Si chiama “Early Warning” (allarme anticipato, nella traduzione dall’inglese) ed è un sofisticato sistema che misura una serie di parametri (idrocarburi, sostanze volatili, Toc, torbidità, conducibilità, ph, redox, temperatura, eccetera…) garantendo, con la loro elaborazione, il controllo in tempo reale e da remoto della qualità delle acque. Attualmente, lo stanno sperimentando solo pochissimi acquedotti in Italia tra cui quello di Milano. Ruzzo Reti potrà presto fruire di tale sistema dato che il CdA della società, nei giorni scorsi, ha approvato l’acquisto dei servizi e delle forniture necessarie per il potenziamento delle attuali sonde destinate al monitoraggio dell’acqua proveniente dall’invaso del Gran Sasso.
Il costo del processo di upgrade degli impianti, affidato alla ditta Systea, è complessivamente di 190mila euro. Le sonde saranno in grado di interrompere l’erogazione nel caso in cui si rilevassero minime anomalie nell'acqua prima dell'immissione in rete.
Il potenziamento delle sonde si lega a una serie di altre azioni che Ruzzo Reti - in attesa che le soluzioni strutturali per la salvaguardia dell’acquifero consentano di garantire la qualità delle acque a prescindere dai controlli attuabili - sta portando avanti insieme a tutti gli altri enti coinvolti (tra questi l’Istituto Superiore di Sanità, la Regione Abruzzo, la Asl di Teramo, l’Arta). Lo scopo è garantire, in anticipo rispetto alle scadenze di legge fissate tra cinque anni, l’attuazione del Piano di Sicurezza delle Acque previsto dalla recente normativa comunitaria. Il sistema acquifero del Gran Sasso, in tale contesto e per i noti problemi, è oggetto della massima attenzione. Basti pensare che, negli ultimi sei mesi, l’Arta ha effettuato circa quattromila controlli (più di venti al giorno) sull’acqua del Gran Sasso. Senza contare le verifiche, anch’esse giornaliere, effettuate in autocontrollo dall’acquedotto.
Il sistema che Ruzzo Reti sta implementando alzerà ancora di più il livello di accuratezza e presidio. Oltre alle nuove sonde interne alla montagna, più a valle (nella sede di Casale San Nicola) due nuovi strumenti garantiranno la puntuale e costante sorveglianza della qualità delle acque: uno è il gascromatografo di massa, acquistato nei mesi scorsi dalla ditta statunitense Agilent a un costo di 120mila euro, e già installato (ed in fase di settaggio) per verificare l’eventuale presenza di sostanze anomale nell’acqua proveniente del Gran Sasso; l’altro è il biomonitoraggio basato sul comportamento in presenza di sostanze inquinanti di organismi-sentinella quali i crostacei, un sistema di controllo già sperimentato in passato in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Abruzzo e del Molise “G. Caporale” e adesso in attesa di essere rivisitato. I tecnici dell’IZS si occuperanno peraltro anche del funzionamento e della gestione del gascromatografo di massa in virtù di una convenzione che stabilisce una serie di sinergie tra l’Acquedotto e l’ente sanitario per i progetti sulla qualità dell’acqua.
Ruzzo Reti presenterà nel dettaglio il nuovo sistema di controlli appena tutti gli strumenti saranno funzionanti a pieno regime.
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Auguriamoci che queste precauzioni funzionino, e che i parametri che verranno utilizzati per il monitoraggio delle acque,siano perfettamente trasparenti come la nostra acqua che sgorga dal GIGANTE d'Abruzzo........
Si aumentano i controlli a spese dei cittadini e non di chi inquina, ma allo stesso tempo si continua a mantenere dove non potrebbero esserci, sostanze pericolose capaci di contaminare l'acquifero (che ricordo dissetare mezzo Abruzzo). Si sta 5 anni in anticipo verso una disposizione di legge ed oltre 10 in ritardo verso il rispetto del Dlgs 152/2006!
Perseveriamo nell'inseguire i problemi e non nel prevenirli, l'esatto contrario di ciò che andrebbe fatto.