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Il Vescovo Seccia voleva le miss nude...non in bikini?

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Una premessa....per me credente laico, Teramo non ha un pastore.
Non riconosco il signor Seccia come Vescovo di Teramo, dopo che ha tradito le ultime volontà di Padre Serafino, fondatore della Piccola Opera Caritas.
www.iduepunti.it/la-voce/15_dicembre_2011/caro-monsignor-secciasi-dimetta-grazie
Per me Seccia è un uomo che indossa una lunga gonna e gira per Teramo a predicare di politica i suoi baciapile.
Ricordo al Sindaco Brucchi che Teramo è in Italia.
Gli ricordo il termine stato laico.
Gli ricordo Ponte Vezzola e tutto il resto della rovina di Teramo.
Gli ricordo che Piazza Martiri è dei teramani e non della Curia.
Non si deve permettere di decidere dei nostri spazi senza una Giunta, un consiglio comunale o un referendum.
Che la Teramo Ambiente e a volte anche i vigili del fuoco, puliscono a nostre spese la scalinata e le alte erbacce del Duomo.
Che Vittorio il Fenomeno cantava in piazza Rosina dammela dammela e non ho sentito il Vescovo proferir parola.
Forse ballava?

Ricordo a Seccia e al suo mondo di hogan, che la bellezza non deve fare paura o indurre in tentazione, ma deve essere un segno della presenza di Dio.
Uomini e donne, uomini e uomini, preti e suore, preti e preti, suore e suore, tentazioni, ipocrisie.
L'amore è ciò che unisce il mondo.
La sua Chiesa non esiste più...fu bandita dalle mura del Vaticano.
La invito a leggere la Lumen Fidei di Papa Francesco...chi crede vede con una luce...chi crede vede....e oltre passa le umani figure.
La invito a parlare di povertà e girare tra le case a chiedere il bisogno.
Lei in costume non sta bene....troppo rotondo di affetto e salame, rimanga ben coperto...ma lasci stare la nuda libertà di pensiero....
Teramo ha un altro vestale.


 

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Commenti

grande!!
giancarlo, se la tua è una critica al vescovo allora la leggo con gusto, pur non conoscendone i dettagli. se la critica è alle parole relative alla manifestazione delle miss, allora non sono d'accordo con te poichè ritengo che nel 2013 manifestazioni del genere sarebbe il caso di superarle. altrove menti più lucide hanno bloccato un evento uguale sulla piazza antistante il MUSE. ora, se un museo ha un valore culturale allora anche un duomo ne ha uno, culturale e sociale, si voglia essere o meno religiosi, ed io non lo sono proprio.
ARTICOLO FANTASTICO, a buon intenditor....................
Sei FANTASTICO, ti stimo tantissimo..
Teramo Vivi Città esprime solidarietà all’assessore Guido Campana, perché crocifiggere un assessore per “il bikini” delle partecipanti alle selezioni di Miss Italia è un gesto da medioevo. Il Vescovo di Teramo ha ragione a chiedere rispetto per il Duomo ma lo dovrebbe pretendere tutto l’anno perché molte volte la scalinata sacra è stata violata ma il clero non ha mai detto nulla. Teramo Vivi Città vuole ricordare solo alcuni episodi: -la mucca pubblicitaria dispensatrice di latte che faceva da cornice ad una sfilata dove, anche in quel caso, vi erano ragazze poco vestite; -pecore, capre e un vitellino legati affianco alla scalinata posteriore del Duomo durante una festa di prodotti tipici locali di qualche anno fa; -ragazze con pantaloncini e reggiseno che d’estate, durante una storica manifestazione sportiva, prendono il sole sdraiate sulle scale del Duomo; -i duelli notturni “tra bottiglie di vino e lattine di birra” che trovano spazio sulle scale del Duomo, dove fino al mattino, rimangono in ordine sparso; -gli enormi chiodi piantati nelle storiche mura del Duomo per legarci un tendone durante una manifestazione politica. E allora se c’è stata una giustificazione a tutto questo, oggi non è giusto puntare il dito solo su Guido Campana, una delle persone più attive dell’amministrazione comunale. Miss Italia è un concorso di bellezza tra i più famosi nel mondo, e un banale bikini, non è un motivo valido per togliere la manifestazione da piazza Martiri della Libertà. Però a questo punto Teramo Vivi Città pone una domanda ben precisa, come mai Sua Eccellenza il Vescovo contesta un innocente bikini sulle scale del Duomo e non ha mai contestato l’esposizione e vendita di riviste e dvd porno nell’edicola attaccata alla Chiesa di Sant’Antonio? Il rispetto non si deve pretendere solo per il Duomo ma per tutte le Chiese che vanno difese allo stesso modo. Intanto Teramo Vivi Città propone all’assessore Guido Campana una semplice soluzione che potrebbe mettere tutti d’accordo, ovvero girare il palco mettendolo a ridosso delle arcate del palazzo di fronte al Duomo. Così facendo oltre ad esserci il rispetto per il Duomo, la piazza conserva il ruolo di sempre, mentre il porticato dello stabile può essere utile come backstage per le partecipanti al concorso di Miss Italia. Le selezioni per Miss Italia sono un ottimo veicolo per promuovere la nostra città, cerchiamo di non perdere anche questa occasione penalizzando ancora di più un territorio che già vive un grande disagio economico.

