Un anno fa.
Il quotidiano Il Centro.
Si leggeva a firma di Marianna De Troia " Voglio il commissariamento dell’istituto zooprofilattico, spero che il ministero della Sanità decida al più presto in questa direzione». Non usa giri di parole il parlamentare teramano di Nuovo Centrodestra Paolo Tancredi. La veemenza usata per contestare la nomina di Manola Di Pasquale a presidente del cda è la stessa con cui Tancredi ribadisce la sua posizione a favore di un commissariamento che dichiara essere finalizzato solo al rilancio dell’istituto di Campo Boario. «Se le cose vanno avanti con i pasticci che sta facendo il presidente della Regione D’Alfonso, rischiamo di mettere l’Izs in una posizione attaccabile su tutti gli atti che fa. Manola Di Pasquale è inconferibile secondo la legge Severino, ma su questo sarà l’Ente nazionale anticorruzione a pronunciarsi, ma soprattutto non ha i requisiti. La legge istitutiva dell’Izs prevede che in cda siedano persone di comprovata esperienza nella sanità animale, e per comprovata esperienza si intende un veterinario, o un docente di scienze veterinarie o il direttore di una struttura veterinaria. Requisiti che non ha Manola Di Pasquale. Qualsiasi atto del cda può essere impugnato da chiunque. Ma anche il bando per l’individuazione del direttore generale è illegittimo, come ha già rilevato il ministero. E il ministero non nasconde perplessità e timori sulla continuità di progetti come quelli sulla sanità animale nazionale e sull’anagrafe bovina. Metà delle attività condotte dall’Izs sono attività straordinarie che adesso sono messe a rischio dalle illegittimità con cui si sta perseverando».
Oggi l'onorevole Paolo Tancredi era coerentemente al suo posto.
Fortemente, volutamente, voluttuosamente.
Izs, Ministro Lorenzin, il direttore Mattioli, il presidente del consiglio di amministrazione, Manola Di Pasquale.
Nessun problema.
La figura Istituzionale è sacra.
La presenza è fondamentale.
L'essenza è una morale chiusa nella credenza degli ultimi.
La coerenza con la gente comune non conta.
Destra, sinistra, alleanze, legge, ricorsi, strette di mano.
Siamo noi a non comprendere e per fortuna che ci sono loro, a guidarci.
Un gioco delle parti in cui la falsa etica, il rispetto dei ruoli, sono oggetti a uso dei soggetti.
Un onorevole che giudica inconferibile un presidente e un direttore, non va a rendere omaggio al loro ruolo, neanche di fronte a un Ministro della Repubblica che vedrà a Roma, ogni giorno.
Il territorio era ben rappresentato dall'uomo dalle scarpe e dalle cravatte più improbabili della Regione Abruzzo, quel Silvio Paolucci che gioca a risiko con gli ospedali e la storia di una parte d'Abruzzo.
Nulla è cambiato.
Sempre le stesse facce e le stesse finte battaglie.
Nemici amici.
Ora, erano di nuovo tutti insieme.
Familismo amorale.
Senza memoria, senza omogeneità, semplicemente loro.
L'arte della vacuità.
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