Un articolo pubblicato su Italia Oggi conferma ciò che scriviamo da anni e che è stato puntualmente sorvolato dalla volonta giudiziaria teramana.
Nelle società partecipate non si può assumere senza concorso. ( Luigi Oliveri)...
"Assunzioni nulle nelle società partecipate se non precedute da una procedura selettiva, sicché il rapporto di lavoro deve essere considerato invalido sin dall'origine, anche se al lavoratore spetta la remunerazione per il periodo lavorato.
La sentenza del Tribunale ordinario di Monza in veste di giudice del lavoro 4 agosto 2015, n. 420, è una tra le prime con le quali il giudice ordinario applica fino alle estreme conseguenze le disposizioni dell'articolo 18, comma 1, del dl 112/2008, convertito in legge 133/2008. Tale norma prevede che «le società che gestiscono servizi pubblici locali a totale partecipazione pubblica adottano, con propri provvedimenti, criteri e modalità per il reclutamento del personale e per il conferimento degli incarichi nel rispetto dei principi di cui al comma 3 dell'articolo 35 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165».
L'art. 18 non inventa nulla. È applicazione dell'art. 97 Cost., che riguarda tutto ciò che è gestito con risorse pubbliche e per finalità pubbliche.
La violazione di queste norme non è solo un problema di responsabilità contabile di chi assume, ma anche di validità del rapporto, che potrebbe essere cessato in ogni momento in quanto nullo». «Peraltro», conclude Delle Cave, «la sentenza cade in un momento storico particolar, visto che la riforma della p.a. delega il governo a intervenire sulla disciplina del personale delle partecipate. Sarà l'occasione per fare chiarezza tra processo di reclutamento, che deve essere rigorosamente pubblico, e gestione del rapporto, che è squisitamente di natura privatistica, senza applicazione del Testo unico del pubblico impiego»".
Il nostro pensiero corre ad estendersi a tutte le compartecipate teramane e abruzzesi, in cui la politica ha fatto, da sempre, carne elettorale.
Il diritto pubblico a Teramo e in Abruzzo non esiste.
Il diritto amministrativo a Teramo e in Abruzzo non esiste.
La facilità con cui il comune di Teramo continua i suoi affidamenti diretti al di sopra della soglia di legge è sconcertante.
La facilità con cui il comune di Teramo abusa della facoltà di proroga è distonica.
La facilità con cui alcune nostre compartecipate arrivano a milioni di euro di debiti con contratti ad alcune imprese edili senza molti giustificati, grida vendetta.
Chiede legalità.
La facilità con cui tutte le autorità competenti continuano a fare finta di niente ha il sapore della complicità.
Benvenuti a Teramo, città gemellata con la raccomandazione di Fatto.
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