Capoma non ho mai visto una puntata di Miss Italia.
La critica è verso l'ingerenza vescovile.;)

LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO. ...... ........DELLA CHIESA. Cosa ci potevamo aspettare da un esponente di alto rango di una monarchia assoluta di soli uomini. da credente auspico sinceramente che il nostro pastore si avvicini maggiormente all ' ideale francescano. ... Aurevoir
yeah :) anfatti m'era venuto il dubbio :) e comunque era il MART di rovereto, non il MUSE, pardòn.
Caro Giancarlo, la premessa da credente laico che non riconosce monsignor Seccia è legittima, la pretesa di ergersi a divulgatore di morale e costume un po' meno. Sulla Piccola Opera Charitas hai a lungo discorso, poco dibattuto. Può essere che Mons. Seccia sia semplicemente un uomo che indossa una lunga gonna e gira per Teramo a predicare di politica i suoi baciapile, ma a volte potresti essere tacciato e potresti tranquillamente passare per un uomo con la pretesa di spargere morale a pillole da prendere tout court. Fermo restando la tua opera pubblica di denuncia costante alla malapolitica e a certi malcostumi universalmente riconosciuti, spesso hai la pretesa, a mio modestissimo parere, di andare oltre ergendoti a detentore di verità assolute e incontrovertibili. Personalmente non amo i concorsi di bellezza, misurare al kg la bellezza di una donna è una pratica che non mi appassiona, trovo altresì forzata e leggermente fuori luogo la pretesa del vescovo di impedirne lo svolgimento in piazza Martiri, trovo svilente l'atteggiamento prono del sindaco Brucchi di avvallarne la richiesta in poche ore, trovo scortese il non aver solamente comunicato alla Curia l'utilizzo della scalinata del Duomo. Trovo giusto e rispondente alla sussidiarietà tra istituzioni e realtà sociali che la Teramo Ambiente e a volte anche i vigili del fuoco, puliscano a nostre spese la scalinata e le alte erbacce del Duomo. Forse la nostra vista non ne gode della sua bellezza ad ornamento di piazza Martiri? Vedi, caro Giancarlo, hai nominato l'enciclica di Papa Francesco. La Lumen Fidei è vero che sostiene che chi crede vede con una luce...chi crede vede....e oltre passa le umani figure. A sostegno del tuo discorso e dell'inopportunità dell'intervento di Mons. Seccia mette anche in risalto che la fede, come prima virtù teologale, non si può ridurre solo a regole e divieti, tendenza che ha reso il Vangelo spesso come un freddo elenco di precetti dove Gesù è il mentore e non il Pastore. Dici di essere un credente laico, la fede porta anche a dire un "sì" convinto alla vita, che è la forma più grande di libertà che ognuno di noi può esercitare perché richiede coraggio, audacia e spirito libero in una dimensione tutta personale in relazione a colui che ti/ci sostiene e spesso ne dai dimostrazione con il tuo agire. Occorre però a volte anche cercare di mettere da parte le proprie certezze e non renderle verità assolute da propinare in pillole. Credo tantissimo nell'impegno civico, il tuo è esemplare, a volte mi viene da pensare che sia però declinato male (anche qui potrei peccare di superbia nel giudicare un qualcosa altrui), ossia sia un impegno impregnato di gusto da esteta radicale. Non oltre il fine ma al fianco, se non prima del fine stesso, c'è il gusto estetico del tuo impegno. Leggevo una bellissima analisi critica alla Lumen Fidei che evidenziava come l’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, è fin dal principio chiamato dal Creatore a contribuire alla creazione, assurgendolo nella Bibbia come unica creatura addirittura alla dignità di «co-creatore». Nell'enciclica si afferma che «la fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita»: nell'impegno quotidiano di un credente laico come te oltre a cercare Dio dai anche il meglio delle tue capacità, riscopri forse la vocazione ultima che è quella di essere all’altezza del proprio desiderio, non particolare ma generale. A volte sembra che il tuo gusto per il particolare prevalga: lecito ma limitante nel poter giudicare gli altri...ora, in questo momento mentre ti scrivo, io stesso sto peccando di presunzione e subisco i limiti della mia esperienza umana in relazione a quello che leggo e colgo di te. L'enciclica che tu citi cerca in tutti i modi di esaltare la bellezza della passione legata alla fede, invitando a viverla senza paura e senza censure. Da uomini veri, insomma. Esortare Mons. Seccia a parlare