Mi hanno raccontato l'ultima cattiveria, ( io la trovo simpatica), raccontata da un noto giornalista teramano alla sua platea di due al massimo tre, forse un passante che ne mimava l'attenzione.
Il giornalista dei supermercati ha raccontato che vivessi di una pensione da carabiniere e che fui congedato, a suo tempo, per motivi psichici.
Ho un bel ricordo del mio anno nell'Arma ma come semplice ausiliario, terminai il mio servizio militare e fui semplicemente salutato come tutti i ragazzi del mio corso.
Il 194esimo.
Operazione Partenope " Compagnia Speciale".
Fui fortunato.
A Napoli questo Giornalista dalla camicia aperta e la catena in vista, sarebbe stato indicato e descritto come l'altro pezzo per ottenere l'intero.
La classica sindrome dell'invidia del pene.
Ma questa è un'altra storia e poi sulla mia follia, concordo con il bravo cronista.
Solo un folle può continuare ad amare questa città e questa regione.
Finalmente una notizia da prima pagina.
Mentre a Teramo le penne sono impegnate in altro ardire alle spalle, la politica pensa di essere protagonista.
Paolo Gatti ( foto uromen) ordina il silenzio a Rudy Di Stefano.
Basta con l'overdose dei comunicati stampa, basta con le crisi di astinenza verbale, basta a dar fuoco alle polveri bianche, in questo momento, solo una severa dieta disintossicante.
In realtà è stata gran parte di Futuro in a chiedere di silenziare l'ex assessore.
Alcuni consiglieri hanno ritenuo di non dover più subire l'estemporanee dichiarazioni dell'ex in Giunta.
Tutti dal sarto.
Bisogna tentare di ricucire per lo strappo finale.
Ieri nel cuore del caldo d'agosto, il Paolo Regionale ha incontrato il buon Pasquale Tiberii per Ncd, buttando acqua sul fuoco e cercando di ricostruire una situazione ben peggiore di un post terremoto.
Lo stesso buon Tiberii dovrebbe raccontare ai suoi elettori come voterà al prossimo referendum.
Alfano è per il si, Tancredi per il si, D'Ignazio per il NI e poi?
Nel frattempo molti civici di centro destra sono tra gli invitati graditi di cene e contro cene del Partito Democratico, scusate di alcuni importanti esponenti del partito democratico, pronti a riposizionarsi per le imminenti elezioni dell'estate 2017.
Il sindaco Brucchi non si dimetterà se non qualche ora prima per garantirsi un'altra candidatura e per il gusto di imbarazzare i suoi amici.
Chiodi era al bar tra corso Cerulli e piazza Sant'Anna in quei minuti di sol Leone.
Ore 16/17.
Passava velocemente anche Gianni Di Pietro ex onorevole del partito comunista e vice sindaco dell'epoca Sperandio.
Dodo ha giurato che non è interessato alla poltrona della Fondazione Tercas ,che il dado è tratto, che possiede molte sedute in casa e noi gli crediamo, solo che Carlo Lorenzini, in arte Collodi, ha deciso di presentare un esposto al club degli editori per il plagio di Pinocchio.
La domanda finale mentre Di Stefano non proferirà suono, dimostrando che il suo ruolo da ventriloquato di Paolo Gatti è oramai conclamato, senza comprendere che da questo forzato silenzio ha tutto da perdere, è sempre la stessa.
Chi staccherà la spina?
Chi vincerà la gara interna al defunto centro destra?
Dodo?
Gatti?
Brucchi?
I teramani avrebbero deciso da mesi, ma per Dodo, Gatti e Brucchi sono come Di Stefano.
Aspirati, espiati e spirati verso l'oblio.
In sintesi, contano solo per portare tanti consensi.
Un'amicizia baciata dalle Urne.
I sepolcri emotivi.
Un consiglio.
La prossima volta che vi prometteranno una mano dopo il voto, promettete di votarli dopo le elezioni.
La capiranno dopo la battuta.
Molto dopo.
Questione di tempi.
Altri tempi.
Altri politici.
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