Non è un ramo.
Non è un abete ma forse un cipresso.
Ecco un allegro cipresso dei sepolcri foscoliani che saluta D'Annunzio o Carducci.
Ritratti da Van Gogh.
Una mazzarella secondo Luciano che ha fotografato il piatto tipico teramano.
Un missile.
Un proiettile.
Un indice.
Un dito medio.
Rami legati e non sciolti, sciogli le briglie e altri viaggi con la fantasia.
La Banca Popolare di Bari distratta dal suo diritto di recesso, dalle azioni a 7 euro e 50, (nessun teramano reduce da Tercas avrebbe mai osato tanto), dalla prossima assemblea per la trasformazione in spa, ha pensato di regalare alla benamata Teramo, una dolorosa supposta.
Nessuna supposizione.
Una sensazione di già visto, vissuto, dato.
Ogni volta che si passa, anzi trapassa in Piazza Martiri, il dolore diventa bruciante.
Muro a muro.
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