di povertà e a girare tra le case a chiedere il bisogno lascia presupporre però che, da attento osservatore e conoscitore della realtà provinciale, ignori magari gli sforzi sovrumani della Caritas diocesana, le iniziative legate ad essa (e potrei elencartene a iosa), le organizzazioni parrocchiali che ogni giorno svolgono il loro compito con il pieno supporto del vescovo. Nel presentare l'enciclica "Deus caritas est" (te la consiglio vivamente), papa Benedetto XVI sosteneva che, "...partendo dall'immagine cristiana di Dio e identificato un senso di amore universale, bisogna mostrare come l'uomo è creato per amare e come questo amore, che potrebbe paragonarsi all'eros tra uomo e donna, debba poi interiormente trasformarsi in agape, in dono di sé all'altro, per andare poi oltre l'atto totalmente personale dell'agape che non può mai restare una cosa solamente individuale, ma che deve invece diventare anche un atto essenziale della Chiesa come comunità: abbisogna cioè anche della forma istituzionale che s'esprime nell'agire comunitario della Chiesa. L'organizzazione ecclesiale della carità non è una forma di assistenza sociale che s'aggiunge casualmente alla realtà della Chiesa, un'iniziativa che si potrebbe lasciare anche ad altri. Essa fa parte invece della natura della Chiesa." Pensi che a Teramo non ci sia o non sia supportata e spronata dal Vescovo questa realizzazione dell'agape cristiana? La filantropia, che tanto ti è cara nel tuo agire quotidiano, credi che nell'esperienza caritativa della diocesi di Teramo-Atri non sia presente? E poi, ultima cosa, ammiro troppo la tua intelligenza e la tua sottile sagacia per pensare che la chiosa all'articolo sia frutto di mero impeto irrazionale piuttosto che di un'attenta riflessione e precisa scelta. "Lei in costume non sta bene....troppo rotondo di affetto e salame, rimanga ben coperto...ma lasci stare la nuda libertà di pensiero.... Teramo ha un altro vestale." Capisci Giancarlo che è un po' come dire che a volte le spari grosse perchè non hai un folto cuoio capelluto a tenere caldo il cervello? La tua intelligenza non te lo permette, occuparti in maniera esemplare del bene comune come fai per la sanità teramana e volare radente al suolo come in questo articolo. Il volo radente presuppone un'estrema attenzione agli ostacoli, a volte si incontrano e non si fa in tempo ad evitarli. Certo, le cadute in itinere sono sempre ammesse, quelle di stile sono evitabili però con un allenamento stilistico come quello che tu sostieni quotidianamente. Ti stimo, davvero tanto, e non è ipocrisia o piaggeria a farmi dire questo, ma il tuo voler andare oltre la critica immediata per esplorare la saggezza mediata da dare al prossimo è un atteggiamento che esso stesso a volte ritengo ti ponga dei limiti. Limiti di natura effimera e non strutturale, sei oltre e altro rispetto la critica spicciola ed effimera per poterti permettere digressioni contenutistiche come quella di oggi. Posso sembrare magari io stesso in questo mio commento un po' dispensatore di pillole di saggezza ma ho la ferma convinzione che saprai coglierne i limiti e andare oltre comprendendo la natura di quello che volevo dirti. Da credente laico a credente laico non posso che augurarti ogni bene.
Huau !!
Precisando ce per me, dovrebbero pagare pure l'imu sulle chiese e rilasciare scontrini fiscali durante l'offertorio... detto questo... in effetti se ci pensate non v'è piazza che non sia vicina ad una chiesa..... cioè...oddio, una bella Teramo l'aveva, poi è diventata un parcheggio sarebbe bastato togliere le macchine ....ma poi brucchi&co l'hanno fatta diventare un parcheggio sotterraneo devastando il sotto e ancor più il sopra... si poteva fare a piazza dante........ma mo fa schif!
Monsegnore, lu Sìnneche e Campane Lu Vàscuve chiamò lu Sinneche e je deciozze - ‘Nnninze a lu DDome avaste ssi scunciazze.- E parlenne je jave tante su e jo lu gargarozze che a lu sìnneche je se mettò a tremà lu mazze. -Monsigno’- j’aspunnò dapù ‘nghe ‘na voce che je tremàve assì pe’ la paura che tenàve -mo’ telefone sùbbete a Campana, lla Croce, che me faceva n’addre huaje ‘nne sapave?- -Campa’- je deciozze ‘nghe la curnatte ‘mmane, -t’hi da spustà sùbbete lu palche da lu Ddome, almane quattre metre e cchiù, antre dumane.- Campane a lli parole armanò come ‘nu fasse, piagnò e se sentò de colbe ‘nde du poverome. -Sci’ Maurì, ce vedàme dumane lla a la Masse.- Sor Paolo

