Vedere una fotografia di Bonatti con D'Angelo, il maestro D'Angelo e ancora gli aquilotti di Pietracamela, una foto ingiallita ma resa preziosa dal vero senso della montagna, il sapere stare in silenzio ed ascoltare se stessi. Il vento, il sole, la luce, la notte, la neve, i faggi, si i faggi dei Prati di Tivo che raccontano di nidi e di quel tempo del bosco che ritarda tutto anche e soprattutto la pioggia. Il rifugio di Cima Alta ci regala con le sue foto da web cam, un attimo di follia. Istantanee. Linee di amore. Siamo tutti sognatori e non c'è disabilità, impotenza, fragilità che non possa arrivare e sentire la neve della primavera. Tutto vero. Ai PRati di Tivo non si scia anche e non solo per l'ignoranza dell'essere umano ma si può godere di un incanto, il canto di quelle anime che si sentono libere, di tanto buon cibo, di una passeggiata e risate, di respiri, di ciaspolate e tanta memoria, in un posto rubato alle favole.

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Un posto con la cultura della montagna non adatta a qualsiasi tipo di turismo, alle famiglie, ma adatta solo a persone che non hanno bisogno dei servizi in montagna
se si riuscisse ad attuare un controllo valanghe quotidiano ragionevole sugli itinerari principali con una task force di guide se ne potrebbe fare una stazione di scialpinismo di livello internazionale lontanomdalla pazza folla e dagli influencer che certo non si sobbarcano salite con pelli e cramponi
e al diavolo gli impianti