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A chi affido l'affido?

di Simona Settepanella
6 minuti

Il grande Dostoevskij ha detto: "Quando un uomo ha grossi problemi dovrebbe rivolgersi ad un bambino; sono loro, in un modo o nell'altro, a possedere il sogno e la libertà"

E quando ad avere problemi sono i bambini? Allora penso che sia tutta la societa' e ognuno di noi come singolo a dover rispondere.

Come possiamo aiutare dei bambini in difficolta'?
Ci sono molti modi, alcuni dei quali, nonostante siano sanciti per legge da ormai quasi 30 anni, sono tuttora sconosciuti o poco noti; spesso oggetto di confusione. Questo articolo vuole essere una piccola goccia nel mare, un tentativo per far conoscere la pratica dell'AFFIDO di minori e per aiutare chi desidera aiutare ad orientarsi.

Cos'e' esattamente l'affido? (it.wikipedia.org/wiki/Affido_familiare)
"L'affido familiare è un'istituzione dell'ordinamento civile italiano che si basa su un provvedimento temporaneo che si rivolge a bambini e a ragazzi fino ai diciotto anni di nazionalità italiana o straniera, che si trovano in situazioni di instabilità familiare." Disciplinato dalla Legge n.184 del 4 maggio 1983 poi modificata dalla Legge n.149 del 28 marzo 2001.

Pochi sanno che esistono diverse tipologie di affido:

1. a lungo termine, fino a due anni, ma può essere prorogato dal Tribunale per i Minori qualora la sospensione dell’affidamento rechi pregiudizio al minore. In questi casi si tratta di un provvedimento attuato per situazioni familiari molto gravi e complesse;
2. a medio termine entro 18 mesi, sempre in riferimento alle difficoltà della famiglia di origine;
3. a breve termine, per qualche mese ( 6/8 ).


Ma soprattutto, quella meno nota e di cui piu' mi preme parlare:

4. l'affido a tempo parziale: una particolare forma di affidamento a carattere preventivo e di sostegno, che può riguardare alcune ore del giorno, i fine settimana, brevi periodi di vacanza, secondo un progetto elaborato a favore del bambino, qualora i genitori naturali non siano in grado di occuparsene a tempo pieno. In questi casi la famiglia affidataria svolge una funzione di appoggio per aiutare la famiglia in difficoltà nella cura dei figli senza che questi siano allontanati da casa. Aiutare un bambino con l’affidamento a tempo parziale significa, ad esempio, impegnarsi per un tempo limitato accompagnandolo a scuola, facendogli fare i compiti, seguendolo nelle sue attività di gioco e tempo libero. (cit. da wikipedia)

Quali differenze tra affido e adozione?
Una differenza sostanziale tra affido e adozione e' che per accedere alla prima, cioe' diventare genitori affidatari, non e' necessario essere una famiglia con determinati requisiti di eta', MA puo' esserlo chiunque, SINGOLO o coppia, SENZA limiti di eta' che ad una valutazione tecnica psico-sociale risulti in grado di accudire, educare e mantenere un minore.

Cosa si muove in Italia e, piu' in dettaglio, nel nostro Comune per l'affido?
Mentre le pratiche di adozione su Teramo sono ben avviate e anche in numero sostanzioso (dai dati forniti dallo stesso assessore D'Ignazio, sono ben 48 le pratiche adottive portate a compimento nella nostra citta' nel 2011), altrettanto non si puo' dire per l'affido su cui i dati di cui sopra riportano uno sconfortante 3 ( affidi consensuali di 3 minori stranieri ).
Allo stesso modo mentre esistono associazioni di genitori adottivi sul nostro territorio, si pensi alla onlus "Genitori si diventa" ( http://www.genitorisidiventa.org/visualizza.php?type=sezione&id=19); non ci sono associazioni di riferimento per genitori affidatari. Le cose gia' cambiano se ci spostiamo verso Pescara dove troviamo l'associazione "Famiglie per l'accoglienza" ( http://www.famiglieperaccoglienza.it/ ).
Il nodo di Montesilvano di questa associazione raccoglie famiglie affidatarie da tutto l'Abruzzo e Regioni limitrofe. Organizza incontri di supporto, corsi per aspiranti genitori e mantiene contatti stretti con i Servizi Sociali di Pescara che la contattano sia per collaborare all'organizzazione di incontri, sia per farsi supportare nella ricerca di genitori affidatari per bambini bisognosi.


L'affido e' una pratica di non semplice gestione. Richiede molto tempo ed energie. Per questo i Servizi Sociali un po' in tutt'Italia lavorano in sinergia e rete con le associazioni di genitori che sul territorio operano.
Questo perche' purtroppo i mezzi e le persone a disposizione nelle strutture pubbliche difficilmente potrebbero, da sole, gestire tutta la mole di lavoro che ogni pratica di affido comporta: dalle incombenze legali, a quelle organizzative, al supporto per i genitori, passando sempre per l'attenzione al bambino, la priorita'.
I Servizi Sociali del Comune di Teramo hanno una equipe che si occupa dell'affido. Di questo gruppo fanno parte il dott. Massimiliano Ettorre, la dott. ssa Marisa De Dominicis e la Psicologa dell'A.S.L., dott.ssa Lucia Manieri . Purtroppo queste persone lavorano anche sulle adozioni e l'assenza di un'associazione per l'affido sul nostro territorio rende ancora piu' difficile il loro lavoro.
Ma la speranza e' che, aumentando il numero di persone interessate e, conseguentemente, di affidi, la situazione possa migliorare: un circolo virtuoso che all'aumento d'interesse faccia corrispondere un aumento di energie investite che portino a coinvolgere nuove persone e cosi' via.