Credente Laico 2, in questo Paese mi hanno detto di tutto nell'ultimo periodo.
Io ascolto solo il mio cuore  e la coscienza della mia educazione.
Ogni giorno sono tormentato dai dubbi.
Faccio mille errori e me ne scuso, ma non cercherò mai di limitare la libertà degli altri.
Un abbraccio;)
 

Ma se l'assessore si chiama Campana dove voleva che la faceva la sfilata il Vescovo? Sotto la Campana. Grande Falconi!
Come al solito, Teramo Vivi Città denuncia oggi ciò che altri hanno messo in evidenza nel tempo. Che ci vuoi fare? Teramo è anche questo!
Ti rivedo in questa affermazione di Pietro Ingrao: (La pratica del dubbio) È una dimensione essenziale che sta al centro della mia esperienza. Se dovessi dare una definizione di me stesso, la prima cosa che direi è: la pratica del dubbio. Penso che è una delle poche cose che ho realizzato. Mi differenzia moltissimo da molti dei miei compagni. È quello che salvo di me, ma anche quello su cui sono stato poco compreso. Nel tuo scrivere, pieno di polisensi, la pratica del dubbio c'è spesso, a volte il difficile sta però nell'individuare il limite tra la propria e l'altrui libertà. Un abbraccio anche a te
Sarebbe gradito il dono della sintesi nei commenti....! In alternativa il dono della scrittura.... ! La definizione "uomo che indossa una lunga gonna" é fantastica!!! Quasi come " La visione corsica ( da Corso San Giorgio) della vita...."
Caro amico Giancarlo potresti per cortesia precisare che, da buoni amici anche oggi ci siamo sentiti al telefono e mi hai autorizzato tu ad inviarti il comunicato che ho diffuso questa mattina. Grazie tatì. Tutto il resto è noia.
Sua eminenza sa bene che il suo gregge non vuole mere benedizioni ma neppure cieche ingerenze. Le sue pecorelle, compresa la scrivente vorrebbero che la Sua presenza responsabile sia volta alla concordia comune. Eminenza lei sa perfettamente che il suo compito consiste nel non fare calare la tensione spirituale, perché, sua eminenza sa benissimo che il Vuoto viene colmato da altro ( maggiormente apprezzato). Sappi che le sue greggi le sono vicine!......umanite
Premesso che nemmeno io guardo le sfilate delle miss (preferisco ammirare con fuggevoli occhiate le tante bellissime donne che frequentano Teramo ogni giorno per vari motivi). Se non erro Eva è raffigurata coperta solo da una minuscola e superflua foglia di fico là dove raramente batte il sole, ma nessuno ovviamente si è mai scandalizzato, nemmeno il Vescovo... penso.
L'analisi di Giancarlo e buona parte degli interventi hanno introdotto temi etici di grande rilievo e mostrato un generale disagio morale e politico. I cattolici sono chiamati ,insieme a noi laici,a contribuire a questo risveglio etico,qualunque sia lo schieramento politico ,contro i bigottismi e impositori di tabu' o di pregiudizi duri a morire. Il confronto senza dogmatismi e intolleranze,ma con scelte libere e responsabili.
Considerato che il Vescovo Seccia ha dimostrato di avere una certa influenza sul sindaco Brucchi, potrebbe invitarlo a prestare maggiore attenzione verso i suoi concittadini meno abbienti, ad esempio attingendo risorse dai ricchi premi concessi ogni anno ai già super pagati dirigenti comunali. Al Sindaco invece mi piacerebbe chiedere: se il Vescovo non fosse intervenuto sulla sfilata di belle donne in bikini davanti al Duomo, probabilmente non avrebbe pensato alla presunta "inopportunità" dell'iniziativa. In seguito lo ha fatto per acquisire punti in prospettiva del futuro Paradiso, oppure per conquistare voti cattolici in vista delle prossime elezioni?

