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Brividi. L'eredità contesa. Investe e uccide il fratello...

di Giancarlo Falconi
2 minuti

Non ci sono altre parole per descrivere la natura umana.
Questa storia mette i brividi e apre a una letteratura psichiatrica complessa che ci rende inermi e attoniti.
 

La cronaca.

Una lite tra fratelli, scaturita con probabilità da questioni ereditarie, si è trasformata in tragedia a L'Aquila.

Davide Lanciani, 55 anni, ha investito e ucciso il fratello Stefano, 60 anni, al termine di un violento alterco avvenuto nella tarda mattinata in via Peltuinum, nella periferia ovest del capoluogo abruzzese. Dopo l'aggressione, Davide ha tentato la fuga, ma è stato bloccato da due allievi della Guardia di Finanza. Poco dopo, è intervenuta una pattuglia dei Carabinieri che ha accertato la flagranza di reato e ha proceduto al fermo del 55enne, ora accusato di omicidio volontario.

La dinamica dell'accaduto è ancora in fase di accertamento. Le indagini, coordinate dalla Procura, sono affidate ai Carabinieri con il supporto della polizia locale, che hanno eseguito i rilievi e disposto il blocco temporaneo della circolazione nella zona. In un primo momento si era ipotizzato uno speronamento tra i veicoli dei due fratelli — una Volkswagen Polo e una Panda gialla — nei pressi dell'abitazione di Davide, dove si erano dati appuntamento. Tuttavia, dai primi accertamenti è emerso che i due avrebbero dovuto avere un confronto in strada, sfociato in una lite violenta, durante la quale Davide avrebbe colpito Stefano con un martello. A seguito del colpo, Stefano sarebbe caduto a terra e, a quel punto, il fratello lo avrebbe investito con la propria auto, provocando un impatto che ha coinvolto anche un terzo veicolo.

Durante la colluttazione, la vittima sarebbe rimasta incastrata nell'auto dell'aggressore, che ha poi oltrepassato un muretto di cinta finendo in una stradina privata. Da lì è iniziato il tentativo di fuga, conclusosi con l'intervento dei due allievi finanzieri. Immediato anche l'arrivo dell'unità radiomobile dei Carabinieri, che ha proceduto al fermo.

Stefano Lanciani è stato trasportato in condizioni gravissime all'ospedale San Salvatore, dove poco dopo è stato constatato il decesso. Il pubblico ministero Roberta D'Avolio ha disposto l'autopsia sul corpo del 60enne, perito tecnico e docente in due scuole superiori dell'Aquila: l'Istituto tecnico industriale Amedeo d'Aosta, dove insegnava telecomunicazioni, e l'Ipsiasar Leonardo Da Vinci, dove era esperto in impianti e manutenzione.

Secondo le prime ricostruzioni, all'origine della lite tra i due fratelli ci sarebbero tensioni legate alla successione del padre Mario, scomparso un anno fa.

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Bravo così adesso non prenderà niente.....