Sulla base di quanto ho potuto appurare durante le mie ricerche, il mio consiglio per chi desidera avvicinarsi alla pratica dell'affido, e' quello di
cominciare prendendo un po' di informazioni. Piu' che sufficienti, per iniziare, sono quelle che si trovano sul sito dell'associazione
La casa di Hippa e Lella
www.lacasadihippaelella.it/ ). Per chi volesse approfondire poi c'e' il sito del Tavolo Nazionale Affidi ( www.tavolonazionaleaffido.it/ ). Il secondo passo potrebbe essere contattare l'associazione famiglie per l'affido di Pescara (www.famiglieperaccoglienza.it/index.asp) e partecipare ad alcuni incontri tra genitori da loro organizzati per capire quali sono le difficolta', le criticita' e le bellezze della vita da genitori affidatari. Poi, con una maggiore consapevolezza, contattare i Servizi Sociali del nostro comune ( www.comune.teramo.it/servizi_cittadino/welfare/default.asp) manifestando il proprio interesse all'affido e, facendosi vedere ben informati e preparati, mantenersi fermi nel proprio intento anche di fronte a difficolta' che, per la delicatezza delle questioni in argomento, non mancheranno.

Il mio piu' grande in bocca al lupo a tutti coloro che, per amore dei piu' piccini, decideranno di intraprendere la strada dell'affido.
Come dice un vecchio proverbio africano:
"Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio."


* si ringraziano per la disponibilita' dimostrata l'Ass. Giorgio D'Ignazio e il Dott. Massimiliano Ettorre.

 

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Commenti

Grazie Simona, perchè l'affido è un'emozione. Grazie perchè con questo articolo mi hai riempito di speranza. Io non posso avere figli. Grazie a Giorgio, Massimo, Piergiorgio, grazie siete degli angeli.
L'articolo è molto bello ed invita a riflettere. Mi permetto, però, di mettere l'accento su una questione che non mi pare marginale. I bambini che vengono dati in affido quasi sempre escono da situazioni famigliari dolorose, quando non tragiche; non sarebbe magari ora di indagare sul perchè così tanti minori si trovano in situazioni di degrado tali da farli diventare affidabili ? Personalmente le parole di Simona hanno destato più di qualche interrogativo sul mio rapporto con i miei figli, con mia moglie. E' stato insomma l'occasione per una specie di ceck-up sulla mia famiglia. I ragazzi di oggi hanno un problema enorme che è dato dallo scarsissimo spessore umano degli adulti che abitualmente intersecano la loro vita. La crisi dell'umano oggi sembra proprio il connotato più frequente nell'accostarsi ai nostri figli e ci stupiamo, poi, che passino le giornate incollati al PC o alla Play quando i genitori passano il loro tempo rincorrendo la TV, l'aperitivo al bar, il gossip, il rivendicazionismo in tutte le salse e quasi nessuno più pensa a fare il suo cervando di servire al meglio gli altri secondo le proprie capacità, avendo come bussola quella del bene comune da tenere sempre presente. Chi può, prenda seriamente in considerazione pratiche come l'affido ( dimostrazione di amore e d'altruismo anche superiore all'adozione) ma soprattutto invito ciascuno a non dimenticare che i figli non sono una proprietà o un diritto . . . sono delle persone che la vita ci affida affinchè noi li serviamo nella loro crescita e nel loro percorso verso il loro divenire adulti. Cerchiamo tutti di non dimemticarcelo..mai!
Cara Simona, hai avuto una bella intuizione scrivendo questo articolo: è uno di quegli argomenti di cui non si parla abbastanza pur avendo una grande valenza nel campo del sociale. Colpiscono i dati che fornisci relativi alle differenze tra le richieste di adozione e di affido e la riflessione che ne consegue è molto amara: perché mai prendersi cura di un bambino senza potersene "appropriare"? Io credo che non siano poche le persone e le famiglie con i requisiti necessari alla richiesta di affido e penso a quante vite potrebbero cambiare, a quanti bambini e ragazzi avrebbero l'occasione di scoprire un'altra realtà possibile, a quanto sarebbe reso più semplice il loro percorso verso la maggiore età, a come potrebbero affrancarsi, una volta adulti, da situazioni che avrebbero potuto condizionarli per sempre... Anche se questo fosse vero per un solo bambino su mille varrebbe sicuramente la pena provare... Perché parliamo di persone da amare più dei propri figli, nel rispetto della loro famiglia di origine e senza averne nulla in cambio se non la speranza che ogni minuto che si regala loro serva a costruire un futuro migliore. L'amore si impara dall'amore e si tramanda come una fiaba a lieto fine, perciò l'affido può rappresentare una condivisione di fortune, un abbraccio allargato, un abbattimento di barriere sociali e pregiudizi... Sono davvero contenta che tu ne abbia parlato: continuiamo a farlo :)