Caro Marcello, confermo tutto ciò che hai detto e in assoluto mi scuso per aver letto in ritardo il tuo comunicato stampa. L'età avanza, inesorabilmente.

Applausi per Sor Paolo!!
Mi piacerebbe leggere un intervento della Prof. Maria Cristina Marroni perché ,come tutte le sua analisi, renderà ancora più interessante il confronto in atto. Grazie.
Caro Falconi, Egr. Credente laico 2, la pratica del dubbio ha un nome: si chiama filosofia. E voi, Falconi e Credente laico 2, siete dei filosofi con la differenza che Falconi ha meno dubbi e molte più certezze rispetto a Credente laico 2. La vedo così. Sarà per questo motivo, per il fatto di avere più certezze che dubbi, che Falconi ha creato questo spazio rendendo tutti noi, spontanei frequentatori del blog, molto più informati e sensibili alle problematiche sociali della realtà in cui viviamo. Un caro saluto a tutti.
se non fosse di indubbio sapore maschilista mi limiterei semplicemente a gridare: più bikini meno chiese
Gent.le Sig. Antoine, rispondo volentieri al suo invito. Se volessimo tracciare una storia della donna, per misurarne opportunamente la sua presenza nell’arte e nella società della nostra contemporaneità, dovremmo con sicurezza presentare una storia della sua visione e rappresentazione, della sua interpretazione e della sua evoluzione nell’immaginario maschile. Spesso ci soffermiamo soltanto sull’immagine della donna vista come strumento di piacere, visione però parziale e incompleta. Nell’iconografia antica la donna risulta essere quasi sempre associata all’idea di fecondità (datrice di vita con il ruolo essenziale della perpetuazione della specie), di bellezza e di natura (mediatrice tra la dimensione terrena e quella spirituale). Nell’iconografia medievale, la bellezza femminile è riservata alle immagini sacre: la donna viene liberata da ogni tratto esteriore e sensuale a vantaggio di una rappresentazione ieratica e mistica. La diffusione del Cristianesimo accentua ancora di più questi aspetti di solennità e sacralità. Agli inizi del Novecento le donne si trovano di fronte a nuove opportunità culturali, a inedite e inattese possibilità espressive e comunicative che le conducono a rimettersi in gioco in modo alternativo alle convenzioni, arrivando a proporre una nuova immagine di sé. La volontà di emancipazione e di cambiamento porta la donna dei primi decenni del secolo scorso a prendere in considerazione nuovi atteggiamenti nei confronti del proprio corpo e della propria posizione all’interno della società. Esperienza, consapevolezza, determinazione e rappresentazione iniziano ad avvicinarsi tra loro. Rientra in questo discorso anche la partecipazione a un concorso di bellezza. Quando guardiamo qualcosa percepiamo il corpo o il volto reale, il dato fenomenico concreto, l’oggetto di interesse che diventa soggetto artistico. La malizia e la perversione non sono nell’oggetto, semmai negli occhi dell’osservatore. Fra Cristoforo nei “Promessi Sposi” pronuncia la celeberrima frase latina, contenuta nell’epistola a Tito di San Paolo: “Omnia munda mundis”, ovvero “tutto è puro per i puri”, “A chi ha un’anima pura, tutte le cose appaiono pure”.
La sua analisi e' da incorniciare. Grazie