura, come scrivono molti degli iscritti, è uno sport costoso, uno sport che seleziona non per capacità, tempo, passione, interesse, cura, anima, ma per capacità retributiva delle famiglie. La cittadella dello sport di Atri, è stata riconosciuta come fulcro centrale. per l'unicità del proprio diamante di baseball.
Scrive nel gruppo Graziano Primavera, esponente del Comitato Regionale Fibs Abruzzo, " Non posso che dire che questa privatizzazione arrecherebbe un grosso danno alla società atriana, sempre im prima linea nel rendersi disponibile verso il Comitato Regionale e verso quello Nazionale (il campo in questione oltre ad ospitare sistematicamente le selezioni regionali ha ospitato lo scorso anno il raduno precampionato europeo della Nazionale Cadetti, ha ospitato il girone cadetti nel Mondial-Hit del 2007, il clinic con l'head coach della Nazionale di Softball Marina Centrone e tanto altro ancora). Atri è diventata, grazie all'impegno di tanti volontari, il polo baseballistico di tutto il teramano raccogliendo e ospitando anche atleti pinetesi e teramani (non per niente la società locale si chiama Progetto Baseball Teramano). La società locale è sempre stata disponibile e collaborativa in varie edizioni dell'Atri Cup, non credo meriti essere cacciata dal campo perchè una privatizzazione senza garanzie, per noi "sport minore", equivale ad essere cacciati. Sono sicuro che gli amministratori locali faranno tesoro di queste nostre civili osservazioni e che potremo tornare ancora a giocare sul diamante atriano superospitati dai vari volontari-simpatizzanti-dirigenti, che non cito per per nome non far torto a nessuno".
Lo sport, in una società diventata complessa per crisi sociale e aumento del consumo di alcol e droga, è uno dei pochi sistemi riconosciuti per aiutare l'educazione dei nostri ragazzi. La protesta crescerà nei prossimi giorni e non avrà colore politico, solo quella di una maglietta sudata.


 

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